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Energia e costi stellari, il primo passo (di cinque) è ridurre gli sprechi
Post di Nikolaus Widmann, CEO e Founder di inewa –
L’aumento dei costi dell’energia, le cui conseguenze sono evidenti nella quotidianità di tutti, ha cause riconducibili a un mix di fattori geopolitici, economici, ambientali e sociali contingenti e destinati a riproporsi ciclicamente nei prossimi anni.
Quali soluzioni possono adottare le aziende per fare fronte a questa situazione e prepararsi ad affrontare al meglio questi fenomeni in futuro? Solo la transizione energetica può essere la soluzione ai problemi di volatilità dei prezzi dell’energia. Tuttavia, è importante sottolineare che quando si parla di transizione energetica, non si intende esclusivamente la conversione da combustibili fossili a fonti di energia rinnovabile. In primo luogo è necessario intervenire per ridurre ed efficientare i consumi di energia. Infatti, anche negli scenari più ambiziosi, c’è un limite fisico alla capacità di produrre energia nel nostro continente e per questo è fondamentale puntare sull’efficienza energetica per ridurre gli sprechi.
Per questo è necessario continuare a sostenere l’efficientamento energetico degli edifici e degli impianti produttivi, perché non esiste kWh più sostenibile di quello risparmiato. Mai come oggi credere e investire nella transizione energetica consentirà di metterci al riparo da future fluttuazioni dei prezzi, che inevitabilmente avranno luogo nei prossimi anni. Questo processo è anche un’opportunità per tutto il sistema economico e produttivo italiano ed europeo. Chi sarà in grado di vincere la sfida della transizione energetica godrà di un vantaggio competitivo, mentre chi non attuerà progetti e processi di sostenibilità energetica e ambientale verrà inevitabilmente escluso dal mercato.
A partire da queste evidenze, Nikolaus Widmann ha definito una lista di 5 suggerimenti per le imprese che puntano a ridurre i propri consumi.
1. Azzerare progressivamente gli sprechi e ridurre i consumi in modo sostenibile. Ci sono diversi modi per ridurre i consumi e azzerare gli sprechi. Il primo passo è l’analisi del sistema energetico e la realizzazione di interventi di efficienza energetica per l’upgrade di sistemi inefficienti con tecnologie e soluzioni più performanti ed innovative. Attenzione però che a seconda del settore di attività e del sistema energetico si applica un mix di soluzioni diverse. Per questo il consiglio è di non lavorare con chi propone soluzioni standardizzate ma affidarsi a partner che sviluppano soluzioni energetiche su misura.
2. Calcolare i consumi e l’impronta di CO2. L’impronta di CO2, meglio conosciuta come carbon footprint (letteralmente, “impronta di carbonio”) è il parametro che meglio è in grado di rendicontare le emissioni di gas serra nell’atmosfera prodotte da un’organizzazione espressa in tonnellate di CO2 equivalente.
La carbon footprint è importante non solo perché permette di valutare gli impatti emissivi delle proprie operazioni e della propria supply chain. Aiuta anche a monitorare l’efficienza energetica dei propri business. Calcolare quindi le emissioni generate è cruciale per comprendere il proprio impatto sul clima in termini climatici. Ma anche per pianificare lo sviluppo del proprio business.
Inoltre, in un contesto che da un lato vede i prezzi dell’energia oscillare continuamente e che dall’altra premia fornitori, produttori e servizi a basso impatto ambientale, la carbon footprint è il punto di partenza per rendicontare e valorizzare le proprie attività e le proprie azioni di responsabilità verso la società e l’ambiente.
3. Definire un piano di azione ambizioso, ma realistico e sostenibile. La sostenibilità energetica e climatica è sempre più da considerare come un elemento centrale nei modelli di business. Il rischio per le aziende che non attuano processi di sostenibilità, ambientale ma non solo, è di essere escluse dal mercato. Tuttavia, bisogna fare attenzione. Non basta raccontare la favola della sostenibilità o intervenire semplicemente con azioni di greenwashing, ma sono necessarie azioni concrete, trasparenti e misurabili. Azioni che devono essere inserite in una strategia integrata di sostenibilità. Questa pianificazione deve essere ambiziosa ma allo stesso tempo realistica. Deve stabilire obiettivi sia nel breve, che nel medio e lungo periodo. Ed essere sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale.
4. Produrre energia autonomamente da fonti rinnovabili. Insieme all’efficientamento e alla riduzione degli sprechi, le aziende devono diversificare in modo strategico le fonti di approvvigionamento e coprire una quota rilevante dei propri consumi producendo autonomamente l’energia di cui hanno bisogno in modo sostenibile, puntando sui potenziali presenti nel nostro Paese, a cominciare da fotovoltaico e biomasse, senza dimenticare le opportunità rappresentate in prospettiva dall’idrogeno.
Allo stesso tempo bisogna realizzare sistemi condivisi di storage, per superare i rischi di variabilità e intermittenza nella produzione. Questo permette alle aziende di ridurre la dipendenza da combustibili fossili di importazione e di essere meno esposte alla volatilità del mercato energetico, garantendo allo stesso tempo una maggiore pianificabilità economica della spesa per l’energia.
5. Comunicare i risultati ottenuti agli stakeholder per essere d’ispirazione al mercato di riferimento. I risultati ottenuti, derivanti dalla realizzazione di progetti di efficientamento ed energia pulita, è bene comunicarli. In primis ai propri investitori, ma anche al mercato, agli stakeholder e ai propri collaboratori. Come? Attraverso un’azione regolare di monitoraggio e disclosure in linea con i principali standard internazionali di rendicontazione di sostenibilità. Occorre anche fare attenzione ad essere coerenti, onde evitare di essere esposti a rischi di greenwashing. Una comunicazione trasparente sui risultati raggiunti nell’ambito di una strategia complessiva di sostenibilità è fondamentale per attirare capitali e investimenti. Non ha solo impatti importanti dal punto di vista economico. Ha anche un impatto importante sulla reputazione dell’azienda, E contribuisce a diffondere la cultura della sostenibilità come un valore.