Sicurezza stradale: Ue, zero morti entro il 2050. Obiettivo possibile?

scritto da il 03 Ottobre 2022

Post di Roberto Impero, amministratore delegato SMA Road Safety, membro dell’International Road Federation (Irf) e dell’Associazione Mondiale della Strada (Piarc) –

La sicurezza stradale riveste un ruolo decisivo in ogni Paese: quando non è efficiente genera costi economici e sociali elevati, spesso sottovalutati. Secondo i dati elaborati da ACI e Istat nel 2021 le vittime di incidenti stradali sono state 2.875, una media di 8 al giorno, registrando una crescita rispetto al 2020 segnato dai lockdown, ma fortunatamente inferiori rispetto al 2019. Il costo sociale nel 2021 è stato di 16,4 miliardi di euro: lo 0,9 % del Pil nazionale. La maggior frequenza di incidentalità si registra sulle strade urbane (73,1%), le vittime invece si concentrano prevalentemente sulle tratte extraurbane (47,5%), mentre le autostrade riguardano l’8,6% dei decessi.

Nel 2021 in Europa si sono registrati circa 20.000 decessi per incidenti stradali, con un +5% rispetto all’anno precedente, ma con l’incoraggiante -13% rispetto al periodo pre-pandemia. Sono i dati riferiti dal report pubblicato dalla Commissione europea sulle vittime della strada nel 2021, inerente a tutte le tipologie di veicoli.

L’Ue punta a ridurre del 50% i decessi stradali e, per la prima volta, anche i feriti gravi, entro il 2030. L’obiettivo è contenuto nel piano d’azione strategico della Commissione sulla sicurezza stradale e fa parte di un progetto di più ampio respiro volto a raggiungere l’azzeramento delle vittime della strada entro il 2050 (“Vision Zero”).

In merito agli obiettivi europei 2030 per la sicurezza stradale, il decennio 2010-2020 si è concluso per l’Italia con una riduzione del 42% delle vittime, mentre  il numero delle morti sulle strade in Europa è calato nel complesso del 36%. L’Italia si attesta su 48 vittime/milione, mentre la media europea è di 44 decessi per milione.

Oltre all’eccesso di velocità, distrazione e mancanza di precedenza ci sono altre cause che determinano gravi lesioni su strada: parliamo degli ostacoli fissi come alberi, piloni nelle gallerie, biforcazioni, pali della luce, fino alle parti terminali del guardrail, molto pericolosi in caso di impatto. La sicurezza stradale passiva, di cui fanno parte gli attenuatori d’urto e i terminali di barriera (per la messa in sicurezza di pericoli singoli presenti lungo la carreggiata) e le barriere laterali (new jersey e guardrail in presenza di pericoli ripetuti), diventa un alleato prezioso per ridurre, se non azzerare, le conseguenze negative di un impatto.

sicurezzastradale

Quello che ancora troppo spesso accade, purtroppo, è che gli ostacoli fissi non siano sempre protetti a dovere. Pensiamo ad esempio a quante cuspidi stradali, al posto dell’attenuatore d’urto, presentino un elemento di plastica giallo che serve solo a segnalare l’ostacolo, ma non di certo a proteggerlo. Oppure la parte finale del guardrail, che ancora troppo spesso non è schermata da apposito terminale, e si trasforma in una lancia che infilza il veicolo, travolgendo gli occupanti, con esiti spesso fatali.

La presenza o meno di un dispositivo di sicurezza passiva, così come la sua qualità e robustezza, possono fare davvero la differenza evitando risvolti sociali ed economici cruciali. Da cittadino e automobilista è inaccettabile che ci siano ancora ostacoli non sicuri, pur sapendo quanto siano pericolosi.  Non si tratta purtroppo di una mera questione di budget, ma piuttosto di sottovalutazione del pericolo.

Proprio sul tema delle infrastrutture, al Parlamento Europeo è stato approvato il quadro strategico Ue per la sicurezza stradale, che stabilisce le misure necessarie al raggiungimento dell’obiettivo di zero morti sulle strade entro il 2050. Tra le misure rientrano i limiti di velocità di sicurezza (30 km /h nelle aree residenziali), tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza e un aumento di dotazioni di sicurezza sia in termini di infrastrutture che di dotazioni tecnologiche per  i veicoli.

I Paesi Ue sono inoltre  invitati a creare fondi nazionali per la sicurezza stradale e un meccanismo per la ridistribuzione dei fondi raccolti con le multe a favore della sicurezza stradale.

L’obiettivo 2050 della Ue credo sia uno stimolo importante per tutto l’indotto automotive, a fare sempre meglio per accrescere la sicurezza, puntando sull’innovazione tecnologica. Le istituzioni dovrebbero continuare a sottolineare l’importanza di una guida attenta e prudente, ma anche destinare con continuità i proventi delle multe per migliorare le infrastrutture stradali, quindi anche la protezione degli ostacoli fissi. La partecipazione all’obiettivo deve in definitiva riguardare attivamente le aziende che gravitano nel mondo della sicurezza passiva, da chi produce gli attenuatori, alle case automobilistiche, ma anche le istituzioni e i cittadini che, oltre a guidare rispettando il codice della strada, sono chiamati a “denunciare” pericoli stradali non protetti affinché vengano messi in sicurezza.