Metaverso e AI sostituiscono l’umano? No, ma il tesoro è nei dati

scritto da il 24 Agosto 2022

Post di Marco Zanuttini, CEO e Founder di TechStar – 

Negli ultimi mesi abbiamo sentito e letto diverse definizioni di Metaverso, ma esattamente di cosa si tratta? Con la parola Metaverso facciamo riferimento a un luogo in cui è possibile scambiarsi informazioni e incontrarsi. Partendo da questa sintesi è opportuno aggiungere che quando ci riferiamo al “Metaverso” non parliamo di una soluzione software, ma di un concetto che, lungi dall’essere nuovo, ha permesso negli ultimi due anni di aggregare una serie di idee, ma anche tecnologie che finora avevano condotto vite più o meno separate.

Per comprendere al meglio il potenziale di questo nuovo spazio è opportuno delineare le caratteristiche fondamentali che lo differenziano dalla realtà virtuale, sia in termini strategici sia tecnologici: l’immersività e la permanenza.

Nel Metaverso infatti la relazione con gli altri e con i contenuti non si costruisce nella modalità 2d che già conosciamo grazie al web e ai social network, ma attraverso la possibilità di immergersi letteralmente nei contenuti. Non soltanto leggerli o guardarli, ma esplorarli e interagire con essi in modo estremamente più coinvolgente e interattivo. Possiamo dire, inoltre, che il Metaverso esiste indipendentemente dalla nostra presenza e mantiene le conseguenze della nostra azione anche in nostra assenza.

Quando iniziamo a ragionare in questo modo ci rendiamo facilmente conto di come si sta configurando un canale di comunicazione che ci permetterà di raggiungere gli altri e di raccontare la nostra storia, così come quella del nostro brand, in una modalità davvero innovativa.

Un oggetto di sperimentazione concreto è senza dubbio il negozio, nelle sue varie forme online e offline e nei relativi modi di offerta e fruizione di servizi che appartengono a questo genere di ambiente. Immaginiamo quello che succede in un negozio tradizionale, dove entriamo e ci rivolgiamo a un addetto alle vendite. Nel negozio offline, il commesso supporta l’utente, aiutandolo a cercare, guardare e capire; questa esperienza rappresenta il valore aggiunto dell’entrare fisicamente in store. In questo ambiente ci manca però la possibilità di raccogliere informazioni in maniera automatica su quello che sta succedendo nello spazio fisico.

Quando invece parliamo di e-commerce, dove il visitatore entra in un sito web, “navigandolo” – ossia percorrendone la superficie fatta di elenchi, gallerie, link vari –vediamo che viene a mancare la dimensione esperienziale del negozio fisico, ma possiamo introdurre strumenti che ci permettono di raccogliere ed elaborare molti più dati sull’esperienza utente in termini di navigazione, clic, spostamenti, scroll di pagina ecc. Eppure uno spazio 2d come la pagina web ci offrirà solo informazioni 2d,  informazioni dettagliate ma limitate.

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Usciamo ora da questo tipo di fruizione, ed entriamo invece in un ambiente molto più ricco e strutturato: entriamo nel Metaverso, ambiente tridimensionale e complesso in cui immergersi. Grazie a queste caratteristiche il Metaverso facilita un’evoluzione notevole, trasformando l’e-commerce in un’esperienza immersiva e arricchita dall’incontro con l’altro, un “altro” in grado di assistere e supportare l’utente attraverso un’interazione 3d condivisa.

E su questa esperienza possiamo porre l’attenzione e concentrare l’analisi di dati che, una volta elaborati, proprio grazie alla ricchezza dell’ambiente in cui vengono raccolti, forniranno molte più informazioni, permettendo l’ottimizzazione delle nostre strategie di business.

Per far questo occorre disporre di strumenti di analisi adeguati, come per esempio tools che sfruttano l’intelligenza artificiale e nello specifico il machine learning.

Il termine Intelligenza Artificiale è un termine generale con il quale si indicano tutti i modelli matematici progettati per la realizzazione di macchine intelligenti; per questo motivo anche gli approcci di Machine e Deep Learning rientrano all’interno dell’ambito dell’AI, sebbene siano due concetti ben distinti da esso. Con Machine Learning ci si riferisce, in particolare, a quella branca dell’Intelligenza Artificiale concentrata sull’utilizzo di modelli matematici alimentati con dei dati di input e output che, al fine di ottenere un certo risultato per un determinato compito, vengono sottoposti a un processo di addestramento.

L’applicazione di questi strumenti nell’ambiente immersivo del Metaverso, fonte di una grandissima quantità di dati, fornirà informazioni senza precedenti per volume e qualità.

Di fatto, nel Metaverso possiamo individuare diverse modalità e scenari di ingresso per le aziende: il punto di accesso è spesso un’esperienza che potremmo definire una “visita guidata” dell’azienda o del negozio, dei suoi prodotti e della sua identità; un’evoluzione del sito internet, un percorso guidato per scoprire il brand in un ambiente immersivo. La ricchezza che l’AI può aggiungere all’esperienza immersiva sta proprio nella parola “guidato”. Non solo guidato da chi ha deciso la disposizione dei contenuti, che potrebbero anche non corrispondere nel loro flusso con quello che è il percorso mentale del nostro cliente, ma, ad esempio, da un avatar che accoglie e supporta l’utente nella sua visita, individuandone e interpretandone le esigenze rispetto a dove andare, come muoversi, come gestire l’esplorazione dello spazio e ovviamente quali prodotti mostrare o suggerire.

Ora, ovviamente questa guida potrebbe essere interpretata da un utente umano, che proprio come un commesso o un consulente in uno showroom sarebbe in grado di fornire supporto diretto. Un’opzione sicuramente percorribile, ma che porterebbe a un dispendio di energie notevolissimo; la soluzione potrebbe invece essere addestrare un’intelligenza artificiale ad interpretare questo ruolo virgiliano in maniera perfettamente soddisfacente, e in grado di evolvere qualora non lo fosse fin dall’inizio.

Immaginiamo insomma un’AI in grado di raccogliere e analizzare una enorme mole di dati proveniente dal mondo 3d in cui siamo immersi: non solo click e commenti ma movimenti, permanenza, manipolazione dell’oggetto, del video. Una heatmap in 3d dell’esperienza dell’utente, che dia ragione del suo comportamento e ci fornisca informazioni sui suoi gusti, la sua attenzione, il focus del suo sguardo, perfino le sue reazioni. Dall’altro lato pensiamo a una intelligenza che da questi dati impara, evolvendo per diventare sempre più in grado di supportare l’utente in maniera completa ed efficace, per riportare poi le “lezioni utili” apprese nell’interazione.

Lo scenario illustrato è ciò che l’integrazione di un Metaverso con l’intelligenza artificiale permette di realizzare: non sostituire l’umano, ma creare una situazione in cui il commercio virtuale viene sostenuto dalle enormi possibilità in termini di informazioni e organizzazione delle stesse ad opera dell’AI. Forse questa posizione potrebbe sembrare meno affascinante di quella che adombra la possibilità che un’intelligenza artificiale “sostituisca” l’umano, ma è quella più concreta, realizzabile e utile.