Il turismo lavora per l’Italia. Ecco sei punti chiave per farlo lavorare meglio

scritto da il 10 Agosto 2022

Pubblichiamo un post di Raffaello Zanini, fondatore del portale Planethotel.net. Laureato in urbanistica, assiste gli investitori del settore turistico alberghiero con studi di fattibilità, consulenza ai progettisti, ricerca di soluzioni finanziarie –

Federalberghi ha recentemente pubblicato il report “Il turismo lavora per l’Italia” che raggruppa in modo coerente un centinaio di proposte pratiche che lo Stato dovrebbe considerare per rendere più facile e produttiva l’attività degli operatori turistici.

Sintetizzo qui le più rilevanti, mentre rimando chi ne fosse interessato alla lettura integrale del report, che prende avvio da un dato: il turismo è un settore importante per tutta l’economia mondiale e nello specifico italiana. Secondo il World Travel & Tourism Council, prima della pandemia il contributo offerto dal settore dei viaggi e del turismo al prodotto interno lordo italiano era di circa 269,8 miliardi di dollari, pari al 13,1% del PIL stesso.

Nel 2019 la spesa totale degli stranieri nel nostro Paese è stata pari a 44,3 miliardi di euro.

Gli esercizi ricettivi italiani ospitano ogni anno più di 430 milioni di pernottamenti. Il settore offre lavoro a 1,8 milioni di persone, di cui circa 1,3 milioni di lavoratori dipendenti.

Il turismo funziona, nonostante lo Stato e le Regioni non facciano tutto quanto è nel loro potere per farlo funzionare bene.

(Syda Productions - stock.adobe.com)

Selfie al Colosseo (Syda Productions – stock.adobe.com)

Coordinamento nazionale

Una delle pricipali questioni da affrontare (di nuovo) è quella del mancato coordinamento nazionale. Lo sanno bene i ministri che negli anni hanno ricevuto le deleghe in materia.

Nel 2001 una delle tante riforme costituzionali fatte di fretta e furia da una risicatissima maggioranza di centrosinistra, ha attribuito il turismo alla esclusiva competenza delle Regioni, negando al nostro Paese  ogni forma di regia nazionale, così che la Corte Costituzionale è stata chiamata in numerose occasioni a dirimere conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni.

Come detto questo è un argomento su cui si dovrà tornare.

Infrastrutture

Strettamente correlato al tema del coordinamento e pianificazione nazionale, c’è quello della infrastrutturazione del territorio.

L’offerta turistica è fortemente condizionata dalla raggiungibilità della destinazione: gli ostacoli alla mobilità ed alla comunicazione si trasformano, automaticamente, in ostacoli allo sviluppo del turismo.

Aeroporti, autostrade, treni, porti sono essenziali per il successo della accoglienza turistica. Proprio in questi giorni di massimo esodo ci si rende conto di quanto siano importanti le infrastrutture.

Non solo va investito nella mobilità dei turisti, ma anche nelle località che li accolgono, senza considerare che una città più ospitale verso i turisti è anche una città più accogliente per i propri cittadini.

Non meno rilevante è il digital divide, visto che molte località turistiche non sono servite dalla banda larga, mentre l’attività di smart working in zone turistiche può favorire quell’allungamento della stagionalità richiesto dagli operatori.

Riqualificare l’offerta

L’offerta turistico ricettiva italiana ha registrato, negli ultimi trent’anni, un costante miglioramento: è cresciuta la dimensione media degli alberghi, è aumentato il numero di strutture appartenenti alle categorie medio alte.

Per questo motivo Federalbeghi suggerisce politiche che favoriscano l’acquisto della struttura ricettiva da parte delle imprese che la gestiscono e che non ne sono proprietarie e che quindi non possono provvedere alle ristrutturazioni integrali che pure in alcuni casi sarebbero necessarie.

Semplificare l’iter amministrativo per il cambio di destinazione d’uso degli immobili per le imprese non più remunerative.

Come noto, avendo dedicato al tema un importante convegno del 2011, avendone variamente scritto e discusso anche con gli ultimi ministri, compreso Garavaglia, io ritengo che sul tema della riqualificazione della città turistica vada fatto un lavoro più completo. Ne riparleremo a breve, dopo le elezioni.

Positano (immagine di Ricardo Gomez per Unsplash)

Positano (immagine di Ricardo Gomez per Unsplash)

Liberalizzare la vendita dei servizi

Sappiamo tutti che il turismo è un’attività che richiede l’intervento di una offerta assai variegata, prodotta da molte diverse aziende (trasporto, alloggio, ristorazione, commercio in genere, musei, attività balneare, ecc.)

Spesso la norma riserva queste attività a specifiche aziende fornite di apposita autorizzazione, vietando la libera vendita di tali servizi ad aziende (ad esempio gli hotel) che per propria natura sono già a contatto col turista.

Mentre la norma tende a proteggere chi abbia una specializzazione certificata, nei fatti rende più complicato fare cross selling di servizi da parte di chi (segnatamente l’hotel) ha sopportato il massimo costo di vendita e marketing per la acquisizione del cliente.

Il cliente moderno è informato, consapevole, esigente. Si aspetta di ricevere dall’albergo una pluralità di servizi, tra i quali la disponibilità di una camera d’albergo accogliente e confortevole è certamente essenziale ma non può considerarsi esaustiva.

L’albergatore non può quindi limitarsi a presidiare il servizio ricettivo in senso stretto. Deve assicurarsi che il cliente possa godere, dentro e fuori la struttura ricettiva, di tutti gli elementi necessari affinché il soggiorno si trasformi in un’esperienza gratificante.

Creatività, passione, tecnologia, sono alcune delle parole chiave che hanno consentito al mercato italiano di sviluppare un ampio ventaglio di offerte, che consente di scegliere tra migliaia di proposte, capaci di soddisfare tutte le esigenze e tutte le tasche.

A volte, tuttavia, il desiderio di offrire un servizio migliore si scontra con le difficoltà indotte dagli oneri burocratici che ostacolano la possibilità di proporre servizi accessori rispetto all’attività principale.

Attrarre risorse umane

La questione demografica italiana sta diventando dirompente.

I giovani sono sempre meno. Nascono sempre meno bambini.

Ma, ancor più grave, emigra molta manodopera qualificata, mentre riceviamo immigrati di scarsissima qualificazione.

Anche il turismo in generale e l’attività alberghiera in particolare risentono di questo fenomeno.

Per questo motivo Federalberghi suggerisce alcune azioni che servono ad attrarre e mantenere in azienda le forze di lavoro più qualificate: propone di ridurre il cuneo fiscale per accrescere la quantità di reddito disponibile per i lavoratori a parità di costo per i datori di lavoro.

Favorire l’accesso al mercato del lavoro di lavoratori qualificati provenienti da paesi extra-UE.

Sostenere il reddito dei lavoratori stagionali adeguando la normativa sull’indennità di disoccupazione.

Accanto a questo è necessario favorire la crescita dimensionale delle imprese e l’allungamento delle stagioni che permette di assumere personale qualificato stabilmente.

Pressione fiscale

Come tutte le organizzazioni imprenditoriali anche Federalberghi sottolinea il peso eccessivo delle tasse sul reddito prodotto dall’impresa.

Propone quindi di abolire definitivamente l’IRAP, per tutte le classi di impresa. Commisurare il peso dell’IMU e della TARI al numero dei giorni in cui la struttura ricettiva è aperta e al tasso di effettiva occupazione.

Applicare alle attività ricettive, che producono rifiuti assimilati a quelli urbani, la tariffa rifiuti prevista per le utenze domestiche e considerare unicamente le superfici di vendita.

Ampliare il regime di deducibilità per gli ammortamenti degli immobili strumentali, degli interessi passivi, delle spese telefoniche, etc.

Adottare una regolamentazione omogenea dell’imposta di soggiorno valida per tutto il Paese.

Destinare il gettito dell’imposta di soggiorno a interventi in materia di turismo, da individuare d’intesa con i rappresentanti delle imprese.

Ridurre gli importi del canone speciale RAI, commisurarli all’effettiva durata del periodo di attività e correggere le sperequazioni attualmente vigenti.

Conclusione

Le proposte di Federalberghi non sono nuove, e non è un caso che vengano riproposte oggi ad inizio della campagna elettorale.

I temi centrali sono la diminuzione della pressione fiscale, in primis quelle sugli immobili, che gravano sulla proprietà anche quando l’hotel è chiuso e non dà reddito.

Poi tutte quelle azioni di sostegno alla riqualificazione delle strutture albeghiere.

Così come abbiamo detto, la riforma delle regole che non consentono agli hotel di ampliare i servizi venduti e lo sviluppo di nuove fonti di reddito.

La lotta all’abusivismo secondo il principio “stessa attività stesse regole”.

Ed infine l’ammodernamento delle reti e delle infrastrutture per rendere facilmente accessibile tutto il paese.

Il mio augurio è che il prossimo governo possa mettere mano in modo organico a queste questioni, in modo che il turismo italiano riceva l’attenzione che merita.

occupati

dimensione-imprese

mercato-turistico