Turismo e cultura traino per ripresa e rilancio. Favola o realtà?

scritto da il 18 Luglio 2022

Saranno la cultura ed il turismo un traino per la ripresa e il rilancio? L’Italia saprà cogliere le opportunità che vengono dal PNRR? E soprattutto: riusciremo a far sì che quello del PNRR sia un “debito buono” e non un “debito cattivo”, per parafrasare il Presidente del Consiglio Mario Draghi…

Quello che vediamo in queste settimane è un alternarsi di luci ed ombre.

Come il dato dei 2,4 miliardi per il turismo annunciati in maniera roboante dal ministro del Turismo Garavaglia nei quali però ci sono 600 milioni di opere e infrastrutture per il Giubileo del 2025 (un aiuto indiretto all’amministrazione di Roma Capitale) e finanziamenti per il superbonus per le ristrutturazioni delle strutture alberghiere. Settori da guardare con attenzione, si pensi che il solo turismo considerando sia gli effetti indiretti produce il 13% in termini di PIL e il 14% in termini di occupazione.

In che direzione andare? Sembra che la rotta sia tracciata ma il diavolo come sempre sarà nei dettagli. Anche perché come scrivevo in un altro articolo i nostri enti locali hanno una gravissima carenza di personale specializzato nella spesa pubblica e negli investimenti. Per anni le strutture amministrative erano state tarate con la logica di tagliare i costi e accorpare i servizi (anche quando non aveva senso…).

Partiamo da un po’ di luci.

Il Ministero della Cultura, guidato da Dario Franceschini, ha comunicato di aver raggiunto tutti gli obiettivi del PNRR previsti per la data del 30 giugno. Su cultura.gov.it i decreti di assegnazione di 1,8 miliardi di euro per il miglioramento dell’efficienza energetica di 274 cinema, 348 teatri e 120 musei; per l’attrattività di 310 borghi (linea A + linea B); per la valorizzazione di 134 parchi e giardini storici; per l’adeguamento sismico e messa in sicurezza di 257 luoghi di culto, torri e campanili e per il restauro di 286 chiese del patrimonio del Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno (FEC). Già pubblicata a marzo scorso l’assegnazione delle risorse alle Regioni per interventi di valorizzazione dell’architettura rurale.

cultura

“I traguardi – ha spiegato il Ministero in una nota – sono stati raggiunti grazie alla costante e virtuosa collaborazione che le strutture del ministero guidato da Dario Franceschini hanno avuto con il MEF, gli enti locali, le Regioni, l’Anci, le province autonome, il mondo dell’associazionismo, gli operatori economici e le associazioni di categoria”.

I decreti di assegnazione delle risorse e tutti gli allegati sono disponibili a questo link.

A supporto della nostra offerta turistica il PNRR ha messo a disposizione circa 1,7 miliardi di euro specificamente dedicati, a cui si aggiungono i 600 milioni per Roma e il Giubileo.

Sono risorse che, come ha spiegato il ceo di Mexedia Orlando Taddeo nel report sulla digitalizzazione delle imprese del settore, dovranno servire “specialmente per accompagnare la trasformazione del settore turistico italiano rendendolo più competitivo grazie anche a una maggiore diffusione delle tecnologie digitali”. Gli investimenti previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza hanno il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese e promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Le azioni includono il miglioramento delle strutture ricettive e dei servizi collegati, la realizzazione di investimenti pubblici per una maggiore fruibilità del patrimonio turistico, il sostegno al credito per il comparto turistico e incentivi fiscali a favore delle piccole e medie imprese del settore.

In particolare, la misura 3 “Turismo e cultura 4.0” della missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e turismo” si pone i seguenti obiettivi generali:

– incrementare il livello di attrattività del Paese, migliorando il sistema turistico e culturale attraverso la modernizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali del patrimonio storico artistico;

– migliorare la fruibilità della cultura e l’accessibilità turistica attraverso investimenti digitali e investimenti volti alla rimozione di barriere fisiche e cognitive al patrimonio;

– rigenerare i borghi e le periferie urbane attraverso la promozione della partecipazione alla cultura, il rilancio del turismo sostenibile, della tutela e valorizzazione dei parchi e giardini storici;

– potenziare le strutture ricettive attraverso investimenti in infrastrutture e servizi turistici strategici, rinnovando l’ecosistema turistico e promuovendo il turismo delle radici;

– supportare la transizione digitale e verde nei settori del turismo e della cultura 4.0 e sostenere la ripresa dell’industria turistica culturale e creativa.

turismo

I principali interventi sono il Digital Tourism Hub, i Fondi per la competitività delle imprese turistiche, il progetto Caput Mundi – New generation EU per i grandi eventi turistici e la riforma dell’Ordinamento delle professioni delle guide turistiche.

“Vista la complessità del settore turistico – spiega Taddeo- che coinvolge diversi interlocutori istituzionali ed esprime esigenze a volte anche contrastanti tra imprese ed enti, è indispensabile adottare un approccio integrato di gestione del turismo, che si realizzi attraverso il coinvolgimento dei vari livelli di governo interessati (centrale e locale) e dei numerosi attori economici attivi nell’industria turistica.

La definizione delle politiche strategiche per il settore dovrebbe, dunque, essere decisa in collaborazione tra attori pubblici e privati. Sono necessarie politiche per incentivare e sostenere la spesa nel settore turistico, mantenere elevata la qualità dell’offerta e promuovere un riorientamento verso una ripresa sostenibile, anche favorendo la digitalizzazione nei servizi turistici.

Infine, una ripresa sostenibile richiede un impegno per garantire migliori infrastrutture di collegamento, migliori servizi, una gestione razionale dei flussi turistici, una diversificazione dell’offerta turistica e lo sviluppo di competenze in materia di sostenibilità per gli operatori del settore”.

E la grande sfida per il settore per la quale si dovrà orientare il “debito buono” del PNRR sarà quella della digitalizzazione delle imprese.

Come ha spiegato Taddeo “il digitale avrà un ruolo cruciale per la competitività delle aziende e del settore del turismo nell’epoca post pandemica. Ci troviamo di fronte a nuovi modelli di business e gli investimenti del PNRR devono essere usati anche in questa direzione”.

Per tutte queste ragioni è bene che lavoriamo tutti per rendere il PNRR “debito buono” e per creare una nuova cultura amministrativa e di gestione della Cosa Pubblica.