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Investimenti, siamo esseri irrazionali. E quindi siamo spacciati?
Siamo esseri irrazionali, prendiamone atto se vogliamo investire con successo.
Qualche giorno fa ho scritto un articolo dal titolo un po’ forte: “L’asset allocation classica è morta”.
Certo il titolo era un po’ esagerato, ma la sostanza la ribadisco.
L’asset allocation classica, per come l’abbiamo conosciuta, si basa su di un presupposto errato e quindi rischia di metterci in maggiore difficoltà proprio quando avremmo bisogno di aiuto.
Ma adesso è il momento di fare un passo avanti.
Come detto, partiamo da una delle assunzioni dell’asset allocation classica o statica e vediamo se si può trovare una soluzione migliore. L’assunzione è questa: gli investitori si comportano in modo razionale.
Purtroppo non è così, noi siamo esseri decisamente irrazionali: prima ce ne rendiamo conto e prima inizieremo a diventare investitori migliori.
Sia chiaro, che noi non siamo investitori razionali non lo dico io, ci sono solidi studi alla base di questa mia affermazione.
Infatti da Markowitz ad oggi abbiamo fatto diversi passi avanti – per chi non lo sapesse Markowitz è il padre della teoria classica di portafoglio –
Ora grazie a Daniel Kahneman – uno psicologo che ha vinto il premio Nobel per l’economia – si parla sempre più spesso di finanza comportamentale.
La sua teoria è piuttosto articolata, in questa sede vorrei sottolinearne due cose che dovrebbero spingerci a cambiare molti atteggiamenti nel nostro modo di investire.
Il primo aspetto è che la sofferenza che proviamo nel perdere denaro è molto più forte della gioia che proviamo quando vinciamo. Gli studi di Kahneman hanno stabilito che quando perdiamo una cifra di denaro soffriamo 2,6 volte di più della gioia che proviamo nel vincere la stessa cifra.I suoi studi hanno anche evidenziato che lo stress per una perdita certa è tale da portarci a prendere rischi crescenti pur di evitarla.
In pratica piuttosto di contabilizzare una perdita certa siamo disposti ad accettare il rischio di subire una perdita molto più alta. Questo fenomeno ci porta a rimanere dentro ad investimenti sbagliati, nella vana speranza che la situazione migliori.
Questi ed altri fattori evidenziati, spiegano una caratteristica del nostro cervello, da tempo scoperta e analizzata dalle neuroscienze, che è sotto gli occhi di tutti…
…quando investiamo siamo terribilmente irrazionali.
Cerchiamo di capire meglio il perché: il nostro cervello si divide in due sistemi, il primo sistema è quello del cervello antico.
Questo sistema regola tutte le attività automatiche, reagisce rapidamente e richiede uno sforzo minimo, in particolare non può essere bloccato.
Il secondo sistema è quello del cervello limbico e corticale, funziona più lentamente, entra in gioco solo “su chiamata” e comprende tutte quelle attività che richiedono sforzo, concentrazione ed attenzione.
Abbiamo scoperto che il cervello antico si attiva quando ci troviamo di fronte ad un problema complesso, con informazioni estremamente limitate e in situazioni di forte stress…
…esattamente le condizioni nelle quali ci troviamo quando dobbiamo decidere come gestire un portafoglio in forte perdita.In questi momenti si attiva la parte primordiale del nostro cervello, l’amigdala, progettata per reagire ad un pericolo in due modi: combattere o fuggire.
Quando abbiamo il portafoglio in rosso di solito il consiglio che riceviamo è: pensa al lungo periodo, non fare nulla e vedrai che tra qualche anno tutto sarà risolto…
…ma purtroppo questo consiglio spesso cade nel vuoto.
Infatti, come ci spiega la finanza comportamentale, una perdita ci mette sotto forte stress e dovendo fronteggiare un problema complesso con informazioni limitate, a prendere il controllo sarà l’amigdala che ci comanderà di “fuggire”…
…e fuggendo finiremo per vendere proprio nel momento peggiore possibile.
Te l’ho detto, siamo irrazionali.
L’evoluzione ci ha insegnato che è meglio agire d’istinto. Sfortunatamente i pericoli su cui il nostro cervello si è evoluto sono pericoli molto diversi da quelli odierni, un comportamento che un tempo ci salvava la vita si può ora trasformare in un errore fatale per le nostre finanze.
Ma allora siamo spacciati, dobbiamo rassegnarci?
Ovviamente no, il modo per migliorare drasticamente i risultati dei nostri investimenti c’è.
Prima di tutto dobbiamo migliorare le nostre competenze in materia economica. Infatti l’amigdala prende il sopravvento soprattutto in assenza di conoscenze, il problema sembra complesso solo a chi non conosce.
Per fortuna oggigiorno le possibilità per formarsi ed informarsi in modo serio e senza uno sforzo enorme non mancano. Se vuoi puoi farti un giro sul nostro sito Mas4 e valutare i nostri corsi, ma posso garantirti che non siamo gli unici a fare corsi di livello. Serve solo un pizzico di voglia di impegnarsi.
Formarsi è il primo indispensabile passo, ma non basta, infatti in situazioni particolarmente difficili anche i professionisti vengono messi in difficoltà dal punto di vista emotivo.
Per gestire le situazioni di forte stress emotivo è importante prendere atto che per natura non siamo predisposti a gestire lo stress finanziario quando ci si presenta. Siamo stati progettati così!Come ripeto durante i miei corsi: fai pace con il fatto che non puoi far pace con il cervello.
Se accetti questo allora sai che devi metterti dei paletti piuttosto rigidi dai quali non puoi scappare.
Un po’ come ha fatto Ulisse che per non farsi incantare dal canto delle sirene si è fatto legare all’albero maestro della sua nave.
In questo modo quando sarai in situazioni di stress non avrai nulla da decidere perché le decisioni sono già state prese a monte e al verificarsi di certe condizioni ti dovrai solo attenere al piano.
L’albero maestro che ti proteggerà dagli errori potrebbe essere una strategia dinamica che non solo si adatta meglio al mercato evitando drawdown pesanti, ma ti consentirà di sapere sempre cosa fare in modo pressoché meccanico, togliendoti dall’onere di dover decidere in situazioni di forte tensione.
Una strategia dinamica che funziona molto bene quando le cose vanno male è una strategia basata sul momentum.
Il risk premia momentum esiste grazie al fatto che spesso tendiamo ad agire per imitazione facendo quello che fanno gli altri e questo crea dei trend abbastanza riconoscibili sul mercato.
Anche questo fenomeno, detto “effetto gregge” è stato ben descritto in letteratura, in particolare da Robert Shiller che ha mostrato come esso possa portare alle generazione, e poi scoppio, di bolle speculative.
Attraverso il momentum questi trend si possono sfruttare riuscendo sia ad aumentare il rendimento che a diminuire il massimo drawdown.Per chiudere, prima che ti lanci ad implementare una strategia momentum fai da te, lascia che ti dica due cose molto importanti.
La prima è che le strategie dinamiche sono molto utili ma non sono la panacea. Inoltre per tali strategie, essendo complesse, sarebbe meglio affidarsi ad un team di professionisti.
Cerchiamo di evitare qualsiasi goffo tentativo di implementazione, a meno che tu non abbia una passione smisurata per matematica e programmazione a cui aggiungere tanto tempo a disposizione per studiare e sperimentare.Sarebbe cosa buona e giusta che tu iniziassi a parlarne con la tua banca o il tuo consulente proponendogli di uscire dalla visione di un asset allocation statica per iniziare a cercare insieme prodotti dinamici.
Vedrai che il tuo fegato e il tuo conto in banca ti ringrazieranno.
Articolo a cura di Giorgio Carlino co-fondatore di Mas4-Institute for Personal Finance