categoria: Distruzione creativa
Criptovalute, è tutto finito o Tether è too big to fail?
“E Berta filava
E filava la lana
La lana e l’amianto
Del vestito del santo…”
Da una finestra in Trastevere la voce di Rino Gaetano continuava a cantare.
Era la stanza di una ragazza adolescente che indossava la maglietta della Roma.
Di Abraham.
Mourinho il giorno prima piangeva.
Un pianto di gioia che si era trasferito su tutta la Capitale. Che riprendeva tutt’ insieme vita, energia, vigore. Finita la fase di euforia, però, ritornava velocemente al suo antico sopore, come descritto da Sorrentino nel suo film “ La Grande Bellezza”.
Era Settembre, ed ero con Chiara alla Rinascente. A Via del Tritone.
Lei sorseggiava come sempre una birra ed io ero seduto di fianco, con il succo ai mirtilli di lato e il telefono in mano. Ovviamente.
Di fianco a noi c’erano tre uomini e una donna. E discutevano di cripto.
L’accento romano era inconfondibile e si parlava dei Fan Token della As Roma. La squadra di calcio.
Il più energico dei quattro aveva “investito 5000 euro” e avrebbe continuato a mettere 300 euro da parte ogni mese per comprarne di altri. Si sarebbero apprezzati come il Bitcoin. Ne era sicuro. Gli altri lo ascoltavano con un misto di paura ed ammirazione.
Mostrava loro i grafici e i rendimenti.
“Come si comprano?”, domandò la donna.
“Basta andare su Binance. Registrarsi. Fare un bonifico. Prendere i Tether, i dollari digitali, e poi cliccare qui. Accanto al logo della Roma”.
La narrativa è sempre la stessa, usata per ogni cripto. E si sintetizza in un’unico slogan:
“To the Moon”.
Sì. Ora lo avrebbero seguito.
Nel giro di 9 mesi i Fan Token della Roma hanno perso oltre il 50% del loro valore ma, grazie al percorso vincente della squadra in Europa, sono riusciti a risalire da perdite decisamente più vistose.
L’interrogativo non riguarda il token in questione, legato ad un mero gioco, ma al sistema offuscato che si cela dietro al mondo della speculazione sulle criptovalute.
Ora andiamo con ordine e vediamo un po’ di numeri.
Non solo le cripto ma l’intero mercato Fintech è crollato durante l’ultimo anno.
Se osserviamo le quotazioni dei principali attori, le società fintech legate al Digital Lending e all’Insurtech sono giù dell’80% circa, le Neobanks del 60% e i Neobrokers di oltre l’80%.
Tra i nuovi broker c’è Coinbase, uno dei principali exchange di criptovalute al mondo, che dalla quotazione ad oggi – dell’Aprile 2021 – perde circa l’85%.
Ovviamente Coinbase riflette l’andamento del mondo cripto e durante il recente fallimento della stablecoin Terra, l’Amministratore Delegato Brian Armstrong, ha dovuto anche smentire le ipotesi di rischio di fallimento della società a seguito di un articolo di The Verge, dove si evidenziava il fatto che molti utenti avevano problemi a prelevare il denaro dall’exchange.
Cosa accadrebbe invece se tutti volessero riconvertire i Tether (si veda il mio precedente articolo) in dollari?
Il ragazzo incontrato a ‘La Rinascente’ aveva suggerito ai suoi amici di convertire gli euro in Tether e successivamente scambiare questi in Token della squadra di calcio su Binance.
Tether è la regina incontrastata delle stablecoin con una capitalizzazione di 73 Miliardi di dollari.
Binance è invece uno degli exchange con la maggioranza di volumi scambiati di Tether, nonchè una delle prime ad aver quotato Terra 2.0 dopo che il precedente protocollo avesse fatto bruciare 40 Miliardi di dollari per gli investitori.
Ieri, durante il crollo dell’intero mercato cripto, il fondatore di Binance, per il tramite del suo profilo Twitter, ha confermato i problemi relativi al prelievo di denaro e le cripto hanno continuato ad andare giù.
Tuttavia è diventata una consuetudine il rallentamento o l’inefficienza di una parte degli exchange di criptovalute durante giornate caotiche come quella appena passata.
Entrambe le società ( Tether e Binance) sin dalla loro nascita hanno avuto seri problemi riguardo trasparenza e credibilità, ancora oggi sembrano risultare ancora sotto indagine da parte della Sec ( Consob americana).
Monitorato dalla Sec risulta essere anche il fondatore di Terra Luna e Terra 2.0, Do Kwon.
Valutando l’andamento delle maggiori criptovalute negli ultimi tempi è semplice riscontrare la loro reciproca correlazione.
L’andamento del settore tecnologico americano, prima slegato dalle dinamiche di questo mercato inedito e singolare, mostra una connessione con il mondo delle cripto particolarmente curiosa, soprattutto con il Bitcoin.
E l’inflazione paradossalmente sembra colpire maggiormente le criptovalute viste sempre più come risk asset.
Ma andiamo con ordine.
Tether, durante il crollo della stablecoin Terra, crollava a 0.95 dollari (come da grafico).
Ancora oggi vale poco meno di 1 dollaro.
Come è possibile tutto ciò?
Non dovrebbe essere ancorata perfettamente al dollaro?
Inizialmente Tether affermava di essere coperta interamente da riserve in dollari ma, dopo un accordo con il procuratore di New York ed una sonora multa, la società ha affermato di detenere meno del 4% di riserve in dollari ed il restante composto da Bond Governativi statunitensi e Commercial Papers di varia natura.
Secondo gli ultimi dati a disposizione sono aumentate le riserve in Bond Governativi ma secondo il profilo Twitter Bitfinex’ed: “Tether sostiene segretamente obbligazioni spazzatura di El Salvador” ed è anche dietro Celsius, sia sotto la veste di investitore che di creditore.
Proprio ieri Celsius, la principale società di prestito del settore delle criptovalute ( vista come un’esempio di eccelenza nella DeFi)ha ufficialmente interrotto tutti i prelievi sulla sua piattaforma citando “condizioni di mercato estreme” poiché il suo token CEL aveva perso circa il 50% del suo valore.
Solo qualche settimana fa Celsius aveva affermato di avere 1,7 milioni di utenti e asset in gestione (AUM) per 11,7 miliardi di dollari. Inoltre, aveva dichiarato di aver concesso prestiti per oltre 8 miliardi di dollari e fino a poco tempo fa aveva offerto rendimenti percentuali annui estremamente elevati, fino al 18% sui depositi di criptovaluta.
Il lunedì nero delle criptovalute era cominciato con Celsius, il ribasso dei tecnologici americani ha dato un ulteriore spinta al ribasso e infine è arrivata la comunicazione da parte di Binance di un problema sui prelievi.
È tutto finito?
Forse no. Perché, la vera domanda è un’altra, “ Is Tether Too Big To Fail”?
Nel mondo delle criptovalute, ancora fin troppo privo di regole chiare, non esistono solo exchange centralizzati ma diversi exchange decentralizzati.
E in questi casi si usa per lo più Tether per tenersi liquidi o per fare trading.
Di Tether se ne parla da anni, in particolar modo della possibilità di stampare Token dal nulla per poi manipolare l’andamento delle criptovalute.
Oggi si possono fare solo ipotesi non corroborate da prove, ed esperimenti basati sulla Teoria dei Giochi come il sistema di Terra-Luna hanno mostrato la loro fallacia.
La verità è amara da digerire, perché se Tether dovesse davvero essere attaccata e colpita, trascinerebbe l’intero mercato delle criptovalute verso un baratro dal quale sarebbe molto complicato risollevarsi.
Una speranza, però, c’è?
La criptofinanza è nata per contrastare la finanza tradizionale, che nel 2008 era stata boicottata per mancanza di trasparenza e guidata da troppa avidità.
Andava democratizzata.
Ma ora?
Luna 2.0 appena listata su Binance ha guadagnato all’apertura, ma come nei classici schemi ‘pump and dump’ ad oggi si è ritrovata ai livelli del crollo.
Ma chi ci ha messo i primi soldi?
E perché Madoff è morto in galera e il fondatore di Luna può liberamente dare vita a nuovi progetti?
Nel 2018 avevo affermato che ci piace essere ingannati.
Ora no.
In parte ne siamo consapevoli ma probabilmente siamo troppo disperati per poterlo accettare.
I piccoli protagonisti del mondo della criptofinanza si condizionano a vicenda, spesso essendo parte dello stesso gioco che ha regole che vengono continuamente modificate dagli attori più grandi.
Ma la Sec non si arrende, ed ha un apparato che monitora costantemente le truffe ed i progetti legati al mondo della DeFi, cripto e Nft.
E il libero mercato?
Il capitale ovviamente si sposta sempre dove frutta di più, essendo egoista ed avido per natura. Ma ha un grosso limite; ha sempre bisogno di essere nutrito.
Per autoregolarsi impiega tempo, alimentandosi di vittime più giovani e deboli che considerano la criptofinanza come l’unico strumento verso un arricchimento veloce.
È vero.
Fa parte del processo di crescita.
La teoria evoluzionistica di Darwin – nel caso delle cripto – ci insegna che non è il più forte a sopravvivere, o meglio a prosperare, bensì il più furbo.
Ma la stessa evoluzione ci ha permesso di fare i conti con i nostri errori del passato.
La mano invisibile non ha funzionato prima, figuriamoci ora.
Alternative?
Keynes affermava che “Il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non mantiene le promesse. In breve, non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi.”
Quale futuro?
Stiamo disegnando un nuovo paradigma monetario e le valute digitali – come il dollaro digitale. L’euro digitale e così via – la faranno da padrone.
Questo nuovo paradigma però porterà degli effetti dirompenti non solo macroeconomici ma anche geopolitici.
Tether – e l’intero mondo cripto – continuerà a suonare?