categoria: Res Publica
Liberiamo le rinnovabili dai vincoli: così può nascere la nuova urbanistica
Post di G. Tiziana Gallo, progettista e pianificatrice esperta di rigenerazione urbana, e Luca Lopomo, sindaco di Crispiano –
Il blocco o sostanziale enorme rallentamento all’installazione di grandi impianti di energie rinnovabili, è imputato a un intervento illegittimo dello Stato.
Questa sarebbe l’accusa di installatori e associazioni ambientaliste che bloccherebbe gli impianti mentre contestualmente continua a facilitare e addirittura finanziare le fossili, oggi tornate assolutamente in auge grazie alla guerra in Ucraina. Il protagonista assoluto di queste ore è il gas, insieme al petrolio e persino il carbone.
Ossia tutto ciò che con agenda 2030, fondi strutturali europei 2021-2027, Next Generation EU e altri, sarebbe dovuto diventare il passato.
La modalità con cui verrebbero bloccati circa 70 gigawatt stimati per coprire il nostro fabbisogno energetico al 2030 e che ci permetterebbero di diventare energeticamente indipendenti, sono le Soprintendenze.
Ossia gli organi nazionali, regionali e provinciali chiamati a “tutelare il paesaggio e le bellezze storico-architettoniche” del nostro Paese.
È a partire da questa realtà apparentemente incontrovertibile, e che sta creando grande attrito tra istituzioni e mondo del Green, Legambiente e Confindustria, che abbiamo voluto iniziare a ragionare sul PUG di Crispiano (Piano Urbanistico Generale).
Crispiano piccolo paese dell’entroterra tarantino (circa 14.000 abitanti), ha deciso di redigere il suo piano regolatore (in realtà ci riprova per la quarta volta).
Ma lo ha voluto fare a partire da linee di indirizzo precise: Crispiano Città Famiglia e perseguimento degli obiettivi Agenda 2030 a scala locale.
Città famiglia intesa come comunità resiliente ed accogliente e città ideale per l’insediamento di nuove famiglie alla ricerca di un territorio dove coniugare sostenibilità ambientale e sociale.
Ma come misurare la sostenibilità di un territorio in maniera oggettiva e dimostrare il percorso virtuoso voluto fortemente come visione comune tra amministrazione e comunità?
Per fare ciò abbiamo da subito abbracciato l’idea della Rete dei Comuni Sostenibili di cui siamo subito diventati membri, primo comune in Puglia.
La Rete dei Comuni Sostenibili (RCS) è un’associazione nazionale, senza scopo di lucro, aperta a tutti i Comuni italiani.
Persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento di attività per la promozione tra Comuni e le Unioni dei Comuni, delle politiche per la sostenibilità ambientale, sociale, culturale ed economica, sulla base dei 17 Obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite.
È nata a gennaio 2021 su iniziativa dell’Associazione delle Autonomie Locali Italiane – ALI, Città del Bio e Leganet, in collaborazione con l’Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile, a cui la Rete dei Comuni Sostenibili aderisce dal novembre 2021.
L’obiettivo della RCS è accompagnare i Comuni nel raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030 con strumenti e pratiche innovative, concrete e virtuose.
L’impegno della Rete dei Comuni Sostenibili si concretizza nel:
1. Misurare, con un “set” di indicatori capace di monitorare in modo oggettivo, le politiche di sostenibilità e gli effetti delle scelte dei governi locali;
2. Accompagnare i Comuni nella pianificazione strategica, nella redazione di “Strategie locali di sviluppo sostenibile”, Agende Locali 2030 e DUP finalizzati a migliorare gli indicatori e quindi la qualità della vita e dell’ambiente delle comunità locali;
3. Mettere in rete i Comuni e le Unioni dei Comuni al fine di favorire il confronto e l’interscambio di esperienze, buone pratiche, idee e progetti;
4. Aiutare i Comuni a cogliere le opportunità di finanziamento di progetti attraverso la partecipazione a bandi europei, nazionali e regionali, anche in relazione alle priorità e ai progetti inclusi nel PNRR;
5. Contribuire attraverso campagne di comunicazione e di partecipazione a far crescere la consapevolezza nei cittadini, nella società civile e nelle imprese dei temi della sostenibilità al fine di favorire una “mobilitazione di comunità”;
6. Diffondere il marchio “Rete dei Comuni Sostenibili” esaltando le esperienze locali che con scelte di governo lungimiranti migliorano la qualità di vita dei propri cittadini;
7. Promuovere momenti di alta formazione per gli amministratori locali e i dipendenti comunali sui temi della sostenibilità.
L’Associazione e il progetto dei Comuni Sostenibili nasce dalla volontà di “mettere a terra” gli obiettivi di Agenda 2030 e dalla consapevolezza che solo grazie al protagonismo delle Città e dei Comuni può crescere un nuovo modello di Sviluppo sostenibile.
A tutti i Comuni aderenti, la Rete dei Comuni Sostenibili chiede l’impegno a prevedere l’inclusione degli obiettivi dell’agenda 2030 nel proprio DUP – Documento Unico di Programmazione, a partire dalla classificazione delle azioni previste sulla base dei Goal dell’Agenda 2030 e/o dei domini del BES, e Crispiano dal Bilancio 2022 è uno dei primi Comuni a farlo.
La Rete dei Comuni Sostenibili ha all’attivo diverse “partnership” con associazioni, fondazioni, Università e centri di ricerca, società civile interessate a promuovere progetti dedicati allo sviluppo sostenibile.
In particolare, la Rete ha all’attivo una collaborazione con il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (Joint Research Center). Il JCR cura la redazione dell’European Handbook for SDG Voluntary Local Reviews (VLR) che è stato tra gli strumenti utilizzati per la implementazione del set di indicatori della Rete dei Comuni Sostenibili. L’Handbook offre, infatti, a responsabili politici, ricercatori e organizzazioni come la RCS, un quadro di ispirazione per creare le VLR, che rappresentano uno strumento fondamentale per monitorare i progressi e sostenere le azioni locali verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).
Di qui nasce il logo del PUG. Crispiano città famiglia secondo gli obiettivi Agenda2030:
PUG e DUP pertanto basati sul perseguimento oggettivo degli obiettivi di Agenda 2030 e BES, un vero e proprio Piano Strategico di sviluppo già calato sui principali strumenti di pianificazione di una Amministrazione Locale, visione e azione concreta.
Per la redazione del PUG è stato costituito l’ufficio di Piano con componenti interni del Comune ed esterni e mi è stato affidato l’incarico. L’attività mia e dell’ufficio di piano si è concentrata sul “DIALOGO”.
Con:
1. Amministrazione comunale;
2. Altri comuni ed enti preposti al rilascio dei permessi;
3. Cittadini;
4. Stakeholder;
5 Sistema delle conoscenze locali (università e associazionismo)
È stato unanime il coro di adesione agli obiettivi fissati dal Comune e alla strategia che sarebbe stata utilizzata per “immaginare un futuro sostenibile per Crispiano”.
In particolare proprio dall’ufficio regionale del paesaggio, è arrivata la richiesta di aiutarli a risolvere il problema dell’installazione di grandi impianti di rinnovabili, loro grande cruccio e motivo di scontro con gli imprenditori.
A partire da questo input, ho immaginato una strategia attuativa di sviluppo urbano che rispondesse proprio a questa problematica: come risolvere il problema dei vincoli e garantire la massima cantierabilità degli interventi.
Ossia garantire agli enti la massima tutela del patrimonio paesaggistico, ambientale, storico e architettonico, (molto tutelato in Puglia anche perché è un evidente fattore di PIL per il settore turistico-culturale-food) e contemporaneamente ai privati di arrivare a Crispiano e realizzare sicuramente gli interventi.
Dopo un’attenta analisi della situazione, delle carte, del sistema vincolistico e del territorio, la risposta è stata quanto mai semplice:
BISOGNAVA INDIVIDUARE TUTTO IL TERRITORIO DI CRISPIANO CHE NON AVESSE VINCOLI E LOCALIZZARE IN QUELLE AREE GLI INTERVENTI, come si vede nell’immagine qui di seguito in colore ciano
Questo ci ha permesso di:
1. Individuare tutte le aree produttive sostenibili e ad alto tasso tecnologico in aree che non daranno alcun problema all’approvazione, in quanto non vi è alcun vincolo che vi grava sopra;
2. Rendere flessibili le destinazioni urbanistiche, in un quadro di compatibilità;
3. Individuare le aree per i grandi impianti green nel contorno delle aree produttive già previste senza produrre nuovo consumo di suolo agricolo
Tale approccio è stato utilizzato anche per individuare dove localizzare il piccolissimo residuo di piano residenziale attualmente sottoposto a vincoli di inedificabilità assoluta.
Il problema da affrontare è la denatalità e la fuga dal sud dei giovani, in particolare in un’area complessa come quella dell’area di Crisi Ambientale Tarantina, di cui Crispiano fa parte.
Per avviare alla formulazione di una proposta all’ufficio urbanistica della Regione Puglia, per ottenere l’approvazione delle nostre proposte, siamo partiti da un assunto assolutamente condiviso anche dai rappresentanti dell’ufficio regionale:
“una città sostenibile è in grado di attrarre cittadini”.
Per dimostrare questo è stata analizzata la situazione locale di area vasta, in particolare dall’articolo scientifico dei professori Camarda, Rotondo, Selicato: “Strategie per affrontare la contrazione urbana: problemi e scenari a Taranto”, Bari, 2014 nel quale si afferma: «Il declino della popolazione a Taranto dipende in gran parte dall’elevata emigrazione che, come sopra indicato, riguarda principalmente il bacino dei lavoratori più giovani (25-34 anni) e quelli che creano nuove famiglie.»
Ancora: “L’alto inquinamento è probabilmente uno dei fattori più impattanti, insieme alla carenza di manodopera, dell’emigrazione di persone in età lavorativa. Forse le cause dei problemi ecologici possono verificarsi in tempi relativamente brevi e medio-brevi, mentre le loro conseguenze hanno carattere a medio-lungo termine. Quindi, la componente ecologica svolgerà un ruolo importante per i compiti e le responsabilità future nelle città in contrazione”.
Pertanto è LA PERSONA E LE SUE ESIGENZE a dover diventare il fattore rilevante, l’indicatore principale sul quale fondare l’intero sviluppo urbano e non viceversa, come l’urbanistica ha fatto fino a ieri, in cui una apparente infinita crescita demografica, garantiva un’infinita crescita edilizia, che di fatto ha devastato i nostri territori, spesso superando il rapporto domanda-offerta.
In base al fattore umano, attraverso l’applicazione del metodo Rainbow (Gallo, Torino, 2005) e il raggiungimento degli obiettivi agenda 2030, abbiamo disegnato una strategia di sviluppo urbano che:
1. riduce l’impatto ambientale della città esistente del 65% (CO2 in particolare) quindi il suo consumo energetico;
2. tende al carbon neutral per le nuove costruzioni passive di ogni tipologia ancora da costruire;
3. A parità di numero di persone insediabili, riduce del 16.6% l’edificabilità liberando spazio per gli standard a verde;
4. Garantisce il consumo di suolo 0;
5. Progetta l’intera città dalle strade, alle infrastrutture, alla mobilità al sistema dei beni paesaggistici e ambientali come eco-sistema urbano gestito come comunità energetica inclusiva sul modello di San Giovanni a Teduccio
6. Sviluppa una strategia immaginata per mettere in condizioni tanto il pubblico che i privati-investitori che arriveranno a Crispiano di poter accedere
7.Sinteticamente viene adottata una metodologia in cui all’unità cittadino vengono associati due valori per ogni categoria:
a. Ambientale
b. Sociale
c. Economico
E dimostrando che tutti e tre i valori convergono ad un aumento della qualità della vita anche in termini di offerta di possibilità di lavoro e incentivi alla residenzialità e alla creazione della famiglia
SI DIMOSTRA CHE CRISPIANO CITTA’ SOSTENIBILE E’ NEI FATTI IN GRADO DI ATTRARRE CITTADINI.
Questo approccio è reiterabile in tutta Italia, in quanto risponde perfettamente al quadro normativo italiano e naturalmente a quello europeo, creando il substrato necessario a garantire la finanziabilità degli interventi tanto per l’ente pubblico che per i privati e quindi rendere veramente “attuabile” l’Agenda2030 a scala locale.
Abbattere le lungaggini, abbattere e risolvere i conflitti è alla base del successo di ogni strategia.
Noi lo abbiamo fatto dialogando e ponendo competenze esplicitamente sostenibili a disposizione della comunità e degli enti.