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È tempo di agire in base ai dati: ecco un vademecum per i leader d’azienda
Post di Paul Barth, Global Head of Data Literacy di Qlik –
Siamo nel 2022 e ci sono voluti solo pochi mesi – non certo anni – per sviluppare i vaccini; l’Intelligenza artificiale lavora sempre più spesso al nostro fianco e il metaverso si sta spingendo ben oltre le piattaforme di gaming, per fare il suo ingresso nelle sale riunioni.
Tutto questo è il prodotto di una società che sempre più spesso mette i dati e il digitale al primo posto, cambiando profondamente il luogo di lavoro rispetto alla sua visione tradizionale.
Il lavoro ibrido è ormai la normalità, l’orario d’ufficio è stato ripensato e i dati si sono trasformati da entità passiva quale erano in un organismo attivo che aiuta ad agire con cognizione di causa.
I leader d’azienda devono quindi guardare avanti e capire come preparare loro stessi, le loro aziende e i loro dipendenti per una nuova era che chiede di agire in base alle informazioni. Per fare in modo che questo processo avvenga il più possibile con successo, i leader d’azienda devono porsi le seguenti domande:
• Come sarà il futuro dei dati in azienda?
• Quali saranno le conseguenze di tutto questo per le aziende?
• In che misura siamo pronti per una cultura basata sui dati?
Per aiutarli a rispondere a queste domande, abbiamo recentemente realizzato uno studio a livello globale con l’obiettivo di scoprire come si evolvono i dati nelle aziende, dove sono le lacune da colmare e che cosa i leader d’azienda e gli esperti di terze parti credono sia fondamentale per avere successo nel prossimo futuro. Sulla base dei risultati dello studio, ho riassunto ciò che penso sia indispensabile affinché i leader d’azienda possano raggiungere quel successo.
Crescono le aspettative verso l’attività decisionale basata sui dati
IDC si aspetta che la produzione e la replica dei dati cresca del 23% tra il 2020 e il 2025. Con un simile tasso di crescita ci saranno maggiori opportunità per utilizzare i dati e gli insight da essi prodotti, prendendo così decisioni più puntuali e con maggior cognizione di causa.
Anche l’AI e l’automazione stanno diventando sempre più parte del nostro modo di lavorare. Nel nostro report Data Literacy: The Upskilling Evolution, l’87% dei leader d’azienda intervistati prevede di introdurre nel prossimo futuro robot e macchine in ufficio per incentivare la collaborazione tra sistemi intelligenti e dipendenti umani. Per chi deciderà di migliorare il modo in cui utilizza i dati, la posta in gioco è alta: parliamo infatti di crescita, di nuove quote di mercato e di innovazione. Non è quindi strano che i datori di lavoro si aspettino che i dipendenti sappiano usare i dati almeno in parte.
L’utilizzo dei dati da parte di chi lavora e la sua importanza nell’attività decisionale è raddoppiata lo scorso anno, e l’89% dei leader d’azienda oggi pensa che tutti i membri del team dovrebbero essere in grado di spiegare sulla base di quali dati abbiano preso determinate decisioni. Ma quali sono le conseguenze di tali aspettative?
L’opportunità della Data Literacy
La conseguenza più importante riguarda la formazione. Riuscire a prendere decisioni sulla base dei dati – per non parlare di riuscire a spiegare il modo in cui i dati hanno supportato la decisione – richiede l’alfabetizzazione dei dati, quella che chiamiamo data literacy, ossia la nostra capacità di leggere e analizzare i dati, e di lavorare e comunicare con essi.
La data literacy è ormai tra le competenze non negoziabili per qualsiasi azienda che voglia continuare a essere rilevante, in un futuro che sarà sempre più data-driven. In effetti, leader d’azienda e dipendenti credono che la data literacy sarà la competenza più richiesta entro il 2030, il che significa che nel giro di soli otto anni sarà necessario un grande balzo in avanti per quel che riguarda la sua diffusione nella forza lavoro, soprattutto se pensiamo che solo l’11% dei dipendenti intervistati ritiene di avere piena fiducia nelle proprie competenze in materia.
Oggi, queste capacità sono sempre più richieste e tutti i dirigenti intervistati hanno affermato di essere disposti a offrire un aumento di stipendio del 26% a candidati in grado di dimostrare le loro conoscenze di data literacy e questo, tradotto in cifre, significano 11.000 dollari in più sul salario annuale di un dipendente americano medio. Ma non si tratta solo di questo: la competenza nei dati e nelle analytics aprirà infatti nuove strade verso posizioni di leadership ai dipendenti più ambiziosi, dato che molto aziende hanno in programma di creare nuovi ruoli dirigenziali quali Chief Customer Experience Officer, Chief Metaverse Officer, Chief Automation Officer e Chief Trust Officer nei prossimi cinque anni.
Business readiness
Sulla base di queste statistiche la risposta a “in che misura siamo pronti a una cultura aziendale per cui si agisce in base ai dati?” è, nella maggior parte dei casi “non abbastanza”. È necessario, infatti, fare molto di più affinché le aziende e i loro dipendenti possano crescere in un futuro in cui i dati giocheranno un ruolo sempre più importante.
Ciò significa, innanzitutto, promuovere una cultura della data literacy dall’alto verso il basso. La nostra ricerca ha rilevato che negli ultimi 12 mesi il 35% dei dipendenti ha lasciato un lavoro per passare a un altro che offriva loro migliori opportunità di riqualificazione e formazione. Nell’attuale mercato dei talenti, in cui i leader aziendali non solo devono affrontare la sfida di far crescere le proprie persone ma, a fronte del fenomeno delle “Grandi Dimissioni”, si misurano anche con un livello di affaticamento insolitamente elevato, è fondamentale che i dipendenti comprendano quali opportunità professionali siano aperte per loro e in che modo i loro leader li aiuteranno a raggiungerli. Potrebbero mai diventare i primi Chief Automation Officer della loro azienda?
Tutto questo implica anche democratizzare l’accesso alla formazione della data literacy e richiede l’uso di tool intuitivi, in tutta l’azienda. Attualmente, la grande maggioranza degli investimenti in queste competenze è riservata ai ruoli che trattano direttamente i dati, e ne beneficiano il 13% del team di assistenza ai clienti, l’11% del team finance e il 9% del team vendite. Questa è mancanza di lungimiranza perché soltanto quando la maggior parte dei dipendenti possiede queste competenze e può aiutarsi con interfacce interattive e personalizzate riesce a essere di aiuto a esplorare i dati e a collaborare al loro utilizzo. Soltanto in questo modo tutti riusciranno a prendere decisioni migliori e con cognizione di causa.
Un futuro di successo: l’inizio di una nuova era per i dati
Siamo di fronte all’inizio di una nuova era per i dati nel mondo aziendale. Le aziende leader di mercato stanno già cogliendo i vantaggi dell’Active Intelligence, in cui insight contestualizzati vengono messi a disposizione in tempo reale per dare avvio ad azioni puntuali da parte sia delle persone che delle macchine. Con la crescente importanza dei dati e di tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale e l’Apprendimento Automatico, le opportunità di analisi che questi sistemi offrono sono enormi. Questo, però, sarà utile soltanto se gli insight finiranno nelle mani di chi saprà tradurli in effettive decisioni di business. Saranno queste aziende, con la forza di dipendenti capaci di utilizzare i dati, che avranno successo in questa nuova era.
Per concludere, è importante che i leader d’azienda inizino a formare la propria forza lavoro, a creare una cultura che incentivi la curiosità necessaria per costruire questo futuro e a occuparsi in prima persona di questa trasformazione per cogliere i frutti delle nuove opportunità che arriveranno.