categoria: Distruzione creativa
Tecnologia, i 6 ambiti pronti a spingere l’economia nel prossimo triennio
Post di Alberto Bazzi, direttore Advanced Technologies di Minsait in Italia –
La tecnologia sta guidando l’economia italiana e globale con una forza e una velocità mai viste prima nella storia. Anche se è sempre stato un fattore di crescita economica, negli ultimi due decenni la digitalizzazione è diventata ancora più potente come forza motrice nelle economie e società avanzate. Una tendenza destinata a consolidarsi nel nostro immediato futuro: entro la fine degli anni venti, la digitalizzazione si affermerà come il principale acceleratore del progresso nel mondo.
La grande rivoluzione del nostro tempo è la quarta rivoluzione industriale. Uno straordinario momento di esplosione tecnologica, abilitato dal miglioramento esponenziale dell’iper-connettività, grazie allo sviluppo delle nuove reti 5G, della sensoristica e dell’Internet of Things (IoT).
Oggi il nostro mercato digitale nazionale vale complessivamente oltre 75 miliardi di euro, con tassi di crescita annuali del 5% per il triennio 2022-2024; tassi di crescita che potrebbero aumentare ulteriormente grazie all’impatto positivo delle risorse e delle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Un vero motore per il nostro PIL con un potenziale dirompente per gli attuali modelli di business e per la società nel suo complesso: l’investimento nella digitalizzazione è anche lo strumento migliore per affrontare la grande sfida del riscaldamento globale e per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Quali tecnologie ci aiuteranno ad affrontare queste sfide di crescita economica, sostenibilità ambientale e progresso sociale? Secondo la nostra esperienza, ci sono sei ambiti tecnologici che, con i giusti investimenti e la giusta guida, potrebbero avere il maggiore impatto nei prossimi tre anni.
In primis, l’intelligenza artificiale: secondo Gartner, il 70% delle organizzazioni avrà architetture AI operative entro il 2025. In Italia, il mercato AI/Cognitive avrà il più alto tasso di crescita tra i principali abilitatori tecnologici, con un aumento stimato del 24%. La sua applicazione specifica, per esempio, ai canali di contatto tra aziende, istituzioni e cittadini può rivoluzionare gli attuali modelli di relazione che alimentano gli scambi economici, andando verso i cosiddetti Cognitive Experience Centers integrati e intelligenti.
In secondo luogo, naturalmente, i sistemi avanzati di raccolta, elaborazione e analisi di grandi moli di dati. L’impatto dei Big Data e dell’analitica avanzata sul business sarà decisivo nei prossimi trent’anni. Secondo le nostre stime, basate su casi italiani, l’applicazione della data intelligence all’ottimizzazione delle campagne di marketing – attraverso la customer analytics, la micro-segmentazione e l’ottimizzazione del mix di investimenti pubblicitari – può generare un aumento delle vendite tra lo 0,5% e il 3%. Questo aumento commerciale può anche raggiungere l’1,5% se applicato al miglioramento del business fisico e della forza vendita. Analogamente, la valorizzazione dei dati nello sviluppo di nuovi prodotti sempre più personalizzati può determinare un aumento delle vendite fino al 2,5%; mentre la creazione di sistemi di prezzi dinamici e intelligenti, adattati in tempo reale, può generare aumenti delle vendite fino al 3,8%. Sono tutte percentuali destinate ad aumentare nei prossimi anni.
In terzo luogo – e abilitata in parte dalle prime due tecnologie evidenziate – l’automazione dei processi attraverso tecnologie di Intelligent Process Automation, basate su sistemi di robotizzazione con uno strato di intelligenza artificiale. L’iper-automazione è un fattore differenziante destinato a diventare sempre più importante nelle strategie innovative delle aziende, capace di ottenere miglioramenti sostanziali in termini di efficienza operativa e servizio al cliente. Gartner stima che entro il 2022, il 65% delle organizzazioni che hanno implementato l’automazione dei processi robotici (RPA) aggiungeranno uno strato di intelligenza artificiale, tra cui l’apprendimento automatico, l’elaborazione del linguaggio naturale e il low code; ed entro il 2024, la combinazione di queste tecnologie e la riprogettazione dei processi permetterà alle organizzazioni di ridurre i loro costi operativi del 30%. Solo in ambito low code, stiamo registrando ritorni sugli investimenti fino al 502% nei progetti per i nostri clienti.
Il quarto ambito tecnologico con il maggiore impatto nei prossimi tre anni saranno gli algoritmi “Quantum Inspired”. Anche se il Quantum Computing non ha ancora raggiunto un livello sufficiente di maturità, scalabilità, affidabilità e diffusione, ci sono già applicazioni di algoritmi quantistici che stanno generando opportunità in settori come l’energia e la finanza. Questo potenziale dell’informatica quantistica sta alimentando l’aumento delle stime del valore di mercato: MarketsandMarkets prevede una crescita globale molto significativa, da 472 milioni di dollari nel 2021 a 1,76 miliardi di dollari nel 2026, con un CAGR del 30,2% durante questo periodo.
Un altro trend è legato al “move to cloud”. La Cloud Migration, ossia il processo che porta le aziende ad appoggiarsi al cloud computing, è un percorso ormai avviato. Questo percorso ha avuto un forte impulso durante la pandemia da Covid-19, per la quale il cloud è risultato un forte abilitatore di continuità e di evoluzione dei servizi e delle attività di aziende e organizzazioni. Secondo i dati dell’Osservatorio “Cloud Transformation 2021” della School of Management del Politecnico di Milano riportano il mercato italiano del Cloud nel 2021 vale 3,84 miliardi di euro, con un tasso di crescita del +16% rispetto al 2020.
Infine, la Cybersecurity, come risposta all’aumento esponenziale degli attacchi informatici. Nonostante la crescente consapevolezza dell’aumento del rischio e degli investimenti, molte aziende italiane non hanno ancora strategie di sicurezza informatica ben definite e integrate. In quest’area, dobbiamo passare da un approccio tattico a uno strategico, considerando la cybersecurity come un abilitatore di business, incorporando nella proposta di valore una componente di sicurezza differenziale per clienti e cittadini