categoria: Distruzione creativa
Lavoro e tech, servono le giuste competenze e un nuovo modello formativo
Post di Ivan Ranza, CEO di Epicode –
L’educazione dei giovani non è più adeguata alle esigenze del ventunesimo secolo. I modelli formativi della scuola a vari livelli si sono poco evoluti e quando lo hanno fatto, talvolta era in funzione delle esigenze dei singoli privilegiando status acquisiti e sottovalutando l’impatto sociale nel medio termine che l’educazione ha sulle future generazioni. Il World Economic Forum, prevede che nel mondo dovranno essere formate 1 miliardo di persone su nuove competenze entro il 2030. In questo contesto l’Italia ha accumulato un ritardo rilevante posizionandosi agli ultimi posti nella classifica del Digital Economy and Society Index: 26 milioni di italiani non hanno una competenza digitale adeguata (solo il 42% della popolazione tra i 16 e 74 anni ha competenze digitali basiche o avanzate).
Nel corso degli ultimi decenni l’Italia ha posto poca attenzione alle scuole professionali, uniformando gli indirizzi scolastici partendo da una visione poco pragmatica di ‘uguaglianza scolastica’ dimenticando le ambizioni degli studenti e le richieste di professionalità nuove dal mercato. Anche a causa di queste scelte, abbiamo creato generazioni di giovani disoccupati che hanno mirato solamente al ‘foglio di carta’ senza tener conto di quello che realmente serviva nel mondo del lavoro: le competenze. Scuola superiore e Università non sono riuscite a mantenere quel legame solido e costruttivo con il mondo del lavoro, che negli anni ’50, ‘60 e ‘70 ha aiutato il paese a crescere. Una situazione complessa, resa talvolta ancor più critica dai bizantinismi burocratici e altre volte da una mancanza di meritocrazia per le persone volonterose che all’interno di questi contesti si sono prese la responsabilità di cambiare.
È necessario seguire le esigenze della società moderna, ripensando urgentemente a come l’educazione viene strutturata e insegnata. Ma come costruiamo un sistema educativo che prepari i lavoratori del futuro alle competenze tecnologiche? Il concetto di conoscenza, che molti di noi hanno imparato a scuola, esiste sempre meno, servono competenze diverse e verticali unite a esperienza sociale, intesa come capacità di muoversi e adattarsi a contesti veloci e precisi. La tecnologia sta ridefinendo alla radice il ruolo dell’educazione scolastica nella società, un‘onda di cambiamento che è appena iniziata. Essa non vuol dire trasformare i libri di testo in digitale, ma cambiare il modo in cui i contenuti vengono pensati e distribuiti, oltre alla capacità di ingaggiare e intrattenere gli studenti supportandoli e indirizzandoli nella costruzione del loro percorso di vita professionale.
Fino a poco tempo fa molte di queste possibilità erano ad appannaggio solo di chi poteva avere un accesso privilegiato a informazioni e formazione qualificata, oltre a disponibilità economiche rilevanti, oggi non è più così. Si possono muovere i primi passi nel mondo tech diventando programmatori backend, frontend, full stack, cybersecurity, salesforce, cloud e molte altre tecnologie, affrontando percorsi intensi di studio e applicazione pratica con formule di micro-finanziamento accessibili a tutti. Per poter essere attori nel mercato del lavoro, sono necessarie competenze tecnologiche evolute. Chi saprà scrivere almeno una riga di codice avrà certamente un solido ‘passaporto professionale per il futuro’.