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Gas, prezzi pazzeschi. Come possiamo difenderci dal caro bolletta?
Post di Pedro Gomes Pereira, managing director Southern Europe di Eurowind Energy, azienda attiva nel settore dell’energia rinnovabile –
Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il clima per gli anni 2021-2030 (PNIEC) ha definito una quota di energia rinnovabile (FER) nei consumi finali lordi di energia del 30% nel 2030, contro un 32% della media UE, ma questi obiettivi sono stati rivisti ulteriormente al rialzo, in linea con dei target più ambiziosi delineati dal “Green Deal Europeo”. Così il governo ha adottato il Piano per la transizione ecologica (PTE) che fornisce un quadro delle politiche ambientali ed energetiche integrato con gli obiettivi già delineati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Secondo questo nuovo piano, la generazione di energia elettrica dovrà dismettere l’uso del carbonio entro il 2025 e dovrà provenire nel 2030 per il 72% da fonti rinnovabili, fino a livelli prossimi al 95-100% nel 2050.
Secondo il PTE, per raggiungere questo obiettivo intermedio al 2030, si stima che il fabbisogno di una nuova capacità da installare dovrebbe arrivare a circa 70-75 GW di energie rinnovabili, contro poco più di 60 GW ad oggi. Tali obiettivi sembrano positivamente ambiziosi, ma guardando lo storico dell’Italia negli ultimi anni, la realtà delle politiche energetiche attuali e le previsioni indipendenti più autorevole della quota FER da installare nell’orizzonte temporale del PTE, ci si chiede se è fattibile il suo raggiungimento.
Perché? Secondo dati di Terna, nel periodo da gennaio ad agosto 2021 la quota delle energie rinnovabili è stata pari al 38,8% della domanda di elettricità, poco più della metà dell’obiettivo del 72% nel 2030. Vedete? Mancano solo 8 anni. Secondo le previsioni di Ember, un think tank indipendente nel settore dell’energia, le previsioni della quota FER nel 2030 non vanno invece oltre un modesto 55%.
Dal 2010 al 2015, l’Italia ha praticamente triplicato la potenza eolica e solare installata: ad oggi il Belpaese è il secondo in Europa con più potenza fotovoltaica installata, dopo la Germania, ma tali installazioni si sono stagnate e la produzione di elettricità dal carbonio (ridotta del 65% sin dal 2015) è stata sostituita dal gas che, invece è cresciuta dal 40% al 46%, rendendo l’Italia ancora più dipendente dal gas della Russia. Addirittura, l’Italia è il secondo paese con più produzione di elettricità termica dal gas, sempre dopo la Germania.
Questo contrasta con le prospettive a livello mondiale. Dai dati di IEA (International Energy Agency), emerge che nel 2022 il fotovoltaico passerà la soglia dei 1.000 GW a livello globale e nei quattro anni successivi aumenterà ulteriormente, installando 1.400 GW.
Oltre a questa scelta di politica energetica, tutti gli attori mondiali delle rinnovabili si sono sempre dovuti confrontare con delle difficoltà autorizzative nello sviluppo di progetti. Questo problema, probabilmente la principale fonte di rallentamento e di limitazione della crescita del settore e degli investimenti, è stato di nuovo affrontato in sede PNRR e D.L. n. 77/2021. Oltre queste problematiche che riguardano il lato quantitativo, occorre tener conto anche la questione prezzo.
La crisi energetica e geopolitica recente ha portato ad un aumento esponenziale del prezzo del gas, confermando i rischi economici e politici associati ad una dipendenza di questo combustibile fossile. Infatti, secondo i dati del Gestore dei Mercati Energetici (GME), l’aumento del prezzo del gas, associato ad un incremento della “carbon tax”, ha portato ad un incremento del prezzo unico nazionale della elettricità (PUN) di 3,7 volte nell’ultimo anno (da 56,57€/MWh a febbraio 2021 a 211,69€/MWh a febbraio 2022).
Dal Sole 24 Ore del 6 marzo, autore Jacopo Giliberto
Considerando che il costo medio di produzione di elettricità di fonte eolica onshore e fotovoltaica in Italia a fine 2021 si atteneva rispettivamente fra i 46,3 e i 49€/MWh, si può concludere che produrre energia elettrica da queste fonti rinnovabili ad oggi costa meno di un quarto del prezzo della elettricità all’ingrosso in Italia. In altre parole, la sempre maggiore crisi causata dall’impennata dei costi energetici è dunque, come noto, soprattutto causata dal crescente costo di produzione dell’energia, in particolare dal gas, mentre le fonti rinnovabili (il fotovoltaico e l’eolica onshore in particolare), non bruciando combustibile, per loro natura hanno un costo fisso di produzione che gli permette di essere la forma più efficiente per abbassare la bolletta della elettricità in Italia.
A fronte di questa congiuntura e dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina, è facile capire che i prezzi del gas non potranno che non aumentare ancora di più e dovrebbero mantenersi alti pure i prezzi dell’elettricità. Per questo motivo è fondamentale per l’Italia ridurre la sua dipendenza delle importazioni di gas dalla Russia ed è stato imprudente non avere diversificato le fonti domestiche di produzione di energia e di fornitori, come già annunciato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi.
La UE si prepara adesso ad applicare una serie di sanzioni e misure rigide contro la Russia che avranno un effetto boomerang, come ad esempio la sospensione del gasdotto Nordstream 2 che collega la Russia alla Germania. Il gasdotto esistente (Nordstream1) sarà dunque l’unica alternativa possibile per continuare a fornire il gas russo in tutta l’Europa, compreso il 45% del gas che è indirizzato all’Italia.
Gli errori del passato ormai sono stati commessi. Le rinnovabili hanno un ruolo fondamentale nella sovranità dell’Italia, dunque, anche per l’autonomia energetica che rende qualsiasi paese più competitivo. Quando si parla di rinnovabili, non si parla solo delle fonti convenzionali di produzione di energia elettrica, come il solare, l’eolico, l’idroelettrico, le bioenergie, etc. La elettrificazione dei trasporti e di diversi settori dell’economia agevolata dalle fonti rinnovabili è già ad oggi una realtà, ma con molto spazio di crescita.
In ogni caso, ci sono diversi settori, soprattutto industriali, dove la elettrificazione non è percorribile sia per ragioni economiche che tecniche. In questi casi, comunque, le rinnovabili potranno essere la soluzione per la riduzione della dipendenza energetica, in quanto queste permettono di sostituire il gas fossile importato con la produzione di gas rinnovabile, quale l’idrogeno verde, oppure altri prodotti derivati, come l’ammonio o il metanolo verde.
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