Il ritardo dell’Italia (e del Sud) sulle competenze digitali: basterà il PNRR?

scritto da il 17 Gennaio 2022

Il 25% dei fondi del PNNR è destinato alla transizione digitale. Non è poco, ovviamente, trattandosi di svariati miliardi di euro. Ed è opportuno che la politica si occupi del tema. Si consideri infatti che l’Italia è sotto la media europea nell’indice DESI (Digital Economy and Society Index).

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Nonostante la vulgata comune, la mancanza di risorse non è la causa di tutti i mali del nostro Paese. Occorre quindi entrare un po’ più del dettaglio del problema per poter intervenire in maniera efficace. Una recente pubblicazione della Banca d’Italia -a cura di Benecchi, Bottoni, Ciapanna, Frigo,  Milan e Scarinzilavoro- offre spunti interessanti per almeno due motivi. In primo luogo, perché ci offre un indicatore DESI di livello regionale, chiamato rDESI. In secondo luogo, perché ci consente di ragionare sulle varie componenti dell’indicatore.

La mappatura regionale ci dice qualcosa che non sorprende. All’interno di una Nazione in ritardo rispetto ai partner europei, c’è un’area del Paese che viaggia più lentamente delle altre. Tutte le Regioni del Mezzogiorno sono infatti sotto la media.

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Ma l’r-DESI è un indicatore sintetico. Guardando alle singole componenti si notano molti più particolari.

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Ad esempio, la componente “Connectivity” presenta meno divari. Quindi, quando sentite dire che il problema del digital divide riguarda la lentezza delle connessioni, sappiate che non è quello il centro della questione. Quello che emerge chiaramente come fonte di divario, è il capitale umano. Molto spesso ho riflettuto[1] sul fatto che i ritardi di alcune regioni -il più delle volte meridionali- rispetto alla media del Paese sono speculari rispetto ai ritardi dell’Italia rispetto alla media UE. Anche in questo caso, i ritardi in termini di capitale umano delle regioni meridionali richiamano gli stessi del nostro Paese, come si evince chiaramente dalla seguente figura.

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Per porre rimedio alla situazione sopra descritta, il Ministero guidato da Vittorio Colao ha fissato i seguenti obiettivi, da raggiungere entro il 2026.

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Tuttavia, in merito all’obiettivo “Competenze”, oltre alla “Strategia nazionale per le competenze digitali“, si registra ad oggi una sola iniziativa, realativa al cosiddetto “Servizio Civile Digitale“. Iniziativa interessante, ma si tratta di un programma di volontariato. Servirà molto di più per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Twitter @frabruno88

[1] Bruno F., “Un’occasione per il Mezzogiorno: ridurre il digital divide per aumentare la crescita”, all’interno di AA.VV., “10 idee per convivere con il lavoro che cambia“, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli 2017