categoria: Vicolo corto
Quale ruolo per le aziende Oil & Gas nella transizione energetica?
di Simone Trevisani, amministratore delegato di Drillmec Spa* –
In queste settimane il dibattito sulla necessità di una nuova politica e prospettiva energetica per il nostro Paese è più che mai acceso. In attesa di comprendere quale sarà il vero orizzonte temporale delle energie rinnovabili, l’industria del petrolio e del gas nel suo complesso ha senza dubbio un’occasione storica di gettare le basi del futuro energetico del pianeta, ma questa rappresenta anche un’enorme responsabilità. Gli investimenti previsti per la transizione energetica da qui al 2050 infatti sono enormi, oltre 15 trilioni di dollari, dei quali 11 destinati alle rinnovabili.
Sappiamo che saranno proprio le industrie, prima ancora dei governi, i principali motori di questo cambiamento nel segno dell’economia verde ed è per questa ragione che per primi noi che operiamo in questo settore dobbiamo impegnarci per proporre delle soluzioni che consentano una transizione energetica sostenibile per la società, per l’ambiente ma anche per il nostro settore e le nostre industrie.
Quando si parla di transizione energetica è importante guardare i numeri e, come sottolineato nell’ultimo report della IEA, The oil and gas industry in energy transitions, ancora oggi l’81% della domanda di energia mondiale è sostenuta con i combustibili fossili e questo è il presupposto per l’economia globale attuale. È fuori di dubbio che questa situazione debba cambiare e le previsioni sono di un crollo dell’80% entro il 2050. Saranno dunque le modalità con cui avverrà questo cambiamento a determinare non solo la sostenibilità delle nostre imprese, ma anche quella della società tutta.
Una transizione energetica che non tenga conto della necessità di evitare, per esempio, sperequazioni sociali, sarebbe un completo fallimento. Sicurezza ambientale, sicurezza sul lavoro, economia circolare e fonti energetiche alternative sono tutti aspetti di uno stesso problema: come immaginiamo il futuro del nostro settore e del mondo di domani?
Le industrie dell’Oil & Gas per prime devono avere il coraggio di investire maggiormente in ricerca e sviluppo sulle nuove fonti di energia. Oggi nel complesso il nostro settore investe meno del’1% in queste attività e il rischio è di restare tagliati fuori nel giro di relativamente pochi anni, se è vero, per esempio, che entro il 2030 tutte le auto prodotte dovranno essere elettriche, almeno in Europa. I numeri, tra l’altro, ci dicono che il business green è meno redditizio di quello tradizionale e per quanto possa crescere rapidamente non garantirebbe mai gli stessi ritorni che abbiamo visto fino a ora.
Farci trovare preparati di fronte a questo cambiamento è quindi più che mai necessario, come è necessario agire da promotori e attori di questa transizione e non metterci nella posizione di subirla. Per esempio, intervenendo con l’aggiornamento degli impianti, soprattutto di estrazione di gas metano, per limitare l’emissione della CO2. Riducendo il flaring, abbattendo i consumi nelle operazioni di perforazione, introducendo tecnologie innovative come la carbon sequestration.
Oppure, come stiamo facendo in Drillmec, con l’introduzione di sistemi che innestati sui nostri impianti siano in grado di generare idrogeno pulito dal metano senza produzione di CO2 e quindi senza nemmeno la necessità dello stoccaggio sottoterra, operazione molto problematica.
Questi sono solo piccoli esempi di come possiamo gradualmente introdurre il concetto di economia circolare nel nostro settore e allo stesso tempo dare un contributo concreto alla transizione energetica. L’idrogeno è solo uno dei mercati ai quali guardare con attenzione, perché il tema della sostenibilità ambientale passa anche attraverso quello della sicurezza degli impianti.
L’aggiornamento tecnologico e la manutenzione predittiva sono due aspetti fondamentali che devono essere sempre più al centro delle nostre preoccupazioni. Migliorare questi aspetti significa procedere con maggiore sicurezza e rispetto per l’ambiente nelle more della transizione energetica. L’innovazione tecnologica ci è alleata, ma è ancora sottoutilizzata negli impianti di perforazione. Intelligenza artificiale e l’analisi dei dati sono fondamentali per affrontare la transizione ecologica e tenere sotto controllo le emissioni. Dobbiamo essere all’avanguardia anche in questo e recuperare il tempo perso negli ultimi anni rispetto ad altri settori industriali che sono progrediti più rapidamente dal punto di vista dell’IcT.
Abbiamo dunque l’occasione di essere leader di un processo che è destinato a cambiare il mondo che abbiamo conosciuto negli ultimi 200 anni, ma anche di indicare una strada virtuosa rispetto all’attenzione e alla salvaguardia delle vite umane sul luogo di lavoro. Tutto questo rappresenta anche una straordinaria opportunità per un settore, il nostro, che ha sofferto molto dal punto di vista reputazionale soprattutto negli ultimi 30 anni.
*Drillmec SpA
Drillmec progetta, produce e integra impianti di perforazione per applicazioni onshore e offshore. Il portafoglio prodotti onshore copre ogni singola esigenza del settore: dalle unità fast moving agli impianti convezionali e non convenzionali; dagli impianti idraulici a quelli per la perforazione in clima artico. Mentre la gamma offshore comprende una linea completa di attrezzature e drilling packages: piattaforme, jack-up, barges, semisommergibili, drill ships e navi per well intervention. Drillmec fornisce inoltre una gamma estremamente diversificata e ampia di attrezzature e accessori per la perforazione in qualità di OEM. Gli equipment di Drillmec sono stati installati e integrati su oltre 600 impianti di diversi design, lavorando in più di 60 paesi e in diverse condizioni ambientali e operative estreme.