categoria: Draghi e gnomi
Occupazione femminile, vietato mancare gli obiettivi del PNRR
Post a cura dell’associazione Bussola Italia –
Bussola Italia prosegue con le analisi del PNRR condotte dai propri gruppi di lavoro. Stavolta è il team Pari Opportunità di Bussola Italia, coordinato da Sonia Malaspina con Fausta Paolini e Gabriella Pappadà. Stefano Cianchi ha invece coordinato tutti i gruppi di lavoro di Bussola Italia.
Nel 2019 l’occupazione femminile in Italia era al 53.1% del totale, molto inferiore a quella maschile, pari al 72,9%. Un dato che la collocava agli ultimi posti rispetto alla media EU. Con la pandemia la situazione è persino peggiorata, visto che l’occupazione femminile è scesa al 48,6% (OCSE secondo trimestre 2020), senza considerare che il fenomeno è estremamente sperequato a sfavore del Mezzogiorno.
Con questi numeri non possiamo permetterci di mancare gli obiettivi del PNRR riguardo le pari opportunità.
Ricordiamo poi che il Next Generation EU ha introdotto delle priorità, ovvero investire almeno il 37% del Fondo ricevuto in misure a favore del clima ed almeno il 20% per la digitalizzazione. Sebbene la parità di genere sia una priorità trasversale, senza interventi specifici per promuovere l’occupazione femminile anche in questi settori fortemente finanziati, l’impatto maggiore sarebbe a favore dell’occupazione maschile, con il risultato paradossale di ampliare ancora di più il gap occupazionale di genere.
Nel suo complesso il PNRR punta sulla parità di genere attraverso una maggiore partecipazione al mercato del lavoro. Il supporto all’imprenditoria femminile e la certificazione della parità di genere sono le sole misure esclusive. Ci sono delle misure che potenziano in modo trasversale altri aspetti con impatto positivo sull’offerta di lavoro. Per esempio i servizi di assistenza all’infanzia e ai disabili dovrebbero favorire la conciliazione vita-lavoro, mentre il miglioramento dei risultati scolastici e delle competenze digitali dovrebbero condurre verso un’offerta di lavoro femminile più elevata e qualificata.
Per questo motivo il provvedimento del PNRR preso in esame da Bussola Italia è proprio quello relativo al supporto all’imprenditoria femminile, all’interno delle Missioni M4 (istruzione e ricerca), M5 (inclusione e coesione) e M6 (salute) del PNRR, e destinato a donne di qualsiasi età residenti in Italia che desiderano avviare una piccola impresa. L’analisi è stata integrata con lo studio di provvedimenti similari contenuti nelle stesse Missioni, in modo da suggerire possibili sinergie in fase di implementazione.
1. Beneficiari: prendiamo bene le misure
Il progetto è destinato a donne di qualsiasi età residenti in Italia che desiderano avviare una piccola impresa ed ha una dotazione di 400 milioni per la sua implementazione nel corso dei 6 anni considerati dal piano.
Proposta
Considerata l’ampiezza della platea dei potenziali beneficiari, proponiamo di segmentarla in bacini il più possibile omogenei, secondo criteri numerici, oggettivi e condivisi. In questo modo l’implementazione sarebbe più focalizzata sui reali bisogni di ciascun bacino, sulle priorità e sull’efficace misurazione dell’avanzamento del progetto.
Suggeriamo inoltre di creare un insieme di costi standard unitari dell’accompagnamento imprenditoriale individuale, declinato per i diversi tipi di attività previste per i sottogruppi (agevolazioni, misure di accompagnamento, ideazione e promozione di campagne). Questo consentirebbe di calibrare in maniera precisa il numero totale di donne coinvolgibili nel corso dell’implementazione del piano e di meglio misurare i risultati via via che maturano.
2. Le sinergie moltiplicano il risultato
L’investimento M5C1-M1-1.4 del PNRR destina 400 milioni al supporto delle imprese a conduzione femminile. Inoltre in altre Missioni sono previsti progetti destinati a minori, anziani e persone con disabilità, come ad esempio potenziamento dei servizi di asili nido e rafforzamento servizi di prossimità e supporto all’assistenza domiciliare. Si tratta di provvedimenti tesi ad alleggerire il carico di cura che oggi ricade prevalentemente sulle donne, spesso non retribuito e non riconosciuto.
Proposta
Riteniamo molto importante che i gruppi dei beneficiari definiti per gli investimenti (M4C1 1.1, M5C1 1.1,1.2,1.3 e M6C1 1 e 2) vengano condivisi in modo sistematico e puntuale tra i ministeri e le amministrazioni responsabili degli investimenti contigui che incidono sugli stessi obiettivi. Si otterrebbe così una convergenza e focalizzazione delle azioni sugli obiettivi da concretizzare nei bacini di beneficiari, dando priorità su quelli dove il tasso di occupazione femminile è più basso.
L’attuazione, in cooperazione inter-amministrativa, degli investimenti, migliorerà l’emersione dell’occupazione attuale (badanti, caregiver, ecc…) e potenzierà la rete sociale di assistenza anche creando nuova occupazione. La modalità in cooperazione inter-amministrativa potrà essere molto facilitata, con minori rischi di fallimento, se condotta con una accurata metodologia di misurazione della progressione verso gli obiettivi comuni.
Prima di trasformare le modalità di erogazione dei servizi, sarebbe infine auspicabile introdurre un processo organizzato di cooperazione attiva con le comunità locali, così da coprire in modo appropriato e mirato le esigenze a seconda dei territori.
3. Facciamo prima il rodaggio
L’intervento deve essere completato entro il 2026; inoltre la sua complessità e la numerosità dei possibili beneficiari espone la trasformazione a significativi rischi di insuccesso.
Proposta
Sarebbe pertanto utile approcciare la realizzazione in due fasi: a) un progetto pilota per mettere a punto la metodologia e la soluzione, b) l’estensione della trasformazione ad un numero di identificati bacini di beneficiari proporzionale alle risorse disponibili.
Anche in questo caso sarebbe efficace un metodo di controllo avanzamento lavori incentrato non sul consumo delle risorse, ma primariamente sul raggiungimento dei risultati attesi.
Per ridurre i rischi di insuccesso e aumentare la probabilità dei benefici, riteniamo fondamentale l’individuazione precisa e ben descritta dei bacini dei beneficiari oltre che condivisione, tra le amministrazioni, del metodo e dell’avanzamento lavori. Questo, infine, potrebbe mettere in luce eventuali ostacoli normativi, procedurali ed esecutivi così da tempestivamente rimuovere tali ostacoli.
4. Chi fa cosa
Il PNRR indica che l’attuazione del progetto sarà a cura del Ministero per le Pari Opportunità e la Famiglia, degli Enti locali e territoriali.
Proposta
Riteniamo sia necessaria l’istituzione di una cabina di regia dove tutte le amministrazioni, nazionali e locali, siano coinvolte nelle decisioni realizzative e nella valutazione, in corso d’opera, del miglioramento dell’incremento del tasso di occupazione femminile.
# # #
Bussola Italia
Nata nel 2020 in pieno lockdown, Bussola Italia chiede alle massime cariche istituzionali di definire una visione del futuro del nostro Paese, da perseguire con un piano che indichi obiettivi e tempistiche concrete e misurabili, utilizzando in modo produttivo le risorse disponibili, a partire da quelle del Recovery Fund.
Bussola Italia è nata da un comitato promotore composto da tre associazioni da tempo rappresentative del mondo delle professioni, della business community e del civismo, attive tra Milano e Roma: APE Associazione per il Progresso Economico, Associazione CIVICUM, Associazione Forum della Meritocrazia, alle quali si sono poi affiancate anche #InclusioneDonna, AIDP, Officine Italia.
Twitter @BussolaItalia