categoria: Res Publica
Sicurezza (comportamentale) sul lavoro: cosa sappiamo?
Il 10 Ottobre si celebra la Giornata per le vittime di incidenti sul luogo di lavoro, l’occasione per ricordare le persone coinvolte ma anche per riflettere sulle soluzioni possibili ad un fenomeno persistente nel tempo (in proposito, una serie storica degli ultimi 70 anni elaborata dalla Fondazione Feltrinelli), oltre che socialmente costoso (una stima delle componenti dirette, indirette e immateriali e dell’onere economico realizzata dall’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro quantifica in proposito una spesa pari al 3,9 per cento del PIL mondiale e 3,3 per cento del PIL comunitario) e che comporta un rischio maggiore per le giovani generazioni (come argomentato in uno studio pubblicato da Eu-Osha).
Tra le strategie di affrontamento del problema che spaziano dalle normative internazionali agli equivalenti europei fino agli interventi nazionali e, anche, dai network volontaristici dei datori di lavoro alla formazione ad hoc di manager resilienti o all’utilizzo di soluzioni tecnologiche per ridurre l’intervento umano in situazioni di alta tensione (in proposito il contributo di Simone Trevisani pubblicato su Econopoly), si trova anche un approccio che prende l’avvio dallo studio dei comportamenti, appunto denominato Behaviour-based safety (di seguito, Bbs).
Cosa sappiamo in proposito?
In tema di dinamica degli incidenti, è assodato il contributo del fattore umano (sul tema, la rassegna dell’Inail). Nel 60-80 per cento dei casi infatti la responsabilità degli errori commessi risulta attribuibile all’uomo, per cui si tenta di raggiungere una maggiore affidabilità dei sistemi attraverso ridondanze e protezioni, per quanto i dati mostrino che, pur a fronte di interventi sull’ambiente di lavoro, sui materiali e sulle attrezzature, permangano dei fattori legati alle condizioni psico-fisiche dei lavoratori imprevedibili e difficilmente sistematizzabili, come mostra uno studio che ha effettuato un confronto metodologico fra le tecniche per l’analisi dell’affidabilità umana.
La Bbs allora, ricorrendo alle conoscenze più avanzate raggiunte dalle scienze comportamentali, cerca di anticipare la possibile reazione degli individui di fronte a determinati stimoli, secondo il modello ABC-Antecedent, Behaviour, Consequence, anzitutto indagando i motivi per cui in determinate situazioni non sia stato posto in atto un comportamento adeguato e, poi, attuando delle strategie che pur avendo una finalità correttiva, si fondano anzitutto sui concetti di collaborazione fattiva e di valorizzazione del potenziale delle persone (le soluzioni adottate in base alle osservazioni sono implementate anche incorporando i contributi individuali o di gruppo dei dipendenti stessi).
Per promuovere l’utilizzo operativo della Bbs, l’Health and Safety Authority ha realizzato una guida esaustiva sul tema, da cui si comprende come un invervento di Bbs si snodi attraverso la raccolta di informazioni tramite osservazioni dirette e realizzate congiuntamente da dipendenti e dirigenti, per individuare le aree che necessitano di miglioramento, effettuarne misurazioni oggettive e proporre azioni attraverso set brevi e chiari, che si concentrino sul concetto di sicurezza in sé e sull’approccio cognitivo-comportamentale piuttosto che sul risultato.
Il tutto avendo cura di creare un ambiente in cui i feedback vengano comunicati e percepiti come elementi utili e benefici e la discussione degli stessi avvenga in modo inclusivo, senza riferirsi a situazioni individuali ma piuttosto ad aspetti ascrivibili ad un’intera categoria e, comunque, prendendo l’avvio da quanto di positivo è stato realizzato. La stessa Health and Safety Authority infatti, analizzando in modo comparativo l’effetto dei rinforzi negativi e positivi, avverte che i primi evitano certamente una situazione indesiderabile ma comprimono anche la creatività e la spinta al miglioramento (quindi inibiscono l’innovazione), mentre i secondi sono preferibili perchè portano ad interiorizzare il comportamento auspicabile e ne assicurano il ricorso in modo stabile e duraturo nel tempo.
Il tema è stato preso in considerazione anche dall’OCSE che, a partire dai risultati ottenuti da sperimentazioni in Canada, Irlanda, Messico e Oman, anche interrogandosi sulle basi etiche dell’applicazione di un approccio fondato sulle intuizioni comportamentali, nel 2019 ha pubblicato un toolkit per agevolare l’applicazione dell’approccio comportamentale, ora utilizzato in 202 istituzioni pubbliche.
In una successiva relazione, ancora l’OCSE fornisce anche una serie di spunti per direzionare il comportamento organizzativo e raggiungere un maggiore livello di sicurezza, a partire da una sperimentazione on-line condotta nel settore energetico, dove si sono testate eventuali differenze ascrivibili alla nazionalità e al ruolo aziendale (prima linea o manager/soggetto regolato o regolatore) da cui risultano alcune evidenze esportabili nella costruzione di nuovi progetti in proposito.
Ad esempio, si sono riscontrate delle differenze nella percezione del concetto di sicurezza comportamentale sul posto di lavoro (i dirigenti hanno mostrato una reazione più favorevole) ed è risultato che un feedback ha effetti migliori rispetto alla sua assenza e che viene percepito come più efficace quanto più è autorevole la fonte, anche se non ci sono evidenze definitive su quale sia la forma più adatta a migliorarne l’efficacia. Al contrario, la normazione sociale con regole descrittive sembra non produrre effetti consistenti in nessun caso.
Questi elementi suggeriscono allora di adottare politiche personalizzate e realizzare studi preventivi dettagliati sulle preferenze comunicative dei destinatari, promuovendone la partecipazione e la collaborazione nella definizione delle linee di azione.
Altri studi di caso realizzati per testare l’efficacia della Bbs in altri settori economici restituiscono evidenze di successo. In una sperimentazione realizzata in Zimbabwe all’interno di un’azienda produttrice di cemento, ad esempio, con l’introduzione di un sistema di Bbs sono stati riscontrati miglioramenti sia nella compressione del numero di incidenti (di seguito, la tabella dei risultati ottenuti) sia nella mentalità dei lavoratori. Al termine della sperimentazione, infatti, la cultura della sicurezza è risultata acuita nel 90 per cento dei lavoratori.
Anche altre evidenze, come uno studio realizzato in Polonia, confermano l’efficacia della Bbs nel cambiare il modo di pensare dei dipendenti e nell’orientarli così in modo duraturo verso atteggiamenti che poi si traducono in comportamenti futuri improntati alla sicurezza (con il vantaggio aggiuntivo di una riduzione dei costi sostenuti dalle aziende per i controlli necessari a garantire alti standard di sicurezza).
Complessivamente quindi sembra che i dipendenti -grazie alla creazione di uno spazio per l’osservazione e la riflessione- hanno modo di aver prova diretta del collegamento tra atti realizzati in sicurezza e salvaguardia della salute personale e, così, hanno l’opportunità di comprendere che le modalità di azione sostanzialmente meccaniche presentano delle limitazioni e andrebbero superate.
Va detto che le sperimentazioni possono però anche presentare alcuni limiti e i risultati andrebbero recepiti con cautela. In proposito, una valutazione critica condotta con meta-analisi (la combinazione di dati provenienti da più analisi realizzate sullo stesso argomento) mostra che oltre la metà degli studi considerati sono di qualità metodologica scarsa o marginale, quando invece, per ottenere risultati affidabili, sono necessari interventi di elevata qualità metodologica.
Se complessivamente le sperimentazioni e gli studi di caso per testare l’efficacia della Bbs ne restituiscono un’area degna di interesse su cui svolgere ulteriore lavoro di analisi, quindi occorre ancora molto lavoro di ricerca in merito e le nuove frontiere in proposito potrebbero riguardare l’innovazione nelle teorie, nei metodi e nelle prospettive di ricerca come mostra una revisione sistematica della letteratura. Intanto, in attesa di evidenze conclusive, la Bbs può costituire però certamente uno strumento in più verso l’auspicabile traguardo di Zero infortuni sul posto di lavoro.
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Leggi anche: Più di 3 morti al giorno da infortuni sul lavoro, I numeri dell’Inail
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Riferimenti bibliografici (estratto)
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Niciejewska M., Obrecht M., 2020, Impact of Behavioral Safety on the Modification of Dangerous Behaviors in Enterprises
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