categoria: Draghi e gnomi
Le onde della finanza speculativa inondano il debito pubblico europeo
La finanza internazionale ha raggiunto dimensioni che mettono a rischio la stabilità del sistema finanziario, come enormi bacini di acqua che incombono sui villaggi a valle e li allagano al minimo movimento. Secondo stime della Banca Centrale Europea la ricchezza finanziaria oggi si aggira attorno ai 300mila miliardi di dollari, più di tre volte il PIL mondiale, senza contare la finanza derivata (tra 700mila miliardi e un milione di miliardi di dollari, secondo stime), che tuttavia per il principio delle pere e delle mele non può essere sommata alla prima. Una parte (circa 4mila miliardi) della finanza primaria come è noto sta in mano agli hedge fund, i fondi speculativi.
La BCE ha da tempo individuato i potenziali pericoli che questi fondi possono rappresentare per la stabilità finanziaria, ma ultimamente nelle loro strategie predatorie per ottenere rendimenti superiori a quelli del mercato questi fondi sono molto interessati alle emissioni primarie di titoli del debito pubblico dei Paesi della Unione Europea. La loro strategia è semplice: ad ogni emissione di titoli piazzano ordini inflazionati, a volte superiori agli asset che gestiscono grazie all’effetto leva che possono generare prendendo a prestito denaro dai prime broker (con 1 euro di denaro proprio possono accedere ad esempio a 10 euro di credito). Entro pochi giorni o poche ore possono rivendere alla BCE i titoli ottenuti. La BCE li compra nell’ambito del programma di acquisti messo in campo per sostenere l’economia europea. Se immaginiamo che un hedge fund riceva 500 milioni di euro di bond italiani (con 50 milioni propri e 450 a prestito) pagandoli 101 euro per ogni 100 euro di nominale, e li rivenda a 102 alla BCE, guadagnerà 5 milioni meno gli interessi sulle ore in cui ha detenuto i 450 milioni a leva: un profitto rapido, sicuro e poco tassato.
Il fenomeno è recente e legato alla politica monetaria espansiva della BCE. Nel 2015 il bid-to.cover-ratio (il rapporto fra domanda di titoli e offerta nelle nuove emissioni) era pari a 2, oggi secondo Reuters è 8. Una emissione di 17 miliardi in titoli europei nel 2020 ha raccolto domande pari a 233 miliardi. Prima dell’avvio del programma di acquisto di titoli della BCE gli hedge funds si affacciavano su questo mercato con richieste ragionevoli e reali, collegate cioè alle loro strategie di medio termine, ma recentemente l’intento speculativo e la domanda gonfiata che lo accompagna hanno prevalso.
Quello che in apparenza sembrerebbe buono per gli emittenti è in realtà un problema. La partecipazione alle aste con richieste inflazionate turba il mercato falsando il livello di domanda reale non speculativa del debito e inficia le strategie di emissione e di pricing dello stesso: non è più chiaro, ad esempio, quale possa essere la domanda reale prevedibile nel medio lungo termine e di conseguenza la strategia ottimale di collocamento. Un fenomeno analogo può avvenire anche nelle emissioni di debito corporate (di società private), visto che anche questo è stabilmente riacquistato dalla Bce sul mercato secondario.
Onde provocate da grandi masse d’acqua possono turbare torrenti e laghi a valle, sconvolgendo l’equilibrio idrologico. L’idraulica e la finanza non sono mai state così vicine.
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