categoria: Distruzione creativa
Jeff Bezos con Amazon ha realizzato l’organizzazione bolscevica perfetta?
Post di padre Paolo Benanti, francescano, docente di Etica della tecnologia presso la Pontificia Università Gregoriana, membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita –
La scorsa settimana Sam Altman di OpenAI, un’organizzazione non profit che ha tra i suoi fondatori Elon Musk e che si propone la ricerca sull’intelligenza artificiale con lo scopo di promuovere e sviluppare beneficio all’umanità, ha dichiarato che presto l’intelligenza artificiale genererà abbastanza ricchezza da pagare a ogni adulto negli USA 13.500 dollari all’anno.
La frontiera del capitalismo della Silicon Valley sembra sognare la possibilità di costruire una società in grado di superare le distinzioni di genere, in grado di usare i dati per organizzare domanda e offerta, per gestire la richiesta di forza lavoro e indirizzare i lavoratori verso i posti dove è maggiormente richiesta la loro opera, lasciando poi ognuno libero di vivere seguendo le proprie aspirazioni e passioni.
Questo orizzonte però ha un precedente. Un libro di fantascienza scritto nel 1907 dove si narra di una società utopica libertaria su Marte, che ha superato ogni distinzione fra maschi e femmine, e usa un efficiente apparato statistico per elaborare dati economici capaci di indicare alle fabbriche cosa serve produrre e ai disoccupati in che fabbrica trovare lavoro, e così via, lasciando però ognuno libero di scegliere come vivere. La questione si fa ancora più sorprendente se guardiamo i dettagli dell’opera intitolata La Stella Rossa.
Stella Rossa è un romanzo utopia opera di Aleksandr Bogdanov scritto un anno dopo la Rivoluzione fallita in Russia del 1905. La cosa sorprendente è la figura dell’autore. Bogdanov nasce nel 1873. Finita la scuola brillantemente, si iscrive all’Università di Mosca per studiare scienze naturali. Aderisce a un’organizzazione di studenti che aiuta compagni delle province lontane. Si fa coinvolgere in attività politiche. È arrestato più volte. Traduce Il Capitale di Marx in russo. Lavora nella propaganda politica, scrive testi di economia per gli operai. Studia medicina in Ucraina, viene arrestato ancora ed esiliato. A Zurigo entra in relazione con Lenin.
È uno dei leader del movimento bolscevico. Subito dopo il fallimento della rivoluzione del 1905, all’interno della fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo si consuma un duro scontro tra lui e Lenin. Lenin ritiene che la realtà determini la coscienza, e che quindi sia necessario prendere il potere con ogni mezzo, per edificare una società socialista che sovvertendo i rapporti sociali contribuirà in seguito gradualmente a cambiare la cultura. Bogdanov ritiene viceversa che la fase di crescita sociale e culturale debba avvenire prima e rappresentare il motore di una successiva azione politica. Sognava una cultura organizzata – “Proletkul’t”, contrazione di Proletarskaya Kul’tura “Cultura proletaria” – in grado di dare al proletariato una base educativa che facesse da antidoto alle varie forme di bestialità e sfruttamento.
Sarà la posizione di Lenin a risultare maggioritaria e Bogdanov, che dopo la Rivoluzione d’Ottobre comunque otterrà una cattedra di Economia all’Università di Mosca e la direzione dell’Accademia Socialista delle Scienze Sociali ma rimarrà sempre una voce abbastanza “eretica” tra i bolscevichi, sfoga in parte la sua amarezza scrivendo questo romanzo.
Il concetto chiave della produzione teorica di Bogdanov è la nozione di «organizzazione». La vita sociale è organizzazione del lavoro collettivo. La conoscenza è organizzazione dell’esperienza e dei concetti. Possiamo comprendere la realtà come organizzazione, struttura. L’immagine del mondo che Bogdanov propone è nei termini di una scala di forme di organizzazione via via più complesse: da elementi minimi che interagiscono direttamente, attraverso l’organizzazione della materia nel vivente, lo sviluppo biologico dell’esperienza individuale organizzata in individui, fino alla conoscenza scientifica, che è, per Bogdanov, esperienza organizzata collettivamente.
Le sue opere, attraverso la lettura che ne farà Norbert Wiener, padre della cibernetica, e di Ludwig von Bertalanffy, con la sua teoria dei sistemi hanno contribuito a porre le basi di ciò che noi conosciamo come intelligenza artificiale.
Nella Russia sovietica, Bogdanov è professore di economia all’Università di Mosca, dirige l’Accademia Comunista, scrive un romanzo di fantascienza, Stella Rossa. Si occupa di organizzare centri per la cultura proletaria, dove una cultura nuova, solidale, sia libera di fiorire autonomamente. Allontanato da Lenin anche da questa attività, si dedica alla medicina.
Medico di formazione, aveva servito al fronte durante la Grande Guerra. Fonda un istituto di ricerca medica a Mosca e diventa uno dei pionieri delle tecniche di trasfusione del sangue. Nella sua ideologia rivoluzionaria e collettivista, le trasfusioni del sangue erano simboliche della possibilità degli uomini di collaborare e condividere.
Medico, economista, filosofo, scienziato naturale, scrittore di fantascienza, poeta, insegnante, politico, anticipatore della cibernetica e della scienza dell’organizzazione, pioniere delle trasfusioni del sangue, rivoluzionario per tutta la vita, Aleksandr Bogdanov è uno dei personaggi più complessi e affascinanti del mondo intellettuale di inizio Novecento. Le sue idee, troppo radicali per entrambi i lati della cortina di ferro, si sono diffuse sotterraneamente e lentamente. Oggi che il digitale e l’informatica sono diventati un’industria e producono le nuove forme sociali dell’uomo, nel tempo in cui le platform sono strutture organizzative diffuse e pervasive, nel tempo in cui dominano giganti dell’organizzazione e vendita nell’e-commerce come Amazon, sembra che la cultura di Bogdanov si inveri attraverso la prassi come sosteneva Lenin, sorprendentemente, però, nella prassi dell’Occidente capitalista più avanzato.
La Digital Age allora vede oggi sognare una società analoga a quella sognata da visioni opposte e apparentemente inconciliabili della vita e dell’uomo: il capitalismo più avanzato e il bolscevismo sovietico. Questo ci interroga e ci fa chiedere: come mai Jeff Bezos con Amazon ha realizzato l’organizzazione bolscevica perfetta? Ma soprattutto, per noi che guardiamo all’innovazione digitale, preoccupati di tenere l’uomo al centro, di produrre un autentico sviluppo sociale, come possiamo fare ad evitare di dar luogo a un sistema tecnocratico che rischia di schiacciare l’uomo come altri totalitarismi del passato?
Twitter @paolobenanti