categoria: Distruzione creativa
Gamestop, per una Wall Street che perde ce n’è una che guadagna
Il caso Gamestop è ormai diventato globale. Da giorni le prime pagine dei giornali finanziari e non solo, dedicano ampio spazio alla narrativa della vicenda, perché in questa vicenda gli aspetti finanziari si fondono con altri aspetti, sociologici, politici e anche di colore. I piccoli contro Wall Street sembra esser diventato il tema prevalente. È forse la prima volta che un’operazione di questo tipo viene condotta da piccoli trader tutti insieme. Ma non è certo un’operazione nuova. Lo short squeeze, così si chiama il meccanismo attraverso il quale i fondi al ribasso sono costretti a comprare azioni per non andare in fallimento, esiste da sempre. Nel 1862, Cornelius Vanderbilt realizzò lo squeeze degli investitori al ribasso su Harlem Railroads, e con i proventi riuscì ad acquisire il pieno controllo di tutto il business ferroviario di New York. Più di recente, nel 2008, Porsche riuscì a guadagnare 10 miliardi di dollari in poche settimane, spremendo i fondi, tra cui nomi molto noti, che puntavano al ribasso su Volkswagen.
Il meccanismo parte sempre allo stesso modo, riconoscendo che chi ha puntato al ribasso sta compiendo un azzardo fatale. Non si inventa niente. Nel caso Gamestop i fondi che speculavano al ribasso avevano giustamente, dal loro punto di vista, valutato il business della società senza prospettive. La pandemia, poi, avrebbe potuto dare il colpo di grazia. Per questo si aspettavano di guadagnare dal crollo del titolo.
L’errore è stato quello di pensare che se si punta al ribasso vendendo 1,4 volte tutti i titoli emessi, l’uscita dalla scommessa, attraverso il riacquisto dei titoli, sarebbe stata agevole, senza alcuno stress al rialzo. Ma Gamestop è una società relativamente piccola. Il flottante, anche a seguito del buyback del 2019, non è così elevato. L’uscita è ed era un’uscita estremamente stretta. Ma su Gamestop c’erano anche opinioni differenti, che invece puntavano sul rialzo del titolo, e che fino a pochi mesi fa non provenivano dal gruppo di WallStreetBets. Il gruppo è arrivato dopo.
Michael Burry era lungo sul titolo da almeno due anni ed aveva richiesto alla società di avviare il buyback con la cassa che avevano in eccesso. Il miliardario Ryan Cohen ha acquistato il 10% della società nell’agosto scorso e puntava al rilancio. Le stesse valutazioni del trader Keith Gill, il primo del gruppo WallStreetBets a puntare su Gamestop, non erano tanto meno sofisticate rispetto a quelle diffuse da alcuni fondi al ribasso.
Il vero azzardo è stato quello dei fondi al ribasso, che hanno pensato che una volta che ci fosse stato da incassare l’eventuale guadagno ci sarebbe stato posto per tutti. Qualcuno ha semplicemente notato l’azzardo e cercato di guadagnarci, come succede da secoli a questa parte. È il mercato, bellezza.
Poi tutto si è amplificato in questa storia, perché a voler spremere i fondi al ribasso non sono stati come sempre è accaduto gli insider della società o degli operatori professionali, ma singoli trader con conti da poche migliaia di dollari, messi insieme grazie al gruppo su Reddit ed alle nuove piattaforme di trading. Su questo si è costruita la narrativa, vera in parte, di attacco a Wall Street.
Ma per una Wall Street che perde ce n’è un’altra che sta guadagnando. La scommessa short prevede che ci sia una posizione long, quella di chi, fondi hedge, fondi d’investimento, banche, dà in prestito i titoli. Tutti questi soggetti – spiccano BlackRock, Vanguard, Goldman Sachs, Morgan Stanley – stanno guadagnando dalla situazione (è stato calcolato qualcosa come 16 miliardi di dollari). Ma adesso anche per loro, come per i singoli trader, l’uscita si fa stretta, la monetizzazione dei guadagni potrebbe esser molto complicata. Molti di loro è probabile che perdano soldi. Ad alcuni, pare, non interessi.
Non ho azioni Gamestop, e non ho particolare avversità verso i fondi hedge ed il loro operato, però immagino che a tanti altri non faccia piacere perder soldi. La fine della vicenda è ancora tutta da scrivere, così come in quale modo e tra quali soggetti saranno ripartite le perdite e guadagni. Se saranno sufficientemente accorti ad uscire, questa volta a partecipare ai guadagni ci saranno anche molti piccoli trader, ed è qui che sta la novità. Quanto poi questo possa far collassare Wall Street e trasformare la vicenda di singoli temi azionari in un problema di stabilità finanziaria, è ancora presto per dirlo. Alla base di tutta la storia rimane una cosa semplice: l’opportunità di guadagno dall’azzardo di alcuni hedge fund. Come è sempre successo.
Twitter @francelenzi