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Perché lo yuan digitale non è una sfida alla supremazia del dollaro
L’autrice di questo post è Paola Subacchi, professoressa di economia internazionale al Queen Mary Policy Institute dell’Università di Londra ed editorialista per Project Syndicate. Il suo ultimo libro, “The Cost of Free Money” (Yale University Press), è stato classificato tra i migliori libri del 2020 dal Financial Times –
Dopo quasi cinque anni di discussioni interne e documenti riservati, la Banca popolare cinese – la banca centrale della Cina – ha reso pubblico il programma per la creazione della versione digitale dello yuan – la moneta cinese. La Cina è avviata ad essere la prima tra le grandi economie mondiali ad avere una valuta digitale ufficiale anche se non sappiamo quando sarà approvata ed entrerà in circolazione. Le autorità monetarie non hanno rilasciato una data per il lancio ufficiale, ma hanno condotto programmi pilota sull’uso dello yuan digitale in diverse città, tra cui Shenzhen e Chengdu.
Le valute digitali sono disponibili solo in formato elettronico – non possono quindi circolare in forma di monete o banconote. Solo coloro che hanno accesso a dispositivi elettronici possono utilizzare la moneta digitale e conservarla in portamonete elettronici. Nel caso dello yuan digitale, sappiamo che sarà emesso dalla Banca popolare cinese, e quindi avrà corso legale. Come le monete o banconote in forma fisica, sarà garantito dai depositi in yuan detenuti dalla banca centrale. Nella sostanza, quindi, lo yuan digitale non è diverso dallo yuan fisico mentre si differenzia dalle criptovalute come il bitcoin. Quest’ultime sono sì monete digitali, ma sono decentralizzate, non regolamentate, non garantite dalla banca centrale e possono essere utilizzate in transazioni senza intermediazione bancaria.
Perché la banca centrale cinese ha avviato il processo di emissione dello yuan digitale? Innanzitutto, le valute digitali sono facilmente tracciabili e quindi sono strumenti utili nella lotta contro il riciclaggio di denaro, la frode, l’elusione fiscale e il finanziamento di attività illegali come il terrorismo e i traffici illeciti. Inoltre, la Cina conta la percentuale più alta, a livello mondiale, di persone senza un conto bancario e senza la possibilità di accedere agli strumenti bancari – dal credito ai pagamenti. Lo yuan digitale offrirebbe a queste persone tali strumenti senza bisogno delle infrastrutture bancarie e finanziarie tradizionali – in Cina gli smartphone che consentono transazioni digitali sono ampiamente diffusi, anche nelle zone più arretrate del paese. Infine, lo yuan digitale potrebbe garantire liquidità nel caso di crisi bancarie – una possibilità non trascurabile in un sistema bancario problematico come quello cinese.
A tutto questo si aggiunge il fatto che la Cina nell’ultimo decennio ha fatto enormi progressi nel campo dell’innovazione digitale, combinando tecnologia e finanza e diventando un leader globale nei sistemi di pagamenti digitali – con applicazioni come WeChat Pay e Alipay sviluppati da Tencent e Ant Group. Così la Cina sta diventando un paese senza contanti – e nelle grandi città lo è già diventato.
Le monete digitali consentono di eseguire pagamenti in maniera facile, veloce e a bassi costi di transazione, sia sui mercati interni che su quelli internazionali. Lo yuan digitale faciliterà l’uso della moneta cinese nei pagamenti internazionali – quest’ultimi più complessi a causa delle restrizioni sui movimenti di capitale. Per esempio, la Cina potrebbe richiedere che i pagamenti relativi alla Belt and Road Initiative – il programma di investimenti infrastrutturali cinesi nelle regioni limitrofe – vengano effettuati tramite yuan digitali. Questo potrebbe creare un sistema di pagamenti automatici che includerebbe più di 60 paesi.
Sicuramente il futuro del sistema dei pagamenti internazionali è digitale, ma questo non significa un cambiamento strutturale nel peso relativo delle monete che compongono il sistema monetario internazionale. Detto altrimenti, lo yuan digitale non è una sfida alla supremazia del dollaro, come non lo è lo yuan in forma fisica. Sia il processo di internazionalizzazione dello yuan sia la sua digitalizzazione richiedono tempi lunghi, probabilmente decenni per far crescere significativamente l’uso internazionale della moneta cinese.
Attualmente lo yuan è la quinta tra le valute maggiormente usate – è utilizzata nel 2% del totale dei pagamenti internazionali. Il dollaro è utilizzato in quasi il 38% dei pagamenti internazionali – in pari misura all’euro – ed è talmente consolidato come principale e per certi versi unica moneta internazionale da essere quasi inattaccabile nel suo ruolo di rifugio sicuro per gli investitori internazionali e valuta di riserva globale. Inoltre, il governo cinese non ha come obiettivo la sostituzione del dollaro con lo yuan, bensì quello di spezzare l’egemonia del dollaro, percepito come una minaccia per la stabilità economica e sociale della Cina. Per Pechino il sistema monetario internazionale dovrebbe essere organizzato intorno a tre o quattro monete internazionali, quindi con più liquidità e minor rischio che obiettivi geo-politici del paese che emette la principale moneta di riserva abbiano un impatto sul resto del mondo.
Anche se non ci sono ragioni per lo yuan digitale di prendere il sopravvento sul dollaro, questa iniziativa cinese ha creato alcune preoccupazioni. Molti si chiedono quali siano gli obiettivi del governo cinese dal momento che piattaforme come WeChat Pay e Alipay già offrono pagamenti elettronici. Si teme quindi che lo yuan digitale possa diventare uno strumento di sorveglianza e controllo dal momento che le autorità saranno in grado di tracciare e monitorare i flussi finanziari in tempo reale, accumulando dati sulle transazioni e quindi acquisendo opportunità di sorveglianza senza precedenti. Allo stesso tempo, lo yuan digitale potrebbe offrire alla Cina la possibilità di creare una rete di pagamenti internazionali alternativa a quella controllata dalle banche americane e europee. Paesi che sono sotto sanzioni americane e europee – per esempio la Russia – sono già entrati nell’orbita dello yuan e si teme che lo yuan digitale favorirebbe questa tendenza. Ma le percentuali sono irrisorie e l’uso dello yuan per le transazioni internazionali rimane a livello di nicchia anche per paesi che per ragioni geopolitiche sarebbero disposti a spostarsi nell’area di influenza monetaria cinese.
Twitter: @PaolaSubacchi
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