categoria: Vicolo corto
Il manager del futuro? Dovrà sapere essere un remote leader
Post di Emanuele Cacciatore, Senior Director Insight & Cloud Strategy di Oracle, e Nicola Comelli, Content Share & Selection Manager presso Phyd –
In una fase storica in cui il remote working si è affermato prepotentemente come elemento imprescindibile dell’organizzazione del lavoro, in un new normal che ancora tarda ad arrivare, c’è una competenza ormai divenuta indispensabile per operare efficacemente nel contesto pandemico e post-pandemico: la remote leadership, ossia la capacità di guidare e gestire team remoti.
La rilevanza di questa competenza, lo scriviamo a beneficio degli scettici, è certificata dalla comparsa di una nuova posizione manageriale ad hoc per il governo della complessità associata alla gestione di una forza lavoro distribuita. Tra i tratti distintivi di questo 2020, che il Time ha definito l’anno peggiore di sempre (1), si può infatti annoverare l’ingresso in scena, nelle mediograndi aziende USA, del Chief Remote Officer (2). I numerosi esempi già disponibili offrono un’interessante varietà di job title: dal già citato Chief Remote Officer a Head of Remote, da VP of Workplace Experience a Head of Dynamic Work.
Si tratta di una competenza nuova, per certi aspetti inedita al punto che nella classifica delle prime dieci posizioni C-level più ricercate nel mercato del lavoro USA nel periodo gennaio-ottobre 2020, stilata da Linkedin, non compare ancora la posizione del Chief Remote Officer. L’assenza dalla classifica può essere spiegata in parte dal carattere di relativa novità della posizione ed in parte dalla mancanza di una terminologia standardizzata.
Uno studio condotto da T3 Advisors, società di servizi professionali avanzati per il settore immobiliare commerciale, condotto su 95 aziende del settore tech ad Agosto 2020, mostrava infatti che solo il 2% delle aziende ricomprese nel campione analizzato aveva creato una posizione manageriale dedicata con responsabilità verticale sul remote working, mentre nel 39% circa dei casi la posizione era stata creata nell’ambito della funzione Risorse Umane. A novembre la percentuale era salita al 12% indicando come la designazione di un manager con accountability focalizzata stia diventando un fattore decisivo per garantire adeguati livelli di efficacia nella gestione di lungo periodo di una forza lavoro parzialmente distribuita così come nella transizione verso un modello remote first. I benefici economici associati all’incremento della produttività ed alla riduzione dei costi di gestione forniscono evidenti razionali a supporto della creazione di una funzione/ruolo dedicati.
Quali sono le principali caratteristiche di questo ruolo, così come possono essere rilevate da un’analisi degli annunci di lavoro per questa posizione? Innanzitutto le responsabilità associate al ruolo, prevalentemente relative allo sviluppo ed all’esecuzione di strategie, politiche, standard e procedure per il remote work nonché alla definizione ed al disegno di una nuova workplace experience che tenga conto del nuovo ambiente lavorativo.
A seguire, la collocazione organizzativa. Deve essere inserito in una posizione trasversale per poter dialogare con tutte le funzioni aziendali coinvolte nelle operazioni di gestione e riconfigurazione di team remotizzati. Poi un’esperienza professionale maturata presso aziende con spiccata cultura ed orientamento al remote working e/o con quota significativa dei dipendenti operante da remoto. Ed infine le competenze: comprensione dei principi di sviluppo organizzativo, ridisegno dei processi, gestione del cambiamento, disegno e gestione di eventi ed iniziative di comunicazione, ed una piena familiarità con i principali software di collaborazione presenti sul mercato.
E se il mercato indica una marcata tendenza verso l’integrazione di questa nuova competenza nel portafoglio delle competenze chiave delle aziende del settore tech (non è da escludere che la tendenza si diffonda in altri settori), gli attori della formazione manageriale, business schools in testa, non si stanno facendo trovare impreparati. Corsi e programmi di formazione manageriale su remote leadership si possono già trovare nel catalogo corsi di Insead (Leading Across Borders and Cultures), di Cornell University (Leading Remote Teams), di Stanford University (Effective Techniques and Approaches for Managing Remote Workers), di Luiss Business School (Remote Leadership Lab), solo per citarne alcuni. E naturalmente non potevano mancare i MOOCs con Coursera, che propone il corso “How to Manage a Remote Team” erogato da Darren Murph, dal 2019 Head of Remote di GitLab, una delle prime aziende a dotarsi di questa figura manageriale.
E mentre con l’avvio delle campagne vaccinali tutti ci stiamo interrogando su come sarà il lavoro dopo la pandemia, in questi primissimi scampoli di 2021 l’espressione Work From Anywhere (WFA) entra nel lessico del Futuro del Lavoro rendendo quasi desueto l’ormai familiare Work From Home (WFH). Che sia “from home” o “from anywhere”, da casa o da ovunque, il lavoro da remoto ha ormai assunto rilevanza organica, ecco perché la capacità di gestire una forza lavoro sempre più remotizzata sarà una competenza trasversale con una domanda crescente.
Ed ecco perché la troveremo nella classifica delle prime quindici competenze trasversali del futuro nel “Future of Jobs Report” del World Economic Forum del prossimo anno. Le scommesse sono aperte.
Twitter @emacacciatore
NOTE
1) Stephanie Zacharek, “The Worst Year Ever”, Time, 14 Dicembre 2020
2) “The three new executive roles that define 2020 ”, The Economist, 8 Dicembre 2020