Ridisegniamo l’Italia: un piano per crederci, ancora

scritto da il 29 Dicembre 2020

Post di Dario Cardile, esperto nella gestione di aziende digitali e delle loro strategie di crescita. Esperto di Digital Transformation e Digital Marketing, docente e coordinatore scientifico presso la Business School Sole24Ore –

L’avvicinarsi della fine anno, porta spesso ognuno di noi a riflettere sull’anno che sta per concludersi e fare dei buoni propositi per l’anno che verrà.

Guardo l’anno che è passato come un anno difficile e complesso. Sono rientrato in Italia con tanto entusiasmo ed energia, esattamente quando la pandemia si è abbattuta sul nostro paese come un fulmine a ciel sereno. Ho ascoltato con trepidazione ed ottimismo ogni conferenza del nostro primo ministro, riponendo la massima fiducia nelle istituzioni. Ho apprezzato il coraggio e la dedizione dei nostri medici, che sono stati finalmente e giustamente elevati alla condizioni di eroi. Ho amato i canti patriottici dai nostri balconi. E pianto ogni volta che sentivo l’inno nazionale, pensando ad un paese che insieme affrontava una delle più grandi sfide dal dopoguerra.

Nel mio piccolo ho cercato di aiutare i medici in trincea con l’iniziativa #stateacasanostra. Ho cercato di aiutare commercianti, volontari e le persone più deboli con un’associazione no profit, uHelp. Con il Rotary ho supportato ospedali per la raccolta di fondi, mascherine e posti letto in un momento difficile.

E non ero solo. Come me – e sicuramente molto più di me – ognuno ha fatto la sua parte. Mi sono sentito circondato da una fortissima voglia di restare uniti a fronteggiare questa battaglia, un profondo orgoglio di essere Italiano, di amare il nostro paese e di sentirci distanti ma vicini.

Ci ho creduto.

Ci ho creduto come hanno fatto milioni di Italiani – preoccupati dalla salute dei nostri cari, preoccupati dall’impatto economico che tutto ciò stesse causando, preoccupati dall’educazione che i nostri figli avrebbero ricevuto.

Ci ho sempre creduto.

Ma ho sbagliato.

Oggi nel pieno della seconda ondata, di cosa parliamo? Parliamo del fatto che tutti gli sforzi dei ristoratori non sono serviti a nulla e li apriamo e chiudiamo in base ad un indice di contagio Rt – almeno due / quattro settimane obsoleto. Parliamo del fatto che la scuola traballa e che ancora 300mila studenti Italiani non hanno accesso agli strumenti per una DaD efficace. Quasi il 25% delle famiglie Italiani non ha accesso a Internet secondo l’ultima ricerca ISTAT. Il 41% degli Italiani è a rischio di problemi psicologici a causa del lockdown. Molti (ovviamente non tutti i) nostri docenti non sono ancora adeguati alla formazione digitale: i primi aiuti arriveranno a marzo. Molti degli ospedali non hanno le risorse per sostenere una seconda ondata (per non parlare di una terza): in una corsa contro il tempo per creare 5.500 nuovi posti letto. Manca il vaccino influenzale: in Lombardia la situazione è critica, ma finalmente possiamo partire con il vaccino anti-COVID grazie alla spinta della Comunità Europea . E parliamo di settori – come quello dell’ospitalità e della ristorazione (che insieme rappresentano rispettivamente il 13% e – se si tiene conto dell’intera filiera agroalimentare – il 25% dell’economia Italiana) – in ginocchio.

Mi chiedo perché. Perché abbiamo abbassato la guardia a settembre, consapevoli dei rischi?

Perché in queste settimane sostituiamo nella foto degli eroi della Marvel la foto di Maradona a quella dei medici in trincea di qualche mese fa?

Perché i nostri politici si sono preoccupati del tanto atteso cenone di Natale e della nostra vacanza sulla neve? Invece di preoccuparsi del fatto che pochi mesi dopo potrebbe finire il FIS (la cassa integrazione) con il conseguente sblocco dei licenziamenti, il che vorrà dire milioni di posti di lavoro a rischio?

Perché stiamo ancora a discutere se prenderemo il MES e come sarà il caso di spendere quei soldi? Nel mentre il nostro debito pubblico continua a crescere ben oltre la nostra produzione lorda interna? Siamo secondi in Europa dopo la Grecia (!) e il rapporto Debito / PIL è quasi il doppio del resto dell’Europa… nel 2020 il debito pubblico supererà di quasi 200 miliardi i livelli di fine 2019.

Perché ci scandalizziamo che il sistema INPS cade a pezzi? E poi andiamo addosso ad un dirigente che prendeva 60mila all’anno e che ha osato raddoppiarsi lo stipendio, restando ben sotto la soglia di qualsiasi impresa privata delle stesse dimensioni? Pensiamo davvero che possiamo attirare dirigenti di qualità con 60mila euro l’anno?

La vera ragione è che i nostri politici sono più preoccupati dalla prossima campagna elettorale che di dare fiducia al paese con indicazioni chiare e senza continui cambi di rotta. E forse anche noi ci stiamo preoccupando delle cose sbagliate. Perché non parliamo seriamente di un programma di rilancio del paese dopo questa pandemia? Invece di pensare soltanto a soluzioni di breve termine per provare a chiudere la falla quando l’onda sta per travolgerci?

Perché tra qualche mese, quando la nostra economia sarà in ginocchio, dovremo “raccogliere i cocci” e ripartire. E in fretta. Occorre un piano. Serio. Oggi.

Occorre ripartire dall’Istruzione per essere credibili e dare un futuro al nostro paese. Dobbiamo aiutare chi sta lottando ogni giorno in prima linea ed investire nella Sanità. Solo qualche giorno fa, la Nasa ha pubblicato dei dati chiarissimi sull’Ambiente: il lockdown ha abbassato la quantità del biossido di azoto di oltre il 20% a livello mondiale, a Roma e Milano rispettivamente del 49% e 47%. Nel mentre il World Economic Forum ha pubblicato nelle scorse settimane dei dati tanto allarmanti quanto incoraggianti per le nostra capacità di ridurre le emissioni.

Ma occorre avere un piano serio per i settori dell’Ospitalità e della Ristorazione. Nessuno crede che i decreti Ristoro e Ristoro-Bis possano veramente dare forza a questi settori: sono solo un trattamento palliativo, ma se non riusciamo a trovare una cura per la crescita mettiamo a rischio circa il 40% del PIL nazionale.

Occorre ancora tanto da fare nella Pubblica Amministrazione e nella lotta all’Evasione Fiscale. Chi ha pensato che il cashback – anche solo per un attimo – potesse risolvere la frode fiscale, davvero dovrebbe tornare sui banchi di scuola. Un flop totale, sebbene ho constatato con tanta amarezza che ci siamo più preoccupati di scaricare l’app IO del cashback, invece di quella Immuni: sintomatico di un egoismo dilagante.

Ed infine vi prego non parlatemi più di Digital Transformation (ci ho pure scritto un libro con l’amico Pepe Moder e Giuseppe Mayer nel lontano 2017). Basta parlarne. Facciamola. A partire dalla scuola, dalla pubblica amministrazione, dai trasporti. Ma dove sono finiti tutti questi innovation manager (9000 consulenti e 3500 individui) pubblicamente spiattellati sul sito del Ministero?

Sì, ci ho creduto. Sono tornato in Italia. E sono rimasto deluso.

Ma amo questo paese. Non so se quanto dice il caro Farinetti sia genuino o meno in questo video, ma mi piace ascoltarlo sempre per ricordarmi che siamo uno splendido paese.

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È ora di rimboccarsi le maniche, pretendere dei politici competenti e lottare per il nostro paese. Ai più vecchi chiedo di aiutare a formare le nuove leve e staccarsi dalle proprie poltrone, ai più giovani di alzare la testa dal proprio cellulare e lottare per quel che vale – siete l’unica speranza di questo paese.

Occorre anche un piano per salvare l’impresa paese. Ad inizio pandemia, Muhammad Yunus scrisse su Repubblica: “Se mancheremo di impegnarci in un programma di ripresa economica post-coronavirus trainato da una consapevolezza sociale e ambientale, imboccheremo inevitabilmente una strada molto peggiore della catastrofe provocata dal coronavirus. Per difenderci dal coronavirus possiamo rinchiuderci nelle nostre case ma, se non riusciremo a dare risposte adeguate alle questioni globali in costante peggioramento, non avremo dove nasconderci da Madre Natura arrabbiata con noi e dalle masse degli arrabbiati di tutto il pianeta.”

E ancora: “II grande interrogativo a cui dobbiamo dare risposta è [..]: riportiamo il mondo nella situazione nella quale si trovava prima del coronavirus o lo ridisegniamo daccapo? La decisione spetta soltanto a noi.

Ridisegniamolo. Io ci credo. E mi piacerebbe rifletterci insieme nei prossimi mesi. Ora che da qualche giorno il vaccino ci sta dando qualche speranza concreta, focalizziamoci sul futuro del nostro paese.

Twitter @dario_cardile