categoria: Vicolo corto
Il futuro dei giovani passa per una (sana) ribellione e 14 azioni
I giovani dovrebbero ribellarsi al mondo che viene lasciato loro dai padri. Per farlo, dovrebbero però rinunciare a una serie di comodità…e proprio questo è il passo più difficile da compiere. In questo intervento propongo una serie di azioni che ciascun giovane può compiere per prendere in mano il proprio futuro e contribuire a combattere lo status quo.
L’Italia è un paese familista amorale. Familista significa che mette un vincolo di solidarietà con la famiglia superiore a ogni altro gruppo sociale. Amorale sta invece a indicare che le decisioni che vengono prese prescindendo dagli aspetti morali delle stesse, nel momento in cui ci sono gli interessi della famiglia in gioco.
I genitori mediamente supportano i figli dal punto di vista economico e pratico in tutti i modi possibili, leciti e illeciti. Le raccomandazioni sono il fenomeno più evidente in tal senso. Babbo e mamma si muovono per aiutare i propri figli, per trovare loro il posto di lavoro, per aiutarli con i propri legami professionali. È un aiuto che ovviamente prescinde da quanto quel figlio sia più o meno adatto a quel mestiere. È un aiuto che viene concesso secondo l’assunto che è necessario aiutare il proprio figlio. Ovviamente questo fenomeno crea le condizioni per cui i genitori forti sul piano sociale ed economico aiutino i propri figli molto più di chi invece è debole. Quindi è uno dei meccanismi con cui perpetuiamo i ruoli sociali indipendentemente da valori e sforzi delle singole persone.
Il vero sistema di welfare per i giovani è la famiglia, non lo Stato. Intendendo per welfare l’insieme di cuscinetti e supporti offerti ai singoli nei momenti della vita più difficili e in cui si è maggiormente scoperti.
Per cui si vengono a ingenerare relazioni di dipendenza e supporto che rendono i genitori i decisori e i giovani coloro che chiedono aiuto. Chi aiuta può dire a chi viene aiutato cosa fare e in fondo ha il coltello dalla parte del manico nell’orientare la vita dei giovani. A volte in modo molto sottile.
Nel contempo l’economia, il mercato del lavoro, il debito pubblico, il sistema pensionistico, la disponibilità di servizi come gli asili nido, il sistema scolastico e universitario, la piccolissima quota di Pil dedicata alla ricerca e sviluppo, i trasporti, l’edilizia pubblica e privata sono tutti strutturalmente anti-giovani.
Quindi l’Italia è un paese che aiuta i giovani nelle famiglie e taglia loro le gambe come collettività.
Come tutti i soggetti oppressi, l’unico modo sarebbe ribellarsi e prendere il futuro nelle proprie mani e combattere. Ma, come per tutti i casi di oppressione, questo comporta rischi e sacrifici e i giovani, mediamente, preferiscono non mollare lo status-quo familista per andare verso un mondo duro, difficile ed ignoto.
Cosa significa in un mondo così ribellarsi per un giovane?
Propongo qui una serie di azioni che rappresentano a mio parere forme di ribellione possibili e auspicabili per i giovani:
1. Uscite dalla casa dei vostri genitori il prima possibile. Trovate tutti i modi possibili per riuscire a farlo mantenendovi da soli.
2. Iniziate a lavorare molto presto, mentre studiate. Imparate da subito la sensazione dell’autonomia economica e non abbandonatela più, tenendo un tenore di vita in linea con quello che riuscite a guadagnare.
3. Andate all’estero a studiare e lavorare e imparate lingue, culture e modi di fare diversi da quelli appresi nel vostro paese.
4. Denunciate pubblicamente professori scolastici e universitari che non facciano bene il proprio mestiere, che siano assenti, che non dedichino sufficiente attenzione alla vostra formazione. Scuola e università sono un servizio per voi, pagate con le tasse di tutti: pretendente che siano al massimo livello e lottate fieramente contro a chi ne limita la qualità.
5. Fondate aziende e cercate di farle diventare grandi e rilevanti nel mercato.
6. Pensate continuamente a come innovare il mondo e spendete tempo ed energie ad organizzare nel concreto queste innovazioni in tutte le forme, imprenditoriali, artistiche, politiche, tecnologiche, scientifiche .
7. Fate tanti figli, presto, e tirateli su rendendoli autonomi e coraggiosi.
8. Candidatevi in ruoli politici locali e nazionali cercando di cambiare il mondo, non credendo e non seguendo chi vi dice che non avete esperienza e che non capite come è fatto il mondo.
9. Denunciate sistematicamente chi attorno a voi ha comportamenti illegali, chi evade il fisco, chi ha comportamenti che peggiorano la comunità, chi vi offre lavori in nero, chi vi affitta le case in nero, i professionisti che vi offrono due prezzi in nero e in bianco. Denunciate senza alcuna pietà e rendetevi pericolosi per chi contribuisce a creare un mondo peggiore per i giovani.
10. Appena un datore di lavoro ha comportamenti tali da non permettervi di crescere rapidamente progettate subito il passaggio ad altro: non siate fedeli a chi rappresenta un limite alla vostra crescita.
11. Vedete nei beni e servizi pubblici belli e che funzionano bene la vostra possibilità di vivere bene e contribuite in ogni modo alla loro crescita.
12. Schieratevi sempre contro ogni monopolio, pubblico e privato. I monopoli sono i meccanismi che non permettono ad una società vitale, giovane, di esprimersi nel pieno della sua potenzialità.
13. Non lamentatevi in silenzio per la vostra condizione; agite sempre per cambiare ciò che non vi piace prendendovi i rischi di tali azioni e imparando dagli errori commessi
14. Entrate in ruoli e mestieri pubblici e cambiate dall’interno lo Stato. Diventate giudici, poliziotti, professori, dirigenti pubblici, maestri, e non permettete mai a nessuno di farvi diventare mela marcia tra le mele marce.
Il cambiamento della società è nelle mani di ognuno di noi, delle sue azioni, del suo coraggio, della sua capacità e determinazione. Collettivamente trarremo i frutti dei comportamenti dei singoli e vedremo se siamo stati una società capace di rinnovarsi oppure decadente e che si è chiusa in sé stessa.
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