categoria: Vicolo corto
Consulenza resiliente all’impatto della pandemia. E il 2021 sarà in recupero
Post di Marco Valerio Morelli, presidente Confindustria Assoconsult –
Commentare quest’anno i dati del nostro Osservatorio senza tenere presente l’arrivo, nello scorso febbraio in Italia, della pandemia che ha sconvolto gli equilibri mondiali è praticamente impossibile. Per questo come settore del Management Consulting da subito ci siamo messi al lavoro – oltre che sulla sintesi del 2019, che come ogni anno è una finestra ricca di analisi e riflessioni sul periodo trascorso – sullo sviluppo di un monitoraggio in tempo reale, che riguardasse proprio i primi mesi del 2020 e l’impatto del Covid-19 sulle nostre aziende; dando così tempestività al nostro agire.
Una riflessione separata però va fatta per parlare di cosa sia stato, ancora una volta, il 2019 per la Consulenza. Dati non solo incoraggianti, ma certezze oramai acquisite di un comparto che per il sesto anno di fila è cresciuto molto (+7,8% sull’anno precedente), continuando ad impiegare una forza lavoro in crescita (48.150 + 7,4%) ad alto tasso di professionalità (i laureati superano il 90%) per generare un fatturato mai così alto fino ad oggi (4,84 MLD di €). Fatturato che per la natura del nostro mestiere è pervasivo di tutto il mondo industriale e terziario e ci lascia la convinzione di una filiera, che come spesso racconto, è fattore abilitante e centro di conoscenza e competenza strategica per il sistema Paese.
Acquisito quindi lo stato di ottima salute in cui l’emergenza Covid-19 ci ha sorpreso, ed abituati da sempre a gestire anche situazioni di emergenza che costringono a pianificazioni e decisioni repentine, abbiamo da subito attuato un monitoraggio di ciò che stava accadendo; sia a livello macro, condividendo la preoccupazione e le reazioni dei clienti, sia ad un livello più interno, per avere un quadro di come la Consulenza stesse rispondendo all’emergenza nei suoi diversi KPIs chiave – fatturato, utilization, backlog, vendite. Il risultato apre a numerosi spunti di riflessione. Per il 2020 il fatturato del settore del Management Consulting è previsto in calo dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Si attesterà su un valore di circa 4,40 MLD di €, riportando il settore su un livello di fatturato allineato a quello del 2018. Questi dati ci dicono che il mondo del Management Consulting si è dimostrato più di altri resiliente all’impatto della pandemia e ad oggi le nostre aziende sono in costante supporto di tutta filiera produttiva. Il punto fermo che abbiamo provato a non abbandonare mai riguarda la Business Continuity, qualunque sia il business e il settore si deve poter garantire la continuità dei processi produttivi e commerciali assieme a quelli di gestione del personale. La recente crisi impone in questo senso una necessaria azione di upskilling e reskilling delle competenze in ogni campo.
Si andranno a modificare numerosi modelli, di servizio, di produzione e di relazione con il cliente, quindi saranno richiesti interventi di restructuring cross settore e cross mestiere professionale. Questo perché si sta profilando una sorta di nuova normalità che al momento non è possibile prefigurare, almeno fino a quando ci si troverà a viverla veramente. La digitalizzazione in questo contesto rimane un altro punto fermo. L’emergenza legata al Covid-19 ha dimostrato che lo smart working (quello vero non il forzato home working) funziona e che le infrastrutture realizzate in questi anni reggono, ma vanno sicuramente integrate. Grazie anche alla digitalizzazione sarà possibile sviluppare nuovi modelli di servizio, ripensando il consolidamento delle aziende, tramite la tecnologia, il prodotto, il contatto con il cliente e il lavoro stesso.
Il modello di lavoro cambierà e l’interazione persona ed azienda con esso, con implicazioni di ogni natura, partendo dall’uso dello spazio in ufficio e nei siti produttivi e commerciali, dal modello di servizio e prestazione, dalle tecnologie richieste e da come si interagirà dentro e fuori le aziende.
Ovviamente anche la revisione dei piani di investimento aziendali dovrà essere oggetto di un forte impegno nel corso di questa fine anno e del prossimo. Con la recessione quasi a doppia cifra che si prospetta sul 2020, le aziende lanceranno profondi piani di ristrutturazione a partire dal 2021, che serviranno da un lato a sopravvivere e dall’altro a ripensare il business con uno sforzo di what if per catturare la ripartenza mai fatto in passato. Ancora una volta sarà centrale pianificare e pensare ed essere agili e flessibili nell’esecuzione.
In tutto questo impegnativo contesto non si potrà prescindere dalle persone – il nostro capitale più prezioso a livello di azienda e di sistema paese – altro fattore chiave per una vera e propria ricostruzione che ci apprestiamo a vivere. Una necessaria evoluzione del modello di Leadership a tutti i livelli, a cominciare dal piccolo capo di team, turno, ufficio, unità; sarà non solo auspicabile, ma necessaria. L’incertezza andrà gestita continuamente, ma senza traumi e evocando apertura, capacità di reagire e flessibilità. Nuove competenze, che implicheranno nuovi comportamenti, più adattivi, e la capacità di lavorare sia in team che da soli, sia in presenza che da remoto. Saranno questi i mezzi da usare per gestire un cambiamento che solo un anno fa era inimmaginabile.
Tutto questo si amplifica nell’economia italiana, caratterizzata da un settore enorme di PMI e da un’elefantiaca Pubblica Amministrazione. Il settore della Consulenza è pronto a fare la sua parte, dando il proprio contributo di pensiero, di aiuto operativo e di supporto alla trasformazione.
In questo contesto siamo già da ora a fianco di tanti operatori pubblici e privati, piccoli e grandi, nelle azioni necessarie per la ripartenza e per l’implementazione del new normal, e nella definizione di programmi di digitalizzazione dei processi e di innovazione di prodotti/servizi.
Servirà ancora più impegno nei prossimi mesi per far ripartire il Paese. Sarà una sfida complicata, forse la più impegnativa di sempre per le generazioni di professionisti coinvolte, ma nulla è già definito. Puntiamo sull’ottimismo, che si alimenta della visione positiva ed operosa del futuro che ognuno di noi può avere, per trasformare l’incertezza in opportunità ora che tutto si appresta ad evolvere.
Twitter @Morelli_MarcoV