categoria: Distruzione creativa
L’Apple della salute? Dovrà avere il miglior algoritmo
Quanti profeti di sventura avete conosciuto dalla crisi del 2008 in poi?
“Una bolla. Un’altra ancora”. E puntualmente niente.
Il mercato volava e ha continuato a farlo fino al Coronavirus.
E poi?
Un vero e proprio cataclisma. Intenso e veloce.
Anzi velocissimo.
La Fed avrebbe salvato i mercati. Ma è proprio così?
Si. O meglio, in parte.
Perché ci sono titoli che non si sono più ripresi e altri che hanno toccato nuovi massimi.
Il denaro ovviamente non si distrugge. Si trasferisce. Ed i titoli tecnologici l’hanno fatta da padrone.
A discapito di quelli più tradizionali.
Ma durante quel marzo infernale chi resisteva?
E perché?
È facile intuirlo.
Il mondo del Biotech e dell’Healthcare.
Quando l’S&P500, l’indice più importante a livello globale, perdeva il 34%, l’indice sul Biotech ( S&P 500 BIOTECHNOLOGY IX ) arrivava a toccare una perdita del 16%.
E durante questi mesi proprio il settore del Biotech è stato quello meno volatile.
Rispetto allo scorso anno le IPO Biotech sono salite del 146% e secondo un’analisi della Renaissance Capital, il 47 per cento delle 81 offerte iniziali del terzo trimestre erano di startup del settore sanitario, rispetto al 25 per cento di quelle tecnologiche.
Solita domanda.
Siamo in fase bolla?
I numeri descrivono uno scenario differente, basti pensare che il PE del Biotech S&P si aggira intorno ai 15 rispetto all’indice principale che si attesta a 26.
Sulle società strettamente legate alla produzione del vaccino anti-Covid è presente un hype. Sì.
Ma anche in questo caso è importante fare dei distinguo.
Moderna, per esempio, che ha catalizzato l’attenzione degli ultimi sei mesi, presenta una volatilità annuale di 84, un valore decisamente sostenuto.
Ma Gilead Science, che pur essendo presente nella corsa al vaccino ha un business decisamente più diversificato, si attesta a valori decisamente più contenuti (34). Per dare una misura di paragone in questi giorni Microsoft sugli stessi parametri presenta un valore di 38 e la nota catena di supermarket WalMart di 28.
Cosa ci riserva il futuro?
I medici ovviamente non saranno sostituiti e di sicuro non nel breve termine ma assisteremo – come per il fintech – a una rivoluzione nel mondo sanitario.
Le nuove tecnologie coadiuveranno il lavoro del medico e permetteranno una diagnosi più approfondita.
Come?
Ad esempio sembra che gli algoritmi guidati da Intelligenza Artificiale (Swarm Intelligence e tecniche più tradizionali) riescano ad ottenere diagnosi più accurate e veloci sulle malattie cardiovascolari e lo stesso per quanto riguarda il mondo della diagnosi per immagini.
Il software sarebbe così in mano ai medici e non direttamente al paziente.
E riguardo il mercato?
Stanno nascendo strategie di investimento sul settore del Biotech completamente guidate da Intelligenza Artificiale.
Da una parte ci sono gli algoritmi di natura qualitativa che studiano i paper scientifici, il team, le società per capire se sono affidabili o meno. Così da intuire e prevedere il superamento e l’approvazione di diversi farmaci da parte dell’FDA.
Dall’altra parte vengono usati algoritmi quantitativi, ovvero, strutture matematiche e fisiche molto complesse per cercare di prevedere l’entrata e l’uscita più efficiente.
Dicono che il mercato azionario anticipa il mondo reale. Di certo – ci metto la mano sul fuoco – lo amplifica e lo sintetizza allo stesso tempo.
L’uso della parola IA sta rasentando l’hype ma le nuove tecnologie, pur con tutti i limiti possibili e le stringenti regole del mondo sanitario, credo inizieranno a farla da padrone.
Quello che è successo nel mondo finanziario si allargherà a macchia d’olio sui più svariati campi.
Perché le innovazioni sono invisibili ma sempre dirompenti.
Si possono rallentare ma mai fermare.
Questa è la storia. E si ripete sempre.
Nuovi giganti nel mondo sanitario nasceranno e ricordiamoci che spesso le crisi sono necessarie proprio per lasciarli sopravvivere.
Quali saranno i nuovi protagonisti del mondo sanitario?
L’Apple della salute?
Saranno in grado le Big del Pharma a resistere e anzi a prenderne vantaggio?
E infine. Su quale titolo puntare?
Io scommetto su quella con gli algoritmi migliori.
E voi?
Twitter @simeoneantonio1
*Alla scrittura del post ha contribuito Claudio Bruni, CFA Portfolio Manager.