categoria: Vicolo corto
Nel triangolo della leadership: una questione (anche) di forma
Nel mio post precedente ho proposto alcune definizioni di due termini vitali nella quotidianità delle organizzazioni: potere e leadership, partendo dal presupposto che non condivido gli approcci che tendono a contrapporre questi termini e, nella stragrande maggioranza dei casi, ad attribuire un significato negativo al primo, positivo al secondo (posizioni sintetizzabili nella formula: più leadership e meno potere).
Ho precisato come, nella mia visione, quello di leadership non sia un concetto contrapposto a quello di potere, ma una delle sue forme. Più precisamente, la leadership è una forma di potere basata su uno scambio di beni simbolici, la cui misura è determinata dal consenso.
Ho anche promesso di tornare sulle diverse forme che può assumere il consenso (che, nel modello illustrato, è proprio la “moneta” della leadership).
Ed eccoci qui a cercare di dirimere anche questa matassa.
Preciso, ancora una volta, che questi significati e proposte di modelli non vanno presi come degli assoluti: su questi temi “tagli” e visioni diversi sono fonte di ricchezza interpretativa (anche se capisco che nei non addetti ai lavori possano generare anche non poca confusione).
La scelta nel mio caso, come sempre, ricade su quelle definizioni che mi sembrano più fertili dal punto di vista dell’analisi da un lato e dell’utilizzo come criteri per assumere decisioni operative dall’altro.
Così come abbiamo individuato, nel post precedente, un “triangolo del potere” (ripreso, come promemoria, nella figura che segue) possiamo, credo, anche individuare un “triangolo della leadership”, in cui i tre vertici sono rappresentati dal tema dominante su cui il leader centra la propria comunicazione ai fini di costruire consenso.
Ecco, quindi, le tre possibilità che io vedo:
1) leader che centrano la comunicazione sulle loro idee.
Il messaggio è: “Seguitemi perché io ho idee che rappresentano in maniera fedele, originale, chiara la realtà delle cose (aderente, quindi, alle vostre convinzioni) e/o mi faccio portatore di ideali vicini ai vostri valori”.
Chiamo questa forma leadership ideologica.
Non ritengo utile distinguere, ai fini della nostra analisi, tra idee (rappresentazioni veritiere della realtà) e ideali (rappresentazioni giuste della realtà).
2) leader che centrano la comunicazione sui loro progetti e obiettivi.
Il messaggio, in questo secondo caso, è: “seguitemi perché vi porterò a realizzare obiettivi e progetti attrattivi per voi. Conosco la direzione verso cui andare e posso realizzare quanto serve al fine di raggiungere questi obiettivi”.
Chiamo questa forma leadership pragmatica.
3) infine, leader che centrano la comunicazione sulla loro stessa persona.
Il messaggio è: “seguitemi perché io sono la persona che meglio rappresenta le vostre aspirazioni, le vostre idee, i vostri valori”.
Chiamo quest’ultima forma leadership carismatica.
Naturalmente, non sfugge che le tre dimensioni presentano ampie aree grigie e si alimentano l’un l’altra: una leadership carismatica in certi casi si nutre proprio della capacità di proporre idee convincenti e realizzare obiettivi e progetti, così come una leadership pragmatica potrebbe parzialmente poggiare anche su ideali o valori tipici di quella ideologica.
Rimane il fatto, però, che la comunicazione di un leader, anche per la necessità di semplificare e rendere più diretti i messaggi che deve trasmettere, tenda a focalizzarsi più sull’una o sull’altra di queste dimensioni, pur all’interno di un mix variabile.
Potremmo definire (per usare un linguaggio simile a quello utilizzato per il potere) forma della leadership il mix tra leadership pragmatica, ideologica e carismatica che ciascun leader mette in campo nelle diverse relazioni e nelle diverse fasi del ciclo di vita di una relazione.
Ecco raffigurato, quindi, nell’immagine che segue, il “triangolo della leadership”.
Azzardo anche qualche esempio, provando a posizionare all’interno del triangolo alcuni manager e imprenditori, con un’avvertenza: si tratta di quella che percepisco come forma prevalente della leadership. Come scritto più sopra, infatti, il mix potrebbe cambiare a seconda dei diversi ambiti e delle diverse fasi della relazione con l’oggetto del loro potere (singoli o gruppi).
Sergio Marchionne: carismatico / pragmatico
La sua comunicazione era fortemente centrata sugli obiettivi e sulla sua stessa figura. Molto meno su elementi di carattere ideologico (tanto da essere accusato dai suoi detrattori di sacrificare idee ed ideali sull’altare dei risultati).
Andrea Guerra: pragmatico / ideologico
Nella sua comunicazione mantiene sempre un profilo piuttosto basso circa la sua persona, privilegiando, invece, una relazione forte tra i risultati (raggiunti o da raggiungere) e le radici ideali che stanno alla base del suo modo di gestire e motivare i gruppi.
Oscar Farinetti: carismatico/ideologico
La sua narrazione si basa su alcune idee e valori e sull’assunto che la sua storia (e, quindi, la sua persona e le sue “creature”) ne sia un’incarnazione.
Flavio Cattaneo: pragmatico
Difficilmente, nella sua comunicazione, si scorgono elementi che non siano centrati su progetti ed obiettivi pratici e, appunto, pragmatici.
Una nota: ricordo soltanto che stiamo parlando di forma della leadership.
Questi stessi personaggi potrebbero essere analizzati anche rispetto al triangolo del potere e, quindi, alle forme del suo esercizio. Sergio Marchionne, per esempio, specie all’inizio della sua presenza in quella che allora si chiamava ancora FIAT, mi pare esercitasse più un potere coercitivo che una vera e propria leadership. Poi, con il passare del tempo, il posizionamento è gradualmente cambiato.
Spero che questi esempi abbiano reso più chiaro quel che intendo quando parlo di forma della leadership e, di conseguenza, di mix comunicativo del leader.
Come sempre, gradirei molto vostri commenti ed opinioni.
Provo a stimolarli anche con alcune domande:
– questa distinzione vi sembra rilevante ed esplicativa delle dinamiche che improntano la comunicazione dei leader?
– si possono aggiungere ulteriori elementi?
– siete d’accordo con la collocazione nel triangolo della leadership delle diverse figure analizzate?
– dove collochereste altri personaggi:
politici: Matteo Salvini – Matteo Renzi – Beppe Grillo, solo per fare qualche esempio (parlando di leader politici va aggiunto che il mix potrebbe cambiare radicalmente tra l’esercizio della leadership all’interno del partito e quella rivolta agli elettori);
sportivi: credo, per il tema trattato, che gli allenatori sportivi potrebbero essere una categoria di analisi molto interessante: Antonio Conte – Julio Velasco – Gian Piero Gasperini (scusate… sono bergamasco!).
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