categoria: Vendere e comprare
Turismo, giovani albergatori e quel Next generation plan europeo
Pubblichiamo un post di Raffaello Zanini, fondatore del portale Planethotel.net. Laureato in urbanistica, assiste gli investitori del settore turistico alberghiero con studi di fattibilità, consulenza ai progettisti, ricerca di soluzioni finanziarie –
Perché gli stranieri investono poco nel turismo italiano? Me ne occupai giusto un anno fa su Econopoly.La situazione del GDP Italia oggi è a livelli 1998, un disastro. Negli ultimi anni il turismo stava dando un contributo positivo alla crescita economica, ma oggi la situazione è veramente drammatica.
Infatti la crisi da #coronavirus rende più acuta anche quella del turismo: ora sembra che mila mila milioni si rovesceranno sul nostro paese, e sicuramente di investimenti nel turismo si sentirà tanto parlare, come la panacea per occupazione e sviluppo, del sud soprattutto.
Do per scontato che i quattrini tanto attesi arrivino per davvero, anzi vedo qualcuno che si è già messo in fila, pronto a vendere qualcosa a incauti acquirenti.
Ho da dire due cose ai molti giovani albergatori italiani che vorrebbero crescere, e al futuro ministro del turismo (non a questo, purtroppo sarebbero parole al vento).
Al ministro dico di concentrare tutti gli sforzi su poche località eccellenti. Quante? Cinque, massimo dieci, perché per quanti soldi tu possa spendere, quei soldi saranno comunque pochi. Una località turistica di successo richiede incredibili investimenti in capitale fisso, e sono troppi anni che non si investe, si deve recuperare il tempo perso.
Quindi, caro ministro del futuro governo, chiedi che i territori (le regioni) facciano dei progetti urbanistici ed architettonici, ambiziosi e credibili, con un piano finanziario solido, che mostri un vero potenziale di crescita sia di turisti che di addetti.
Metti a disposizione risorse per finanziare la progettazione di 30 località turistiche, e premia i migliori dieci, con i fondi necessari a realizzare il progetto.
Gli esclusi copino dai migliori, per loro ci sarà presto una prossima occasione.
Innesca un volano positivo di località che fanno a gara a essere le più belle, le più integrate, quelle con i migliori servizi, ed anche con la migliore promozione (che deve esserci, ma viene per ultima).
Pretendi economie di scala. Un progetto grande ed integrato è meglio di qualche contributo a pioggia sparso per tutta la penisola. Anni fa suggerivo che siano i fondi comuni di investimento turistico a fare tutto questo. Serve visione, coraggio e innovazione legislativa: ne vedo pochi in giro.
Riserva i contributi per chi è già grande, raddoppia col tuo contributo chi ha già un capitale importante. Finiamola con “piccolo è bello” che serve a distribuire qualche bonus a incapaci non motivati.
Se non ci credono i finanziatori privati, che hanno gli strumenti per valutare i progetti, nei quali mettono i propri soldi, come fai tu stato a decidere quali aziende sono in grado di avere successo? Non lo sai fare, ed allora hai le due soluzioni classiche, entrambe fallimentari: contributi a pioggia (qualcuno ce la farà), e contributi agli amici (fate vobis).
Nel passato l’attuale ministro ha usato entrambi questi metodi con scarso successo, finanziando operazioni poi fallite, opere che si sarebbero fatte comunque, o gruppi di amici … lasciamo stare, anche se la magistratura in qualche caso non dovrebbe lasciare stare.
Agli albergatori, giovani, con capitali limitati, ma con due asset importanti come la voglia di fare e il know how, dico di cercare i soldi al di fuori dei canali tradizionali, e fuori dall’Italia.
Lasciate perdere le banche, e i contributi pubblici anche se sembrano molto allettanti, pensate in grande e cercate partner stranieri, che hanno necessità di persone motivate e preparate. Conosco qualche gruppo italiano che sta crescendo, cui vanno fatti gli auguri ed i complimenti, auguriamo a tutti loro di fare accordi come quello tra CitizenM e la società di costruzioni tedesca GBI.
Giovanni Tamburi, uno dei banker più lucidi che opera in Italia, dice che l’attuale situazione del turismo dipende anche “dagli operatori che, frammentati e spesso anche distratti da priorità di bassa bottega, non riescono ad incidere”, “si nota – in quasi tutti – una propensione più all’assistenzialismo che a volersi responsabilizzare; imprenditori, lavoratori e professionisti in primis”.
Di fatto Tamburi lascia intendere che si sprecano troppi soldi, per colpa di un atteggiamento assistenzialistico, molto nazionale. Temo che anche il Recovery Fund farà la fine che hanno fatto mille programmi e mille contributi, soprattutto al sud, nel passato.
Invece in Europa e nel Mondo di soldi ce ne sono tanti, ed oggi è relativamente facile raggiungere i decisori. Serve un’idea vincente e un progetto chiaro.
Poi, se decidete davvero che volete crescere, e fare un vero salto, dovete impiantare la vostra holding in un paese europeo “adatto” a favorire la crescita, raccogliere i capitali necessari, industrializzare, e diversificare, in Italia ma anche all’estero: tutte cose apparentemente difficili, ma che diventano facili se si sa come farle, o se conosci chi può aiutarti a farle.
Twitter @PLANETHOTEL_NET