Quando la fatica quotidiana della ricerca ha un alto impatto occupazionale

scritto da il 12 Giugno 2020

13 marzo 2020: il Ministero della Salute autorizza l’ingresso dell’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZSAM) nella rete Covid19 della regione Abruzzo. L’operatività è immediata e proficua, cosicché, grazie a un laboratorio mobile BLS4, cioè una struttura di massima sicurezza ad alto contenimento biologico, all’IZSAM, tecnici e ricercatori si dispongono ad analizzare i famigerati tamponi per la diagnosi di Sars-CoV-2. Ciò che, sulle prime, potrebbe configurarsi come una notizia ordinaria nell’ambito di un quadro emergenziale, a ben vedere, si rivela come testimonianza del primato scientifico d’un’eccellenza italiana. Nello stesso tempo, infatti, l’istituto in questione stipula una convenzione con l’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo per l’esame dei campioni clinici respiratori. Ne nasce, di conseguenza, una vera e propria attività di contrasto al devastante fenomeno di diffusione della Lombardia.

salute_animali_1

Eppure i media tacciono. La notizia passa quasi sotto silenzio. Se ne parla ai margini. D’altronde, si sa: parlare di sventure cattura l’attenzione della gente; la narrazione della tragedia, per certi aspetti, è seducente. Questa volta, però, si tratta di epica pura e chi ha dedicato la vita agli studi è conscio di quanto sia faticoso far conoscere la risultanza d’un’indagine, talora dovendo snaturarne il contenuto in una sintesi impropria, talaltra non potendo affatto estenderla al mondo. L’IZSAM, tuttavia, ha una storia di resistenza e crediti sociali. Il termine “primato”, di cui ci siamo serviti in precedenza, non è infatti frutto della nostra generosità. Fondata nel 1941, oggi, questa realtà dà lavoro addirittura a 600 persone, tra veterinari, chimici, biologi, ingegneri, informatici e altre figure professionali; il che, se rapportato al numero di abitanti della città di Teramo, circa 55.000, significa l’1% della popolazione, cioè un determinante contributo al reddito pro capite. A ciò bisogna aggiungere che, lo scorso 23 settembre, 52 precari sono stati stabilizzati, usufruendo della Piramide della Ricerca, riforma indicata nella Legge di Bilancio 2018.

Qualcuno, a questo punto, potrebbe chiedersi quale sia il legame di pertinenza tra le scienze veterinarie e il virus che ha afflitto l’intera umanità negli ultimi quattro mesi. Di fatto, basterebbe ricorrere a sostantivi, sintagmi ed espressioni che in questo periodo assumono subito forte potere evocativo per formulare una risposta soddisfacente: “mutazione”, “salto di specie”, “sequenze di DNA”; scribacchini d’ogni genere e specie ne hanno pure abusato; la scienza tuttavia impone il rigore e la comunicazione che la riguarda non può né deve mai essere vaga e ambigua. Un primo elemento di approfondimento s’origina dunque dalle zoonosi, malattie generate da microorganismi patogeni che colpiscono gli animali, ma che si trasmettono all’uomo. In genere, il veicolo di trasmissione è costituito dall’acqua o dai cibi contaminati. In tale direttrice di lavoro, l’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise si distingue in pretta attività di sorveglianza epidemiologica e svolge indagini per la sicurezza microbiologica e chimica degli alimenti di origine animale destinati all’alimentazione umana. Nello stesso tempo, s’impegna nella salvaguardia della biodiversità mediante la tutela del patrimonio faunistico e il monitoraggio della qualità delle acque e delle relative risorse ittiche. Non si tratta – si badi bene! – di mero riepilogo descrittivo circa il know how e la mission di uno dei tanti centri di ricerca di un cosiddetto paese evoluto. Diversamente, stiamo documentando un progetto itinerante di sviluppo e costruzione di modelli culturali e progresso, stiamo tentando di raccontare la storia di coloro che versano ‘sangue’ nella ricerca e dai cui sforzi la collettività trae benessere. La vita umana, infatti, si protegge e si salva anche – e talora soprattutto – in laboratorio. A Teramo, è nata anche una Struttura Complessa denominata Ecosistemi Acquatici e Terrestri, il cui fine è proprio quello di esaminare continuamente i vari tipi di acque, marine e dolci. Per esempio, il monitoraggio delle acque in cui si producono i molluschi garantisce la salubrità dell’alimento e previene l’insorgenza di serie problematiche sanitarie. Allo stesso modo, necropsie effettuate su tartarughe e cetacei hanno rivelato la presenza di plastiche nell’apparato digerente; il che ci conduce a un’altra evidenza empirica: la presenza di micro e nano-plastiche nelle specie ittiche che consumiamo potrebbe essere molto dannosa anche per l’uomo.

salute_animali_x

Dunque, nel quadro complessivo della sorveglianza epidemiologica, dello studio delle malattie esotiche e dell’analisi del rischio, l’IZSAM, già ente sanitario di diritto pubblico, è diventato un centro di supporto per il governo nella lotta al coronavirus.

Già nel 2017, l’IZSAM è stato designato Centro di Referenza Nazionale per le Sequenze Genomiche di Microorganismi Patogeni. In quello stesso periodo, infatti, furono avviati degli studi di sequenziamento del genoma dei virus grazie all’innovativa piattaforma per la Next Generation Sequencing. Il sequenziamento rappresenta una fase decisiva dell’indagine scientifica perché consente di individuare mutazioni che possono generare anche la riduzione della patogenicità. Lungo il continuum della ricerca, si è potuto dimostrare che il virus che circola oggi in Abruzzo è piuttosto stabile: le poche mutazioni sembrano non avere alcuna influenza sulla sua virulenza. Le differenze riscontrate nei genomi sequenziati hanno inoltre permesso di collegare il virus sia ai focolai del Nord Italia (Lombardia e Veneto) sia a quelli del Nord Europa della fine di febbraio. Infatti, in 16 casi, il genoma virale analizzato possiede una mutazione identica a quella presente in virus isolati all’inizio dell’epidemia in Inghilterra, Belgio, Olanda e Svizzera.

salute_animali_2

Il triennio 2017-2020 può essere considerato per l’Istituto un periodo magico, per così dire. L’IZSAM, infatti, è riuscito ad attrarre oltre 20 milioni di euro di finanziamenti, avviando e sviluppando 29 progetti internazionali e 73 progetti nazionali. Tra i più prestigiosi, figurano sicuramente quelli che rientrano nei programmi Horizon 2020 e PRIMA, che finanziano la ricerca in ambito europeo e nella regione mediterranea.  Il programma Horizon 2020 è bastato sul criterio One Health, secondo cui la salute degli esseri umani è legata a quella degli animali, e promuove lo studio dell’antibiotico resistenza, delle zoonosi di origine alimentare e dei rischi microbiobiologici emergenti.  Il progetto PRIMA 2018 Blue-Med, invece, ha come obiettivo lo sviluppo di un sistema integrato di monitoraggio e controllo della diffusione della Blue Tongue nell’area mediterranea.

I successi nazionali e internazionali, tuttavia, sarebbero improduttivi in assenza del sacro e inviolabile principio di condivisione e cooperazione che dovrebbe animare ogni ricercatore. In questo senso, l’Istituto teramano, grazie alla collaborazione dell’OIE (Office International des Epizooties o Organizzazione mondiale della sanità animale), ha contribuito alla formazione del personale di laboratori pubblici veterinari in tutto il mondo e, in particolare, in paesi quali Etiopia, Brasile, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Azerbaijan. Ancora, nel 2017, presso la sede di Teramo dell’IZSAM, nasce l’ERFAN (Enhancing Research For Africa Network), un network scientifico finanziato dall’OMS e che riunisce 15 paesi con l’obiettivo di promuovere la salute pubblica globale mediante il trasferimento di tecnologia ed innovazione attraverso programmi di ricerca e formazione che coinvolgano tutti i partner. Naturalmente, da questo progetto i paesi africani possono trarre preziosi elementi di aggiornamento ed evoluzione. Poco meno di un decennio prima, quindi precorrendo i tempi, era stata sviluppata un’efficace e decisiva applicazione, il cui merito è da ascriversi proprio dal personale informatico dell’istituto di Teramo: si tratta di SILABFA (Silab For Africa), uno strumento con cui i laboratori possono accreditarsi allo scopo di svolgere la già documentata attività di sorveglianza epidemiologica e comunicare anzitempo l’eventuale esplosione di focolai. Il prototipo è stato presentato al Meeting Diagnostico della Sothern African Community di Windhoek, in Namibia.

salute_animali_3

La centralità e l’efficienza dell’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise non sono sfuggite alla Commisione Europea che ha coordinato parecchi studi in materia di shelf-life e, di conseguenza, a proposito della sicurezza alimentare fino a determinare veri e propri moduli di gemellaggio finanziati dall’UE e dall’OIE in direzione dei paesi asiatici, del Medio oriente e dell’Africa meridionale e settentrionale.

È doveroso concludere con un’altra attestazione di merito: non perché le lodi accrescano il valore delle persone che animano questa officina del sapere nazionale, ma perché consenso e compartecipazione emotiva rappresentano la minima restituzione affettiva e, insieme, la minima gratitudine che la comunità possa garantire a chi opera ogni giorno, lontano dai riflettori, per il benessere dell’intera società. Il tema, questa volta, è quello della farmacosorveglianza. L’IZSAM, per indicazione del Ministero della Salute, ha sviluppato un sistema informativo incentrato sulla ricetta elettronica veterinaria, obbligatoria dal mese di aprile del 2019. La sperimentazione era stata avviata già nel 2015 in alcune regioni. L’intero processo, in questo modo, è totalmente informatizzato: dalla prescrizione alla somministrazione; la qual cosa consente altissimi livelli di sorveglianza, come si evince dal titolo stesso dell’attività e, non a caso, anche l’ipertecnologico Giappone si è rivolto al ‘nostro’ istituto.

 

Twitter @FscoMer

Sito francescomercadante.it