categoria: Distruzione creativa
Così la pandemia ha trasformato la fruizione di arte e cultura. E dopo?
Post di Chiara Poselle, IT Project Manager presso UniCredit Services S.C.p.A e corsista dell’ Executive MBA Ticinensis-EMBAT presso l’Università di Pavia –
Le disposizioni per arginare il diffondersi della malattia da coronavirus hanno ridisegnato la quotidianità di milioni di persone in poche settimane e il ruolo della tecnologia per migliorare la qualità delle giornate trascorse tra le mura domestiche appare senza dubbio fondamentale e dominante. La rivoluzione digitale di cui tutti beneficiamo ci permette in questo periodo di tenerci in contatto con familiari e amici, partecipare a conferenze di lavoro, seguire corsi per tenersi in forma, ordinare la spesa online e ampliare gli orizzonti in senso lato. Seppure non si possano programmare viaggi fisici, ci viene offerta la possibilità di goderci meravigliosi viaggi virtuali all’insegna dell’arte e della cultura, partendo dall’assunto che “La bellezza salverà il mondo”.
In questi giorni, infatti, sono state potenziate numerose iniziative ad alto contenuto tecnologico per visitare le collezioni di arte più belle al mondo. Queste proposte hanno messo in risalto l’importanza del digitale per fruire dei capolavori d’arte, comodamente dalle proprie abitazioni e, nella maggior parte dei casi, gratuitamente. Da una ricerca su Google Trends emerge che in Italia la ricerca di “Google Arts & Culture” è stata pressoché costante dal marzo 2019 al febbraio 2020, per poi subire una vera impennata nel marzo 2020.
La disruptive innovation nel campo delle arti figurative, infatti, è associata principalmente al progetto Google Arts & Culture, lanciato nel 2011 e fortemente voluto dal direttore del Google Cultural Institute, Amit Sood. Google, che non può generare profitti finanziari diretti, si propone come partner tecnologico, mentre migliaia di musei (tra cui la Pinacoteca di Brera, il Museo Astronomico di Brera, La Galleria degli Uffizi; i Musei Vaticani, il Louvre, il British Museum, il Museo Archeologico di Atene, Il Museo del Prado, l’Hermitage, il Metropoltan Museum) e di archivi aderenti all’iniziativa non pagano per essere inseriti nei registri digitali e mantengono i loro diritti sulle opere.
L’obiettivo originario di Google era rendere l’esperienza digitale supplementare a quella materiale. In questo modo, si voleva iniziare a cambiare il paradigma della fruizione, della conservazione e della valorizzazione dell’arte e della cultura. Le ricerche sulla piattaforma digitale, supportate anche dalla tecnologia innovativa del machine learning, permettono di
condurre la ricerca per artisti, mezzi espressivi, movimenti artistici, eventi storici, personaggi storici, collezioni e, addirittura, per colore. Un sogno a occhi aperti per tanti, soprattutto in queste settimane.
Dieci anni fa questa iniziativa era stata disegnata ed era percepita come una possibilità per gli amanti dell’arte e della cultura, mentre in questo periodo di crisi la dematerializzazione degli asset tangibili si è trasformata essenzialmente in una necessità per continuare ad ammirare capolavori ad alta definizione. Nonostante l’arte venga filtrata dalla luce degli schermi dei dispositivi, è facile cogliere le sfumature delle opere e percepire l’energia da esse sprigionata anche a migliaia di chilometri di distanza.
Particolare della homepage di Google Arts and Culture
Seppur sia vero che internet ha liberalizzato le riproduzioni d’arte, dall’altra parte le collezioni non sono quasi mai interamente, per scelta, a portata di clic. L’“appetito vien ammirando”, quindi si spera di invogliare gli interessati all’arte ad andare anche a visitare i musei per poter contemplare le opere non solo virtualmente (quando tornerà a essere possibile, chiaramente).
Anche Sky Arte in questi giorni offre un’occasione unica di immergersi tra le meraviglie del patrimonio culturale internazionale e propone film che celebrano personalità che hanno segnato la storia dell’arte nei secoli. Sono stati resi disponibili in streaming su diverse piattaforme multimediali anche film sulle biografie dei grandi maestri di architettura, come Antonio Palladio, Gae Aulenti, Renzo Piano, Gio Ponti, Zaha Hadid, Frank L. Wright e molti altri. Entrare nella vita dei protagonisti dell’architettura mondiale è un’ottima occasione per conoscerli meglio e per apprezzare di più le loro opere, in una cornice in cui immergersi nella storia ha assunto un ruolo catartico.
A queste proposte si accompagnano molte altre iniziative lodevoli, tra cui “Raffaello oltre la mostra”, per celebrare con video-racconti i capolavori del genio del Rinascimento, esposti alle Scuderie del Quirinale. Si può anche “incontrare” Claude Monet, padre dell’Impressionismo francese, con un tour virtuale nel suo tempio a Ginevry, o è possibile prendere parte alle “Passeggiate del Direttore” dell’egittologo Christian Greco, che racconta con passione in brevi video sul canale YouTube alcuni oggetti della collezione del Museo Egizio di Torino. Il Museo ha anche lanciato una proposta sui social network chiedendo agli appassionati di cimentarsi nella reinterpretazione dei reperti della collezione.
Nel campo della letteratura si è capita l’esigenza di ricorrere al digitale. È stato creato da un gruppo di autori e autrici uno spazio virtuale su Facebook, “Decameron – una storia ci salverà”, che organizza presentazioni di libri “online”, in diretta. Questi eventi, a sostegno di vari editori, sono organizzati esattamente come gli appuntamenti dal vivo, quindi con possibilità per il “pubblico” di poter partecipare e interagire.
In questo tempo sospeso, in rete sono disponibili, inoltre, i “Racconti in tempo di peste”, una stagione teatrale online, legata al periodo dell’emergenza. L’obiettivo del progetto di Sergio Maifredi e Corrado d’Elia, prodotto da Teatro Pubblico Ligure e Compagnia Corrado d’Elia, è presentare cento autori per cento giorni, con video inediti, ridisegnando il paradigma della forma espressiva artistica. Per “far fronte all’inferno”, l’attrice novarese Lucilla Giagnoni interpreta i “vespri danteschi” in diretta streaming sul suo canale YouTube.
Alla luce di queste nuove possibilità dal valore inestimabile, ci si chiede se questa modalità di fruizione sarà preferita anche in futuro, o se si continuerà a prediligere esclusivamente lo stupore di una visita al museo, l’emozione dell’apertura di un sipario e l’entusiasmo della partecipazione a un festival della letteratura. Questo nuovo approccio per immergersi nella cultura e nell’arte cambierà il modello di business, a emergenza finita?
Il momento di crisi che stiamo vivendo è un’occasione unica per sperimentare il valore aggiunto della fruizione virtuale di diverse forme di arte e cultura, quindi sembra ragionevole spingersi a proporre tale paradigma anche per il futuro. Così come beneficiamo dell’ascolto della musica e della visione di film “online” oramai da molti anni, senza disdegnare concerti live e cinema, potremo continuare a prediligere un modello digitale anche in futuro, considerando quanto sia apprezzato in questo momento. Questo nuovo modello potrebbe agevolare anche le numerose persone che non hanno la possibilità di viaggiare fisicamente o frequentare luoghi affollati, per motivazioni di vario genere, e che continuerebbero a trarre vantaggio dalle numerose iniziative organizzate durante la quarantena.
Un altro valido motivo per cui in futuro si potrebbe voler privilegiare l’arte “a distanza” è legato all’impatto ambientale che generano i numerosi spostamenti di merci e persone legate a questo settore. Se si riuscisse a rendere l’esperienza virtuale sempre più simile a quella reale, per esempio inserendo una “guida digitale” durante le visite ai musei e ai siti artistici, potrebbero inserirsi nel mercato altri target di clientela, quindi potrebbero generarsi nuove prospettive di business, con il sostegno anche di pubblicità e sponsorizzazioni. Si potrebbe, quindi, valutare di estendere le possibilità di usufruire delle preziose iniziative digitali anche
nel periodo post pandemia e ridisegnare il relativo modello di business, rendendolo sicuramente più sostenibile.
Il potenziamento della dimensione digitale, tuttavia, non deve coincidere con l’esclusione di quella fisica, soprattutto considerando il valore aggiunto che può apportare l’interazione tra persone nel campo dell’arte e della cultura, che avrà bisogno di un sostegno economico tanto quanto gli altri settori al termine dell’emergenza di questi giorni. Come sosteneva W. H. Wackenroder, “Ci si deve sostenere con braccia coraggiose in mezzo al caos delle rovine, nel quale la nostra vita è sminuzzata e attaccarci fortemente all’arte, alla grande, alla duratura arte, che, al di sopra di ogni caos, attinge l’eternità – l’arte che dal cielo ci porge una mano luminosa, così che noi stiamo sospesi in ardita posizione, sopra un abisso deserto, fra cielo e terra”.
Per ora, nel caos delle rovine generate dalla sfida che stiamo affrontando, #restiamoacasa in compagnia dell’arte e della cultura a portata di clic per trascendere le difficoltà. Continuiamo a vedere sipari aprirsi online e a esplorare la carrellata di tesori culturali e di capolavori di cui la nostra Italia è ricca, in attesa di dipingere il futuro del nostro Paese con i colori più belli e di poter tornare ad ammirare la bellezza con occhi rinnovati. Sia fisicamente sia virtualmente.