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Millennials senza scelta: devono essere portfolio manager di loro stessi
Il 15 settembre 2008, era un giorno come tanti e mi accingevo ad arrivare a Canary Wharf, il centro finanziario di Londra. Ero stato assunto da poco da una banca d’investimento americana come analista. Quel giorno l’atmosfera era diversa. Girava un’aria pesante. Essendo un novello nel mondo della finanza non potevo immaginare cosa stesse accadendo. Come avrei potuto, nemmeno gli esperti potevano prevedere quello che sarebbe successo. All’uscita dalla metro, notai una confusione insolita, molte troupe televisive. Molti dipendenti di una banca concorrente lasciavano i propri uffici con i loro effetti personali negli scatoloni. Quelle immagini sancivano il crollo di una delle banche d’investimento più importanti di Wall Street: Lehman Brothers.
Quello che non potevo immaginare, è che quel giorno avrebbe cambiato non solo il mondo della Finanza, ma anche la mia generazione: i Millennials. Nel 2008 eravamo molto giovani, eravamo ventenni. Abbiamo vissuto molto presto un crollo del mercato del 40% e una crisi immobiliare senza precedenti. Grazie al Presidente della Federal Reserve Bernanke, siamo passati da una crisi finanziaria ad un panorama dove il valore degli assets ha raggiunto massimi storici senza un aumento dell’economia reale. I possessori di assets sono diventati straricchi, mentre i meno fortunati sono rimasti agli argini. La “cura Bernanke” ha lasciato il paziente (l’economia mondiale) con due rogne: una divisione sociale sempre più preoccupante ma anche un gap tra i Boomers e i Millennials.
Secondo un report di New America, i Millennials guadagnano il 20% in meno rispetto ai loro genitori. Il cosiddetto “wealth gap” è raddoppiato rispetto a venti anni prima.
Psicologicamente, gli ultimi dieci anni sono stati complicati per un Millennial. La crisi del 2008 ci ha segnato fortemente. L’uomo è due volte più sensibile alle perdite che ai guadagni. Un crollo come quello del 2008, ti rimane impresso e da investitore è difficile da superare psicologicamente. Basta ricordare la generazione che ha vissuto la Grande Depressione degli anni ’30. Traumatizzati da quel crollo, psicologicamente non sono mai riusciti a superare la paura di perdere risparmi nel mercato. E per questo motivo non riuscirono ad approfittare dei ritorni da record nel mercato negli anni successivi alla recessione.
I Millennials, non hanno molta fiducia dei gestori dei propri risparmi. Dopo quello che hanno combinato le banche negli ultimi 10 anni non possiamo essere biasimati. Altro problema è l’età. Sì, essere giovani può essere un problema. Come tutti i giovani crediamo che resteremo tali per sempre, una sorta di sindrome di Peter Pan. Non ci preoccupiamo troppo di risparmiare, se non per le vacanze. Questo ci penalizza perché’ non diamo la possibilità all’ interesse composto d’ innescarsi a nostro favore.
Ma è davvero tutto cosi cupo per i Millennials? Vediamo.
La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità
Seneca
In questo scenario cupo, i Millennials hanno due opzioni. Piangersi addosso o rimboccarsi le maniche. Innanzitutto è importante capire che da investitori la nostra età è un gran vantaggio. Non siamo costretti a risparmiare tantissimo per vedere dei risultati futuri. Abbiamo la possibilità di dare tempo all’ interesse composto di agire per noi. Dobbiamo poi capire come usare la psicologia di mercato a nostro favore. Nel 2008 il mercato ci è crollato davanti, quello è vero. Ma un evento del genere per un investitore esordiente è una manna dal cielo. Nel corso della nostra vita vivremo altri crolli come il 2008, alcuni potrebbero essere addirittura peggiori. Queste sono tutte opportunità che il mercato offre agli esordienti che hanno tempo davanti a loro. Per capirci meglio, un capo di abbigliamento marca Armani ci piace di più se lo acquistiamo a 100 o a 60 euro? La verità è che ci piace uguale, ma preferiamo pagare il prezzo dei saldi. Il concetto è lo stesso quando investiamo.
Un altro vantaggio enorme che poi abbiamo rispetto ai nostri genitori è lo sviluppo tecnologico. Questo ci ha aiutato in due modi fondamentali. Uno è l’accesso all’informazione. Si può imparare di finanza personale andando su Google. In meno di un secondo avrete più informazioni dinanzi a voi di quanto uno dei nostri genitori abbia avuto durante tutto il corso della propria vita. Il secondo modo è l ‘abilità di effettuare i propri investimenti in meno di un minuto tramite le varie piattaforme online. Inoltre queste piattaforme ci danno la possibilità di investire in qualsiasi borsa da New York fino a Singapore. Questo è particolarmente importante quando parliamo di diversificazione e ritorni. I nostri genitori non avevano questo vantaggio, per accedere alla borsa dovevano recarsi in filiale ed affidarsi a un gestore.
Il terzo vantaggio è che, grazie allo sviluppo tecnologico, abbiamo la possibilità di mantenere i nostri costi bassi. Costi che, visti in isolamento, sembrano bassi ma, con il tempo, ci aiutano ad aumentare il nostro patrimonio drasticamente.
Come Millennials, abbiamo le armi per poter fare molto bene. Ogni generazione ha i propri ostacoli in termini sociali ed economici, e anche noi Millennials ne abbiamo e ne avremo. Ora cerchiamo di capire un po’ meglio come gestire il nostro cashflow mensile e come investirlo.
Asset Allocation – Il Segreto per un Portafogli di successo
Come divento ricco? Molti se lo chiedono di continuo. Le risposte che ci diamo sono le seguenti:
– lavorare a Wall Street portando le bretelline come Gordon Gekko,
– l’amore di un datore di lavoro
– la visita inaspettata di un individuo che ha un accento americano e che si presenta come l’avvocato di tuo zio Sam d’ America, sconosciuto fino a quel momento.
Tutte queste sono opzioni, ma la verità è che, se si crea un sistema che controlli il nostro cashflow mensile, anche con pochi risparmi, possiamo arrivare ad avere un bel gruzzoletto o addirittura la libertà finanziaria. Tutto dipende da quanto una persona sia disposta a mettere da parte e quanti anni ha dinnanzi.
Prima di creare il nostro sistema, è importante capire alcuni concetti fondamentali.
1. È importante risparmiare un minimo ogni mese, e poi investirlo assiduamente in un portafogli diversificato.
2. L’ inflazione e le tasse condizionano il ritorno di un portafogli.
3. Il debito non è sempre negativo, anzi può aiutarci ad arrivare ai nostri obbiettivi finanziari molto velocemente (se controllato).
Dopo di che dobbiamo capire il concetto di rischio. Se oggi investo 1000 euro in Coca Cola, e domani il titolo cade del 20%, quello non è il mio rischio. Il rischio deve essere capito in una prospettiva di tempo. Perché se ho 20 anni e pazienza, quel crollo del 20% non dovrebbe essere un rischio, almeno che il mondo smetta di bere la Coca Cola.
Una volta capiti questi concetti, siamo pronti a mettere tutto in autopilot. Da investitore passivo, per avere buoni risultati, è molto importante rimuovere la nostra abilità di prendere decisioni. Da investitori è molto difficile investire efficacemente, specialmente quando il mercato crolla del 40%. In quei casi dovremmo comprare, ma in realtà il nostro istinto ci spinge a vendere. Questo è anche uno dei motivi per cui i gestori non riescono a battere il ritorno del mercato.
Uno degli step fondamentali per un Millennial è quello di capire dove mettere i propri risparmi, e come creare un portafogli che gli dia ottimi ritorni. Ogni asset ha i suoi ritorni, in base alla nostra età poi dobbiamo decidere quanto allocare in ogni sezione dell’imbuto. L’asset allocation ci darà il nostro ritorno mensile.
Vediamo come funziona l’imbuto.
Come risparmiare e investire: il Cashflow Mensile
Una volta che abbiamo capito quale è il nostro asset allocation, il secondo step è quello di creare due secchielli. Nel grafico li chiamo “Investire” e “Spese”. Questo step è il più lungo. Ci vorrà un po’ di tempo per capire quale sono i nostri costi fissi e variabili. Una volta stabiliti, potremmo decidere che percentuale allocare nel secchiello “Investire”. Questa percentuale uscirà automaticamente ogni mese e sarà distribuita nelle varie sezioni dell’imbuto per darci il nostro ritorno annuale. Nel grafico ho usato un’allocazione fittizia che ci fa arrivare ad un ritorno del 6.3%. In fondo a destra notate come funzioni l’interesse composto se investiamo EUR 1,000 al mese per un anno, 10 e 20 anni.
Cash & Gold: Questa è la parte più liquida del nostro portafogli. Per il contante useremo conto risparmi high yield. In questa sezione, ci metterei anche dell’oro fisico. Un asset molto liquido, ma che a differenza del contante, non perde valore rispetto all’ inflazione.
Core: Nella parte core del portafogli, vogliamo creare una strategia titoli e obbligazioni. Allochiamo tra le due asset class in base:
– alla nostra età
– a quanto vogliamo essere aggressivi. Per esempio, a vent’anni non è da pazzi mettere 100% in titoli. Dopo i trenta si può pensare di diminuire verso un 80/20 titoli obbligazioni. È consigliabile usare index funds per diminuire i propri costi.
Alternativi: Questa è una delle sezioni più aggressive e tocca asset class come Private equity o immobiliare. Investire in immobiliare è un ottima diversificazione e aumenta il ritorno del portafogli. Lo possiamo fare tramite REITs pubblici oppure investendo tramite piattaforme peer-to-peer, tipo prestiti high yield (ancora nuovo come concetto, ma si possono ottenere ottimi risultati). Da notare, investire un REIT pubblico non ci darà gli stessi ritorni del Private Equity.
Stocks picking: Questa sezione è per quelli che vogliono essere più attivi e vogliono investire direttamente in titoli di aziende quotate in borsa. Questa parte può aumentare notevolmente i ritorni del nostro portafogli, ma è importante ricordare che necessita di tempo e di un sistema di investimento. Non è per tutti. Quelli che vogliono essere più passivi, possono usare index funds che investono in value, momentum or growth in base alla strategia scelta.
Questo portafogli è solo un esempio, vi sono diverse strategie per investire i propri risparmi. L’importante è capire come dividere i due secchielli e poi investire automaticamente ogni mese in base alla strategia scelta.
L’opportunista vede opportunità in ogni periodo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità
Churchill
I Millennials, da un punto di vista finanziario, sono stati meno fortunati dei Boomers. Dai dati questo emerge chiaramente. Abbiamo avuto meno possibilità lavorative ed il nostro potere d’acquisto è inferiore, mentre il costo degli asset è ai massimi storici. Detto ciò, siamo stati più fortunati da un punto di vista tecnologico. Abbiamo accesso a tutta l’informazione di questo mondo in un telefono. Possiamo investire in tutti i mercati del mondo, in modo economico senza passare per i gestori. Le nuove tecnologie come il peer-to-peer ci danno la possibilità di investire in asset class che prima erano solo per i super ricchi, come il private equity. Per il resto, beh quello sta a noi.
Twitter @Theimmigrant84