La Juventus e la Serie A nel 2024: andrà veramente così?

scritto da il 05 Maggio 2019

Ecco l’articolo che forse, a fine agosto 2024, potrò scrivere; al momento, sia chiaro, è solo un esercizio di pura fantasia! (L.D.)

Ultimo weekend di agosto ed ecco che scatta il campionato 2024/25; ma soprattutto, per noi interessati ai temi finanziari, escono le prime indiscrezioni sul bilancio al 30/6/2024 della Juventus FC S.p.A.: i ricavi per la prima volta dovrebbero superare gli 800 milioni, dopo una stagione culminata, per la seconda volta negli ultimi 5 anni, nella vittoria in Champions League; è molto probabile che il Club chiuda con un utile cospicuo a coronamento di molti anni di consolidamento finanziario e di conferme a livello sportivo.

Solo 5 anni fa la Juve era reduce dalla discussa stagione 2018/19, la prima con Cristiano Ronaldo, attualmente secondo azionista del Club, arrivato alla Juve l’estate precedente, con un’operazione monstre da 400 milioni di Euro e protagonista di 3 stagioni fantastiche, le sue ultime da giocatore, prima del ritiro e del definitivo passaggio nelle fila degli imprenditori (attività che non era sconosciuta al CR7 calciatore, già impegnato in numerose attività imprenditoriali anche mentre era in attività).

Ma andiamo con ordine: nella primavera del 2019 la Juventus terminava una stagione deludente per molti tifosi, portando a casa il solo scudetto; eliminata dall’Ajax ai Quarti in Champions League, ed in Coppa Italia dall’Atalanta (che da quella stagione si è piazzata stabilmente in zona Champions), la Juve aveva staccato tutti in campionato, ma l’allenatore Massimiliano Allegri – poi protagonista di un clamoroso e vincente ritorno a Milano – era contestato dai più: il presidente Agnelli dopo settimane di notizie contrastanti, e una girandola impressionante di voci, era riuscito a portare a Torino Pep Guardiola, reduce da una stagione fallimentare al City (eliminato ai Quarti in Champions e bruciato al fotofinish dal Liverpool di Klopp in Premier League).

La Juventus da allora si è resa protagonista di 5 anni notevoli, non tanto e non solo dal punto di vista sportivo, dove non sono certo mancate le soddisfazioni, ma soprattutto da quello economico-finanziario, che qui esamineremo.

Con l’arrivo di CR7 molti ritenevano che Andrea Agnelli volesse coronare un progetto, dopo la faticosa ripresa post-Calciopoli e l’incredibile infilata di 9 scudetti consecutivi, prima di cedere di nuovo il passo a due titoli per le milanesi. Invece l’acquisto del portoghese è in effetti stato il primo tassello di un ulteriore ambizioso piano di sviluppo, cui è seguito l’arrivo di Guardiola e di numerosi altri giocatori di livello planetario (fra cui Sadio Mané, Kevin De Bruyne e Joao Felix, solo per citarne tre).

Sostanzialmente, come alcuni commentatori ed analisti (fra cui Banca IMI) fecero prontamente notare all’epoca, la notorietà, l’appeal e il reach di quello che al tempo era, insieme a Messi, il miglior giocatore al mondo, ha consentito alla Juventus di impostare un’ulteriore campagna di crescita dei propri ricavi, in parte legati ai successi sportivi ed in parte resi stabili dalla notorietà internazionale del marchio Juventus e dal connesso incremento dei ricavi di merchandising e sponsorizzazioni.

Certamente l’essersi confermata ai massimi livelli nazionali, e l’aver vinto 4 trofei internazionali (2 Champions, una Supercoppa europea ed una Coppa Intercontinentale) hanno confermato il Club torinese ai vertici del calcio mondiale, e il numero di sostenitori (che sono anche consumatori) in tutto il mondo si è incrementato notevolmente.

Ma andiamo con ordine e vediamo quali sono state le principali determinanti dell’incremento dei ricavi in questo esercizio chiuso al 30/6/2024, fino alla cifra stratosferica di oltre 800 milioni di euro, sulla quale gli analisti stanno esprimendo il loro consensus e che verrà ufficializzata solo nel prossimo mese di settembre.

1) Dal punto di vista dello Stadio, la stagione conclusa è stata la prima nel New Juventus Stadium, costruito al posto del precedente impianto in un tempo record di 15 mesi; Agnelli aveva a lungo tenuto la posizione per cui “è meglio riempire sempre uno stadio da 42 mila che riempirne 3 o 4 volte l’anno uno da 70 mila”, ma poi ha dovuto rendersi conto che una nuova casa era necessaria: il nuovo impianto è stato eretto sul modello del New Tottenham Stadium (inaugurato 5 anni fa) e contiene ampi spazi di entertainement ed una serie di attrazioni integrate con il J Village (di proprietà di un Fondo, di cui la Juve ha mantenuto il 25%), che ha visto progressivamente la luce nell’area della Continassa a fianco del centro sportivo (di intera proprietà bianconera). Il primo anno, complice anche il trionfo in Champions League nella finale del 1 giugno proprio a Londra, nello stadio del Tottenham), il fatturato da match-day ha toccato la cifra di 135 milioni di euro, che si rapportano ai 60-70 medi della vecchia gestione.

2) L’area Sponsor e Merchandising toccherà  probabilmente vette mai raggiunte: dalla scorsa stagione il Club aveva cambiato, non senza un certo clamore, lo sponsor tecnico: dopo molti anni con Adidas con cui per ben due volte erano stati ritoccati i valori annui di sponsorizzazione (fino a 51 milioni nel 2018 e fino a 68 nel 2020), la Juve si è avvalsa di una clausola rescissoria ed ora è Nike a campeggiare sulle maglie bianconere e la cifra è diventata pari a 85 milioni, con un percorso di crescita programmato fino a 110 potenziali. Lo sponsor di maglia, che è stato Jeep fino a tre stagioni fa è ora Allianz: il Gruppo assicurativo ha deciso di fare un passo importante nelle sponsorizzazioni sportive che già erano molto intense 5 anni fa, sponsorizzando direttamente tre top team europei: la Juventus, il Bayern e il PSG. Nell’area del merchandising è proseguito senza sosta l’incremento dei ricavi per la vendita delle maglie, ed è proprio di quest’anno è un accordo di licenza a livello mondiale con Michael Kors per la realizzazione di un elevato numero di articoli di abbigliamento e accessori a marchio Juventus.

3) Dal lato dei diritti sportivi, la quota di ricavi per la Juventus è stata  molto rilevante, considerando la vittoria in Champions League; anche la Serie A è riuscita a vendersi meglio, con il rinnovo del contratto di due stagioni fa. Ha influito certamente la rinnovata competitività dei due Club milanesi, che si sono entrambi quotati in Borsa ed hanno ritrovata una stabilità azionaria, ma, soprattutto, sono tornate a vincere uno scudetto e a riportare competitività in un campionato che aveva in parte perso il suo appeal; appeal che è tornato anche grazie a nuove realtà vincenti come l’Atalanta e la Sampdoria, entrambe protagoniste di risultati eccezionali, che le hanno quasi stabilmente viste protagoniste di buone prestazioni anche nelle competizioni europee; questo certamente anche grazie ad un assetto proprietario stabile (anche la Samp si è quotata in Borsa lo scorso anno, dopo che l’azionista Ferrero, 4 anni fa, aveva venduto al fondo York le sue quote).

4) È proseguita in questa anni l’attività di “players trading”, che rappresenta una componente importante del fatturato di ogni club è che è stata stabilizzata come componente abbastanza ricorrente: in questi anni, la Juventus ha piazzato alcuni “colpi” importanti, come la vendita di Moise Kean al Liverpool per la cifra monstre di 150 milioni di euro; molti sono stati i giocatori del settore giovanile che sono stati ceduti realizzando elevate plusvalenze (Pereira e Nicolussi solo per citarne alcuni). La scelta di schierare una squadra Under 23 da questo punto di vista si è rivelata ottima, consentendo al Club di avere una folta schiera di giovani da destinare sia alle esigenze della prima squadra sia da ad operazioni di mercato.

Ma l’aspetto forse più interessante dell’evoluzione della Juventus di questi anni è l’operazione di mercato del mese scorso in cui di fatto il Club ha aperto la struttura del proprio capitale: con un collocamento in OPVS di oltre 700 milioni di euro, la Società ha raccolto 400 millioni in aumento di capitale per il proprio sviluppo, mentre la differenza è affluita  nelle casse di Exor e della CR7Juve2024, la società di Cristiano Ronaldo che aveva legato le proprie sorti a quelle di Exor al momento del ritiro, con un patto di sindacato che permane tuttora, sia pure su quote ridotte.

Ed in realtà, il processo evolutivo del calcio italiano, con un’accelerazione impressa proprio da Andrea Agnelli e dalla Juventus, risale ormai a 10 anni fa e si è certamente irrobustito: altre tre società sono approdate al listino (la Sampdoria, oltre ad Inter e Milan), diversi Club hanno portato a termine i loro progetti di costruzione di uno stadio di proprietà (il Torino, la Roma, l’Atalanta ed anche il Napoli, dopo il cambio di proprietà da Aurelio De Laurentiis a un gruppo di imprenditori italiani sorretti da una sottoscrizione di tifosi/azionisti che possiedono attualmente il 5% del Club, ha lasciato il fatiscente San Paolo per un nuovo stadio di moderna concezione).

E con l’aumento delle squadre che possono essere protagoniste in campo internazionale, anche la ripartizione dei diritti della Serie A è meno concentrata sui top team e potrà probabilmente favorire la crescita di altri Club

Il calcio rimane certamente un settore complicato ma da quando, circa 7 anni fa, ebbi modo di scrivere che la finanza applicata al calcio genera mostri, di certo ora lo scenario è di un ben diverso spessore: la Juventus, da precursore, rimane oggi il top club italiano, ma è contorniato da altri Club di standing elevato e soprattutto industrialmente e finanziariamente sani.

 

Materiali per approfondimenti:

La finanza applicata al calcio genera mostri? (da Econopoly)

Approfondimento su Report Banca IMI (da Juventibus)

Juventus ed aspetti immobiliari (da Juventibus)

Juventus ed aspetti finanziari (da Juventibus)

Juventus e ManUTD: un confronto (da Econopoly)

Guida smart ai Bilanci delle Società di Calcio (da Econopoly)