Here è la Netflix del trasporto che vuole sorpassare Uber: ce la farà?

scritto da il 22 Marzo 2019

L’autore di questo post è Niccolò Bianchini, laureando a SciencesPo, Parigi – 

Prima di arrivare a Pechino, dove mi sono trasferito nel settembre scorso, avendo precedentemente sempre vissuto in città europee di piccole e medie dimensioni, avevo utilizzato Uber soltanto saltuariamente e sentito menzionare Lyft da qualche amico. Nonostante ciò non ho impiegato molto tempo a familiarizzare con Didi, l’equivalente app mobile Cinese di ride-hailing: ad affidabilità, comodità, rapidità, sicurezza e customizzazione del servizio alle esigenze del cliente – noti ingredienti del successo internazionale di Uber – si va ad aggiungere infatti un costo decisamente accessibile che rende più sopportabile il tipico dǔchē (traffico) pechinese.

Da allora ho progressivamente maturato un crescente interesse verso il mercato della mobilità e particolarmente verso il concetto di Mobilità come Servizio o MaaS ( Mobility as a Service ): una sorta di Netflix dei trasporti per usare le parole di Dave Roat, strategy manager di Cubic, compagnia statunitense di trasporti tecnologici. Con questo termine si indica infatti un modello innovativo di trasporto urbano on demand, che integra al contempo trasporto pubblico e privato in un’unica funzione e con la possibilità di effettuare un pagamento singolo per tutti i servizi offerti e le tratte percorse.

Tra i numerosi attori presenti nel settore, a spiccare per ambizioni e portata del progetto è senz’altro Here Mobility: un’unità del servizio di mappatura digitale Here Technologies acquistato per 2,8 miliardi di euro da un gruppo di costruttori di automobili tedesche (Audi, BMW e Daimler) nell’agosto 2015 dalla Nokia e con sede ad Amsterdam. Here Mobility è guidato da Liad Itzhak, già noto per essere una delle menti dietro a Waze – l’inusuale app di navigazione israeliana che suggerisce percorsi inesplorati ed improbabili per aggirare il traffico – il quale promette di mettere fine al monopolio delle compagnie di ride-hailing come Uber e Didi che hanno di fatto ossificato la competizione nel mercato della mobilità nuocendo soprattutto ad un settore pubblico in sempre più costante difficoltà.

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Here, come dichiarato nella propria visione, ha come obiettivi quelli di democratizzare e razionalizzare il sistema dei trasporti così semplificando i suoi servizi frammentati e riducendo al contempo il traffico che, tra il 2010 e il 2016, principalmente a causa di Uber e Lyft in città come New York o San Francisco ha visto un aumento del 180% con conseguenti costi ambientali e di tempo.

Rispetto ai colossi del ride-hailing, Here presenta due peculiarità distintive. In primis viene introdotta una piattaforma neutrale e collaborativa per tutti i servizi di trasporto, pubblici o privati che spaziano dal noleggio di biciclette, passando per le compagnie di treni e bus fino ad arrivare a quelle dei taxi. Gli utenti di Here si vedranno automaticamente consigliare il percorso ottimale per spostarsi da A a B piuttosto che quello più redditizio per una certa compagnia. Così ad esempio alternative come prendere un Uber o Didi fino alla fermata della metro più vicina oppure anche soltanto camminare fino alla destinazione finale verranno raccomandate quando esse costituiranno l’opzione più vantaggiosa.

Inoltre Here sta cercando di conferire un carattere di social network alla sua piattaforma di servizi di trasporto grazie a SoMo, la sua app di mobilità sociale che connette quegli utenti diretti verso la stessa destinazione, allo stesso orario e per la stessa ragione disposti a condividere un viaggio gratuitamente. In tal modo ad esempio i genitori riusciranno a coordinare più efficientemente il trasporto dei propri figli verso sedi di attività sportive o di ricreazione.

Ad oggi la rete di Here, non ancora operativa ovunque, può contare su più di 500 fornitori di servizi di trasporto per un totale di un milione e mezzo di veicoli ripartiti tra 350 città.

Nonostante le porte di Here siano state da subito aperte ad una improbabile collaborazione con le app di ride-hailing, queste ultime molto difficilmente rinunceranno al proprio monopolio fondato su un’immensa disponibilità di dati, un canale diretto di accesso a capitale a basso costo e un network dal potenziale spropositato.

Non sarà affatto semplice per Here resistere alla competizione dei colossi del ride-hailing ma qualora il suo paradigma visionario riuscisse a materializzarsi, l’attuale lampante monopolio del ride-hailing potrebbe essere almeno parzialmente scardinato beneficiando così i clienti i termini di costi, comfort ed efficienza riducendo al contempo l’impatto complessivo del mercato della mobilità sulla qualità della vita urbana.

 

RISORSE:

https://www.ft.com/content/3431f50a-39a7-11e5-8613-07d16aad2152

https://www.ft.com/content/00b5ac50-4a41-11e8-8c77-ff51caedcde6

https://www.ft.com/content/a2e31d22-126f-11e9-a581-4ff78404524e

https://www.ft.com/content/f0e6aa6e-17df-11e9-b93e-f4351a53f1c3

https://www.ft.com/content/0d7490ae-d68e-11e7-8c9a-d9c0a5c8d5c9

https://www.here.com/about-us

https://mobility.here.com/

https://en.wikipedia.org/wiki/Here_(company)#HERE_Auto

https://meetingoftheminds.org/4-ways-cities-are-adopting-mobility-as-a-service-29953

https://sf.curbed.com/2018/7/27/17622178/uber-lyft-cause-traffic-streets-congestion-bruce-schaller-tnc-report

https://sf.curbed.com/2018/7/27/17622178/uber-lyft-cause-traffic-streets-congestion-bruce-schaller-tnc-report