categoria: I magnifici sette
Una settimana di Econopoly (quella della fiducia alla manovra)
Eravamo abituati a goderci lo spettacolo della legge di bilancio, la manovra, scritta e riscritta come fosse una tela di Penelope. Ma una volta erano i buoni propositi, magari la necessità proclamata di fare austerity, a crollare miseramente sotto i colpi del ricorrente assalto alla diligenza finale. E così quel che doveva passare come sobrio e asciutto, finiva per essere barocco e dispendioso. Il tutto in un grande classico di fine anno: il maxi emendamento, da votare con la fiducia del Parlamento.
Quest’anno dapprima i proclami che inneggiavano allo spendere ed espandere. Sì, espandere, perché la pretesa era piegare l’economia alla volontà. Una manovra fatta per accontentare i rispettivi elettorati di Lega e Cinquestelle. In barba alla necessità di non lasciare esplodere deficit e debito.
Poi è arrivato l’impatto con la realtà, soprattutto su pensioni e reddito di cittadinanza. L’Europa, il rischio di finire schiacciati da una pesantissima procedura d’infrazione per debito eccessivo. Certo, non si farà mancare il maxi emendamento finale. E la fiducia già è stata utilizzata alla Camera. Insomma, governare è un’arte complessa e ne sta pagando il prezzo anche il famoso contratto del Governo del Cambiamento.
Governo che deve fare i conti, oltre che con le retromarce sulle scelte di politica economica, con le gaffe dei propri esponenti. Spesso corrette tra l’imbarazzo generale. Ne ha scritto con brio il nostro Francesco Mercadante. E il suo post è stato subito il più letto, diventando il numero uno negli ultimi Magnifici Sette giorni di Econopoly:
Un governo dell’ignoranza e della correzione? Forse ce lo meritiamo
“L’attuale maggioranza di governo – è l’incipit del post – ha un che di epico: non lo si può negare. Le gesta dei suoi membri appartengono ormai a una narrazione fantastica che le generazioni future difficilmente sapranno spiegare e riferire”.
In seconda posizione tra i più letti della settimana c’è un bel post di Beniamino Piccone:
Spread negativo con la Germania?
Ecco come tornare a crescere, in 7 mosse
“Lo spread -scrive Piccone – misura la credibilità di un Paese. Ogni giorno gli investitori italiani e internazionali danno il loro giudizio. È inutile invocare complotti, speculazione internazionale, George Soros o altre amenità”. Ed elenca in sette punti ciò di cui avrebbe bisogno il Paese per tornare a crescere, ricordando il boom degli anni Sessanta.
Sul podio, come terzo, sale un altro post di Francesco Mercadante:
Aumenti fino al 200%, tutta colpa dell’euro?
E che dovrebbe fare la Bce ?
“Perché – si chiede Mercadante – si continua a pretendere dappertutto che la BCE faccia follie? Dalla prospettiva del cittadino medio, l’imposta di inflazione è sempre un onere, quale che ne sia la scaturigine. E dal punto di vista delle imprese? Forse che qualcuno è disposto a credere che, con tassi d’interesse più alti, investirebbero di più?”.
Ed ecco gli altri sette post più letti di questa settimana:
Imprese e famiglie italiane nuotano in un mare di liquidità di Maurizio Sgroi
Italia scroccona? Anche l’Europa ha le sue colpe, vediamo perché di Corrado Macchiarelli
Se il futuro è tecnologico, l’Italia appartiene di diritto al passato di Corrado Griffa
Pronti per la prossima recessione? di Enrico Colombatto
Il Milan è ormai una storia modello. Per fare esattamente il contrario di Leonardo Dorini
Le tensioni Nord-Sud nel Governo e l’eredità di Benedetto Croce di Francesco Bruno
Salvini, Di Maio e lo spread: lascia o raddoppia? di Gianluca Codagnone
Buona lettura e rilettura!
Twitter @albe_