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Evasione fiscale, i numeri dicono che i blitz riescono a combatterla
L’autrice di questo post è Mariachiara Bo, master student in Stochastic and Data Science presso l’Università degli Studi di Torino e Senior Allieva presso il Collegio Carlo Alberto; ha precedentemente studiato Matematica per la Finanza e l’Assicurazione (B.Sc.) all’Università degli Studi di Torino; è membro del direttivo di Neos Magazine –
Politica valutata: pubblicizzazione e copertura mediatica dei “blitz fiscali” in attività commerciali.
Obiettivo: combattere l’evasione fiscale.
Effetto: positivo, la pubblicizzazione e la copertura mediatica dei blitz hanno portato più commercianti a dichiarare nella denuncia dei redditi l’effettivo e corretto importo guadagnato.
L’evasione fiscale è un fenomeno mondiale che ha implicazioni significative relative al bilancio, all’efficienza e all’equità. Per esempio, si è stimato come il ridurre il tax-gap allo 0 fornirebbe risorse pari al 60% del deficit di bilancio del 2013 del Regno Unito, pari al 155% del deficit di bilancio del 2006 degli Stati Uniti d’America e, addirittura, pari al 180% del deficit di bilancio del 2015 dell’Italia.
L’Italia è tristemente conosciuta per avere uno dei tassi di evasione più alti tra i paesi OCSE. Una componente consistente e rilevante di tale cifra è costituita dalla differenza tra il guadagno atteso derivante dalla tassa sul valore aggiunto (VAT) e quello effettivamente ottenuto. Se si confrontano le cifre assunte da tale differenza di introito tra i paesi dell’Unione Europea, l’Italia risulta essere la quinta per grandezza. È inoltre importante sottolineare come, sebbene quello dell’evasione fiscale sia un problema nazionale, la propensione ad evadere è invece eterogenea all’interno delle varie regioni italiane: minore al Nord, maggiore al Centro e molto alta al Sud.
Al fine di combattere e ridurre l’evasione fiscale, il governo italiano ha applicato numerose strategie e politiche, tra cui campagne pubblicitarie volte a “risvegliare” il senso etico dei cittadini, l’inasprimento delle punizioni per gli evasori come un aumento delle multe e, infine, una maggior frequenza dei cosiddetti “blitz fiscali”, operazioni rapide e inaspettate, che hanno come obiettivo negozi di uno specifico settore, situati in una precisa città, con lo scopo di controllare l’adempimento dei doveri fiscali da parte dei commercianti.
La decisione di evadere è influenzata da molteplici fattori come, ad esempio, la rigidità delle norme a cui sottostare e le informazioni che i contribuenti hanno sull’attività delle autorità preposte al controllo del gettito fiscale. Le informazioni possono raggiungere I cittadini attraverso tre canali: comunicazioni dirette dalle autorità ai contribuenti, comunicazioni tra I contribuenti e, infine, attraverso i media come internet e la televisione.
Nel paper “The Italian Blitz: a natural experiment on audit publicity and tax compliance” di Pietro Battiston, Denvil Duncan, Simona Gamba e Alessandro Santoro; gli autori studiano, avvalendosi di strumenti matematico-statistici, l’effetto della pubblicizzazione e della copertura mediatica sulle dichiarazioni dei redditi dei commercianti delle città in cui vi sono stati blitz.
Nell’articolo vengono confrontati i risultati di due blitz fiscali, tenutisi rispettivamente a Milano e a Genova, di cui il primo pubblicizzato mentre il secondo no. La confrontabilità delle operazioni tenutesi nelle due città deriva dal fatto che appartengono alla stessa area macro regione (Nord Ovest), sono state entrambe svolte nel gennaio 2012 e, soprattutto, le attività commerciali esaminate erano dello stesso tipo e settore.
I risultati ottenuti da tale analisi mettono in luce come la pubblicizzazione del blitz milanese attraverso testate giornalistiche, online e cartacee, (ad esempio La Repubblica e Il Corriere della Sera) abbia indotto un importo del denaro dichiarato al fisco dai commercianti locali maggiore del 31% rispetto a quello dei genovesi, per un totale di 7,7 milioni di euro per il mese e i settori considerati.
In conclusione, i blitz fiscali non rappresentano solo una possibilità per l’Agenzia delle Entrate di raggiungere economie di scala nel condurre le ispezioni ma possono rivelarsi anche importanti strumenti nell’indicare ai contribuenti la volontà di combattere l’evasione fiscale: nelle mani del governo, la divulgazione di informazioni sui futuri blitz fiscali può dunque diventare uno strumento cruciale per la lotta all’evasione.