Banche che stress parte seconda: i test della Bce spiegati per essere capiti

scritto da il 05 Novembre 2017

L’autore di questo post è Riccardo Tedeschi, senior specialist di Prometeia –

Simplicity does not precede complexity, but follows it.
Alan Jay Perlis (1922-1990) [1]

Gli stress test macro-prudenziali della BCE
Nella prima parte del presente articolo, si è visto come gli EU wide stress test dell’EBA (European Banking Authority) rappresentino fondamentalmente una valutazione micro-prudenziale e severa della solvibilità delle singole banche vigilate dalla BCE, utile per interventi preventivi in situazioni specifiche. Si tratta di un esercizio molto utile, ma di per sé non sufficiente dal punto di vista delle autorità di vigilanza.

Come spiega molto chiaramente il vicepresidente della BCE, Vítor Constâncio, in un suo discorso [2] tenuto alla London School of Economics nell’ottobre 2015 sul ruolo degli stress test e della politica macro-prudenziale, dal punto di vista di chi deve assumere decisioni di politica economica e finanziaria volte a controllare e a contenere il cosiddetto “rischio sistemico”, tale l’esercizio presenta una serie di limiti.

Il rischio sistemico (systemic risk) è definito dalla stessa BCE come “il rischio che l’instabilità finanziaria danneggi in modo significativo l’offerta di prodotti e servizi finanziari da parte delle banche e degli enti finanziari ad un livello tale da incidere seriamente sulla crescita economica e sul benessere generale [3]. L’idea di base è che le crisi finanziarie implicano costi significativi per l’economia reale e dunque le autorità di vigilanza dovrebbero fare quanto in loro potere per scongiurarle.

Le principali “fonti” di rischio sistemico sono principalmente tre: shock di tipo macroeconomico su domanda o offerta aggregata; squilibri derivanti da un eccesso di indebitamento pubblico o privato; rischi di contagio derivanti da elevati livelli di interconnessione e da “comportamenti da gregge” (herd effect).

Le politiche macro-prudenziali (macroprudential policies) intraprese dalle banche centrali perseguono scopi molteplici lungo diverse dimensioni [4]:

1- dimensione temporale: prevenire un accumulo eccessivo di rischi, risultante sia da fattori esterni sia da eventuali “fallimenti del mercato” (market failures), e smussare le oscillazioni nel tempo del ciclo finanziario;

2- dimensione trasversale: rendere il settore finanziario più resistente agli shock e limitare gli effetti di contagio;

3- dimensione strutturale: incoraggiare l’uso di una prospettiva ampia a livello di sistema nella regolamentazione finanziaria in modo da creare un insieme di corretti incentivi per I soggetti partecipanti al mercato.

Esempi di decisioni macro-prudenziali possono essere ad esempio la variazione di c.d. capital buffers, cioè degli strati aggiuntivi del capitale minimo che le banche devono detenere in un determinato periodo. Oppure l’introduzione di regole vincolanti nella concessione dei finanziamenti, quali ad esempio, un limite massimo per il rapporto tra il mutuo concedibile su un immobile ed il valore dell’immobile stesso, c.d. loan-to-value ratio.

Nella letteratura finanziaria a partire dal 2008 sono stati proposti diversi indici per la misura sia del livello corrente del rischio sistemico, sia del contributo marginale della singola istituzione finanziaria al rischio sistemico. Tuttavia, nessuno degli indicatori proposti sinora è concretamente utile, dal punto di vista delle autorità di vigilanza, come strumento di guida per l’assunzione di decisioni di intervento sul sistema finanziario per prevenire il formarsi delle crisi o per guidarlo fuori dalle “sabbie mobili” di una crisi che sia già manifesta.

Per tale motivo la BCE ha deciso di investire sullo sviluppo di un insieme di propri modelli macro-prudenziali, che fanno leva sull’insieme dei dati e strumenti usati per gli stress test micro-prudenziali sulla solvibilità delle banche, e li potenziano superandone i limiti. L’approccio dalla BCE e l’insieme della strumentazione sviluppata “Stress-Test Analytics for Macroprudential Purposes in the euro area” (STAMP€) è descritto in dettaglio in una pubblicazione del febbraio 2017 [5].

Quali sono le caratteristiche di questo nuovo approccio?

Sulla base dello scenario avverso individuato come potenziale “minaccia” per la stabilità del sistema finanziario, vengono simulati i bilanci delle singole istituzioni finanziarie come negli EU wide EBA stress test, ma questa volta l’approccio è top-down ed inoltre di tipo dynamic balance sheet.

Mentre nell’esercizio di stress test EBA micro-prudenziale nessuna reazione del management della banca allo scenario avverso è consentita, in questo tipo di simulazioni condotte in via autonoma dalla BCE sui dati delle singole banche, viene introdotta la possibilità di aggiustamento dinamico da parte del management alle variazioni del quadro macroeconomico o alle azioni delle autorità di vigilanza.

Le banche possono reagire in diversi modi: dismettendo le attività più rischiose in loro possesso (c.d. deleverage), procedendo ad aumenti di capitale se le condizioni del mercato azionario lo consentono, oppure accelerando il recupero dei crediti deteriorati anche mediante cessione, così come sono possibili combinazioni delle diverse alternative. L’impatto risultante a livello di sistema sarà diverso a seconda del comportamento perseguito in prevalenza dalle singole banche. Ad esempio si supponga che, a seguito di un rallentamento del ciclo economico e di un successivo aumento dei ratio patrimoniali imposto dalle autorità di vigilanza (o richiesto in via autonoma dal mercato) le banche reagiscano contraendo i crediti concessi alla propria clientela ed in particolare ai clienti valutati come più rischiosi. In tal modo il razionamento del credito all’economia innescherebbe un circolo vizioso che potrebbe portare ad una recessione ancora più severa di quella inizialmente prevista.

Il comportamento delle singole banche viene simulato tramite modelli di ricomposizione degli impieghi e della raccolta delle stesse, basato su criteri di ottimizzazione della posizione di rendimento-rischio. I risultati delle simulazioni effettuate dalla BCE tendono a confermare l’opinione diffusa, che in risposta a shock negativi che comportano un deterioramento del rischio di credito e severi vincoli alla raccolta, le banche tendono a liberarsi delle attività invece che procedere ad aumenti di capitale e al mantenimento del leverage esistente.

Una volta definita la reazione delle banche, diventa importante da un punto di vista macro-prudenziale, cogliere l’interconnessione tra economia finanziaria e economia reale. A tal fine, la BCE utilizza ben due modelli macroeconomici diversi [6] calibrati a livello di singolo paese europeo, che recepiscono le ipotesi di comportamento delle banche e consentono di sviluppare i successivi impatti su PIL, consumi e investimenti, e i diversi effetti di travaso (spillovers) tra le diverse economie.

In Figura 3 viene ad esempio riportato l’impatto aggregato (stimato su dati del 2013) sul CET1 capital ratio di uno stress test sotto diverse ipotesi: statico, a volumi variabili, con azioni manageriali dinamiche, con feedback macro-economico.

Figura 3Effetti macroeconomici di retroazione dell’economia finanziaria su quella reale nel Sistema STAMP€

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Fonte: BCE, pubblicazione STAMP€ feb. 2017, capitolo 2

Altro limite importante degli EU-wide stress test EBA di tipo micro-prudenziale è inoltre rappresentato dall’assenza totale di controlli sui cosiddetti “effetti di secondo impatto” (second round effects).

Una fonte importante di second round effects da non trascurare deriva dall’elevato grado di interconnessione tra banche, che può comportare effetti di contagio in grado di amplificare gli effetti iniziali di uno shock finanziario. L’insolvenza di una banca, ad esempio, può provocare perdite ad altri intermediari finanziari fortemente esposti verso la stessa. Per tenere in debito conto le dipendenze che i depositi interbancari ed i contratti in derivati implicano tra i soggetti bancari, specie quelli di maggiori dimensioni sistemiche, sono stati messi a punto modelli di rappresentazione tipici dell’analisi delle reti sociali (network analysis). Tali modelli consentono di sapere in anticipo, data la rete delle connessioni esistenti, dove e come l’onda d’urto causata dal fallimento di una banca impatterebbe in maniera più significativa (financial contagion).

Ulteriore estensione delle simulazioni di stress test micro-prudenziali è prendere in considerazione le interazioni tra il settore delle banche e altri settori dell’economia: quali il settore delle famiglie e imprese o quello delle altre istituzioni finanziarie non bancarie. Al fine di tener conto in maniera sempre più realistica dei second round effects, la BCE ha introdotto nel suo strumentario nuovi modelli che valutano tali interazioni.

È stata ad esempio sviluppata una modellizzazione esplicita del settore delle famiglie [7] basata sui risultati di una serie di indagini campionarie sui bilanci delle famiglie [8] ed estesa a 15 paesi europei, al fine di ottenere una proiezione e una stima in via autonoma della domanda di credito e della probabilità di insolvenza del settore privato in particolare nel comparto dei mutui residenziali. La possibilità di sottoporre a stress i bilanci delle famiglie riveste un’importanza particolare in un ambito di politica macro-prudenziale, in quanto una serie di misure di imposizione di limiti massimi (cap) a indicatori quali loan-to-value (LTV) e debt-to-income (DTI) rappresentano una leva di intervento a disposizione delle autorità di vigilanza. L’imposizione di cap a tali indicatori nella concessione del credito delle banche, influenza infatti la domanda effettiva di mutui da parte delle famiglie ed il livello aggregato di indebitamento dell’economia e, di conseguenza, l’intera evoluzione del ciclo finanziario ed economico.

Fenomeni di diffusione di una crisi possono anche derivare dalla semplice perdita di valore dei titoli emessi dalle banche, quali azioni o obbligazioni, collocati nei portafogli di altre istituzioni finanziarie. Sono stati sviluppati modelli specializzati per la simulazione e lo stress test dei bilanci dei settori finanziari non bancari: assicurazioni, fondi pensione e casse previdenziali, fondi di investimento e altre società finanziarie (che costituiscono il c.d. shadow banking sistem).

Sono infine stati introdotti espliciti esercizi di macro-liquidity stress test, che cercano di cogliere in ottica macro le due dimensioni del problema: la prima relativa al legame tra liquidità e solvibilità a livello di singola banca, e la seconda relativa alle conseguenze di una crisi di liquidità sul sistema finanziario nel suo complesso.

In Figura 4 è riportato uno schema che sintetizza brevemente i diversi strumenti che compongono il nuovo sistema della BCE per la estensione macro-prudenziale degli stress test.

Figura 4Struttura dell’estensione macro-prudentiale degli stress test di vigilanza EBA

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Fonte: BCE, pubblicazione STAMP€ feb. 2017, capitolo 3

In conclusione, i responsabili degli stress test macro-prudenziali della BCE descrivono lo STAMP€ come un sistema complesso in corso di evoluzione ed al tempo stesso, ne indicano le linee guida per lo sviluppo e perfezionamento. Si tratta di una sfida affascinante destinata ad aprire nuove strade e nuovi interrogativi e certamente rappresenta un passo in avanti nella comprensione dei sistemi complessi economici e finanziari.

L’economista americano John Kenneth Galbraith nella parte terminale del suo libro “Storia dell’Economia” (1987) parlando degli sviluppi futuri della teoria economica predisse che in futuro “la distinzione tra microeconomia e macroeconomia si offuscherà sino a sparire”. Grazie all’evoluzione degli strumenti e delle tecniche di stress test macro-prudenziale ci stiamo avvicinando a grandi passi a tale momento.

NOTE
[1] Alan Jay Perlis è stato un informatico statunitense, pioniere dell’informatica e dei primi linguaggi di programmazione. 

[2] Vítor Constâncio: “The role of stress testing in supervision and macroprudential policy”. Keynote address by Vítor Constâncio, Vice-President of the ECB, at the London School of Economics, London 29 October 2015 (see R. Anderson Ed. (2016), Stress Testing and Macroprudential Regulation: A Transatlantic Assessment, CEPR Press). 

[3] ECB Financial Stability Review December 2009, Special Features B. 

[4] www.ecb.europa.eu/ecb/tasks/stability/html/index.en.html (ECB, pagina web dedicata alla Financial stability and macroprudential policy). 

[5] STAMP€, Stress-Test Analytics for Macroprudential Purposes in the euro area, Edited by Stéphane Dees, Jérôme Henry and Reiner Martin (https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/stampe201702.en.pdf). 

[6] Il primo è un Dynamic Stochastic General Equilibrium (DSGE) model ed il secondo un Global Vector Autoregressive (GVaR) model. 

[7] Integrated Dynamic Household Balance Sheet (IDHBS) model of the euro area household sector. 

[8] Household Finance and Consumption Survey (HFCS).