Marketing ed intelligenza artificiale: quattro consigli per le aziende che assumono

scritto da il 21 Giugno 2017

Pubblichiamo un post di Alberto Nasciuti, Ceo di KPI6. Ha collaborato il blogger di Econopoly Tobia De Angelis

Moltissime aziende cercano specialisti social media, SEO/SEM, professionisti del “Digital Marketing”, per rispondere ad una serie di esigenze: Come spendere meglio il nostro budget in pubblicità online? Come migliorare la comunicazione, il customer support, il targeting di campagne online?

Ma in che direzione bisogna cercare persone con skills di questo tipo?

Un nuovo modo – più efficace della classica ricerca a priori top down, dove diamo per scontato il profilo del candidato ideale – è analizzare le conversazioni che quotidianamente avvengono sui social media, come Linkedin, e capire che skills ha chi parla di determinati argomenti.

Utilizzando “KPI6 for Human Capital” di “KPI6” (nuova piattaforma di marketing automation italiana basata su intelligenza artificiale), abbiamo cercato di rispondere proprio a questa una domanda: chi parla di marketing ed intelligenza artificiale su Linkedin, che tipo di profilo ha? Che skills ha? Chi è che discute e ragiona pubblicamente di questi argomenti?

1) La prima cosa che abbiamo capito è che a parlare di marketing ed intelligenza artificiale tipicamente sono marketers e founders (di startup). (fig 1.)

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Fig. 1

Forse non stupisce che la maggioranza di coloro che discutono di questi temi sono persone impegnate a costruire la loro azienda. Molti “early adopter” di nuove tecnologie, infatti, sono proprio le startup – che per natura sono portate ad adottare gli strumenti più innovativi a disposizione sul mercato. È altamente probabile che tra questi founders ci siano anche coloro che sono impegnati nella costruzione di soluzioni di marketing automation.

 

 

 

 

2) Oltre il 50% di chi discute di marketing ed AI lavora nel mondo high tech.

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Fig. 2

Potremmo dedurre che il 50% dei candidati per la posizione di marketing manager della vostra grande azienda sia un ex founder o un impiegato di una startup – il che contrasta con i classici requisiti che vediamo spesso associati alle offerte di lavoro nel settore (e.g. richiesta esperienza in grande azienda, richiesta esperienza in specifico settore). Questo tipo di annunci elimina a priori una parte consistente di candidati fortemente appassionati ed ingaggiati sul tema.

3) Chi lavora in aziende micro, piccole o medie è più ingaggiato di chi lavora per una medio-grande azienda.(Fig. 3)

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Fig. 3

Tradotto: il vostro nuovo marketing manager lo dovreste cercare, probabilmente, in una in una piccola società – magari tra quelli che vi forniscono consulenza su questi temi.

L’engagement del “manager” la cui azienda è composta da 1-10 dipendenti genera più del doppio delle interazioni provenienti dallo stesso profilo “manager” che lavora in aziende composte da 201-500 dipendenti.

Il dato è interpretabile in vari modi, ma viene da riflettere sul fatto che chi lavora in grandi aziende sembra essere meno interessato – o almeno meno partecipe – alla discussione su “what’s the next big thing” nel proprio settore.

Viene quindi da rinforzare il suggerimento del punto di cui sopra, ovvero di cercare il vostro nuovo marketing manager anche tra professionisti provenienti da una piccola società – magari iniziando da quelli che vi forniscono consulenza su questi temi.

4) Assumere giovani perché sono più appassionati e coinvolti sui social? Falso! I più ingaggiati nelle conversazioni online sul settore sono figure “senior”, non junior!

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Fig. 4

Se state cercando profili “giovani” per il settore del marketing, pensando che siano più interessati agli argomenti dei senior e che abbiano più “fame di conoscenza”, forse state sbagliando.

 

Qui il link per accedere all’analisi completa.