categoria: Res Publica
Digitalizzazione della PA, ancora lunga è la strada (e proprio dove servirebbe di più)
Pubblichiamo un post di Mariachiara Marsella, web marketing manager, BEM Research –
Il recente Report sull’e-government, ovvero della modalità di interazione telematica tra cittadini e Pubblica Amministrazione, stilato da BEM Research, delinea un quadro ancor più disarmante rispetto allo scorso anno (si veda al riguardo Carlo Milani). Nel 2016, secondo le statistiche più recenti prodotte da Eurostat, ha utilizzato i servizi di e-gov solo il 24% della popolazione residente in Italia, lo stesso valore del 2015 (grafico 1). La media dell’Area euro è invece pari al 52%, in aumento di due punti percentuali rispetto all’anno passato. Quindi, il divario rispetto al resto d’Europa invece che restringersi si è ulteriormente allargato. Tra i paesi europei l’Italia è il fanalino di coda insieme a Romania e Bulgaria.
Questi dati stupiscono se si considerano altri indicatori della propensione ad utilizzare strumenti digitali. Ad esempio l’Italia mostra un’altissima diffusione di dispositivi mobili (grafico 2). Solo la Germania ha un’incidenza leggermente superiore alla nostra, mentre più staccate sono la Spagna e la Francia. Molto diffusi in Italia sono anche i social media, utilizzati sia attraverso i tradizionali personal computer sia mediante i più sofisticati smartphone. Il nostro paese vive quindi nel paradosso di avere una popolazione particolarmente attratta dal mondo digitale ma il cui utilizzo è limitato quasi esclusivamente ad una sola funzione, ovvero l’interazione sociale. Negli altri aspetti della vita comune, quali l’acquisto di beni o servizi online (e-commerce), o le disposizioni finanziarie (e-banking), o appunto nell’interazione con la PA, la diffusione in Italia è molto scarsa.
Se caratteristiche socio-demografiche possono in parte spiegare questa attitudine degli italiani, come la minor propensione all’utilizzo di servizi digitali evoluti per i soggetti più avanti con l’età e con basso titolo di studio, un ruolo non trascurabile può essere assegnato anche alla modalità attraverso la quale i servizi digitali vengono offerti.
A tal fine, anche nell’edizione 2017 del Report e-gov, abbiamo analizzato la capacità dei 20 comuni italiani capoluogo di regione di interagire con gli utenti mediante modalità telematiche. Nello specifico sono state considerate tre grandezze, misurate sulla base di informazioni oggettive: i) la prestazione dei siti web, ii) l’interazione attraverso i social network e iii) la disponibilità e l’utilità dell’applicazioni per dispositivi mobili specifiche per il trasporto pubblico locale.
Da tale analisi è emerso che Bologna è l’ente locale con le migliori prestazioni complessive sull’online, seguito da Aosta e Bari. Il comune emiliano guadagna due posizioni rispetto alla classifica del 2016, mentre sono quattro i gradini scalati da Aosta che supera anche Bari, seconda lo scorso anno. L’Aquila, Catanzaro e Perugia sono in fondo alla classifica. Tra le altre grandi città Roma è 9a, Torino 11a, Milano 14a e Napoli 17a. I grandi centri, quelli che potrebbero trarre più vantaggi da una maggiore interazione a distanza con gli utenti, sono ancora lontani dalla testa della classifica e rispetto allo scorso anno hanno perso diverse posizioni in classifica.
Buone notizie arrivano comunque su fronti diversi. Per esempio è aumentata nel 2017 la diffusione di applicazioni per smartphone e/o tablet dedicate al trasporto pubblico locale. Sono 16 tra i 20 comuni considerati ad avere un servizio dedicato ai mezzi pubblici. Nel 2016 erano 13.
Di recente, inoltre, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha dato vita ad alcune iniziative volte proprio a creare un efficace punto di incontro tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini nell’interazione attraverso il web. Tali iniziative trovano un obiettivo comune: migliorare la user experience, ossia l’esperienza di utilizzo dei siti web della PA e dei servizi offerti online.