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Il futuro del welfare aziendale è già nel 2017
Pubblichiamo un contributo di Federico Isenburg, fondatore e CEO di Easy Welfare –
Fino ad oggi si è sempre parlato di welfare aziendale come uno strumento a supporto del lavoratore: un di più, un aiuto, un sostegno. Ma se non fosse solo questo? Nel Regno Unito, per esempio, i benefit hanno un peso considerevole nella scelta di un lavoratore di firmare un contratto per un’azienda… o per un’altra.
Chi di noi davanti ad una scelta non ha mai fatto la lista dei pro e dei contro? Tutti. E se i benefit, in campo lavorativo, diventassero il vero ago della bilancia? E se fosse già così ma il mondo delle risorse umane ancora non se ne fosse reso conto? Il problema è che con i “se” e con i “ma” nessuno è mai andato molto lontano.
In Italia, nonostante la crisi economica che da anni sta attraversando il paese, tante aziende stanno scoprendo il valore del welfare aziendale come strumento di “attraction” e di “brand reputation”. Inoltre, una piccola ma grande rivoluzione, contenuta all’interno della Legge di Stabilità, sta prendendo piede. Nel 2016 sono state gettate le basi e nel 2017 nuove possibilità sono in arrivo per l’azienda e per il dipendente.
La prima grande svolta riguarda il premio di risultato che, così come il premio di partecipazione agli utili di impresa, gode della tassazione agevolata (aliquota IRPEF al 10%) e può essere convertito in beni e servizi welfare al verificarsi di determinate condizioni. Rispetto all’erogazione in denaro, la conversione del premio in welfare consente sia all’azienda che al lavoratore di risparmiare gli oneri fiscali e contributivi. Dal 2017 queste opportunità sono garantite non solo alle aziende del settore privato, ma anche al settore pubblico.
Penso sia fondamentale capire che il welfare aziendale di oggi non è solo il mero rimborso delle spese scolastiche e sanitarie. Certo, istruzione e salute rimangono le colonne portanti, ma c’è di più. Un mondo fatto di pacchetti viaggio, attività ricreative, abbonamenti sportivi, centri benessere, cinema, soggiorni in location selezionate. Il welfare aziendale del 2017 è sia sostegno per le spese fondamentali, sia quel di più che, senza benefit, forse si rinuncerebbe ad avere.
Vacanza in un hotel a 5 stelle? Il lavoratore medio, con famiglia e figli a carico, d’estate è solito ricercare l’offerta migliore tra le promozioni last minute online. Ma se per quel viaggio non dovesse toccare il conto corrente ma il proprio saldo welfare? Ecco la svolta, la differenza e il vero valore del welfare aziendale.
Poi, sicuramente non bisogna sottovalutare i vantaggi fiscali aggiuntivi per chi sceglie di convertire il Premio in Servizi per la salute e in previdenza complementare. Contemporaneamente con le novità 2017, vengono ulteriormente ampliati i servizi previsti dall’articolo 51 del TUIR.
Per esempio, non concorrono più a formare reddito i contributi e i premi versati dal datore di lavoro per prestazioni, anche in forma assicurativa, aventi per oggetto il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana o il rischio di gravi patologie.
Scontato dire che si stia facendo tanto e tanto ci sia ancora da fare. Forse la cose più importante resta la comunicazione. Ma qui la normativa può fare poco.