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Banche spagnole e aiuti di Stato: chi ha pagato Gareth Bale?
Daniel Dalton, Sander Loones e Ramon Termosa sono tre Europarlamentari che hanno acquisito una grande popolarità nelle ultime settimane, per aver richiesto formalmente alla Commissione Europea di verificare se dietro il passaggio record di Gareth Bale dal Tottenham al Real Madrid, avvenuto nell’estate 2013, non si nascondesse un Aiuto di Stato incompatibile con le norme europee a tutela della concorrenza.
La richiesta prende spunto da quanto pubblicato nel mese di gennaio 2016 dal sito “Football Leaks”, il quale ha messo in circolazione il contratto di trasferimento del campione: quasi 101 milioni di euro, l’acquisto più caro della storia del calcio.
Fin qui, mero gossip sportivo. Senonché dalla lettura del contratto, divenuto di dominio pubblico, riemerge una polemica – già innescata nel 2013 dal Parlamentare olandese Derk Jan Eppink – sul ruolo delle banche coinvolte nella vicenda, in particolare l’istituto spagnolo Bankia, oggetto di bail-out tramite utilizzo di fondi erogati dall’European Stability Mechanism.
Cosa c’entra l’acquisto di Bale con il salvataggio delle banche spagnole
L’articolo 2 del contratto di trasferimento del gallese disciplinava le modalità di pagamento, suddiviso in quattro rate, l’ultima delle quali prevista per Luglio 2016. Il successivo articolo 3 subordinava la concessione del pagamento dilazionato alla consegna di “promissory notes” ad una data prestabilita. Le promissory notes sono delle promesse di pagamento, una sorta di pagherò cambiario, molto diffuse nei contratti internazionali.
Secondo il contratto tra Tottenham e Real Madrid, senza la consegna delle promissory notes entro la data prestabilita, la squadra inglese avrebbe potuto pretendere immediatamente l’intero costo del cartellino, con evidenti problemi per i Galàcticos nel far quadrare i bilanci.
Già nel 2013, il Parlamentare Jan Eppink sostenne che c’era Bankia a fungere da garante per l’acquisto faraonico. Nel contratto pubblicato non si menzionano le banche coinvolte nell’operazione, ma adesso sembrano rimanere pochi dubbi sul coinvolgimento dell’istituto spagnolo, come spiega il Telegraph.
Bankia è nata nel 2010, dalla fusione di sette banche, tra cui la molto importante Caja Madrid. Le banche Cajas hanno rappresentato l’emblema della crisi bancaria spagnola e della bolla immobiliare che ha colpito duramente il Paese. Nonostante la fusione, il nuovo soggetto non è riuscito a superare le difficoltà pregresse, costringendo il Governo spagnolo ad intervenire nel 2012, con una parziale nazionalizzazione dell’istituto e la contestuale erogazione di Aiuti di Stato, per un importo complessivo approvato dalla Commissione Europea da decine di miliardi di euro.
Attualmente sussistono ancora molti dubbi sulla salute finanziaria della banca, che dovrebbe tornare in mani private nel 2017.
Tra le cause del quasi fallimento, molti prestiti “comodi”, come quello da 76 milioni di euro che Caja Madrid (vedi sopra) elargì al Real Madrid nel 2009, per portare alla corte madrilena contemporaneamente Kakà e Cristiano Ronaldo, con tassi d’interesse di certo non penalizzanti.
Con questo passato, è chiaro che il probabile coinvolgimento della salvata Bankia (con i fondi provenienti da EFSF ed ESM) nell’operazione più onerosa della storia del calcio ha fatto a buon ragione storcere il naso a molti.
La garanzia fornita da Bankia è Aiuto di Stato in favore del Real?
Non è la prima volta che la Commissione Europea viene chiamata ad intervenire per decidere su Aiuti di Stato nel calcio. Sono infatti pendenti e in attesa di giudizio tre importanti indagini, tutte riguardanti squadre di calcio spagnole.
– Uno dei casi ci riporta indietro nel tempo, al 1990, e vede coinvolte Real Madrid, Barcellona, Athletic Bilbao e Atlético Osasuna. L’accusa è quella di aver usufruito di una corporate tax ridotta del 5% rispetto alle altre società. Questo perché mentre le altre squadre furono obbligate per legge a mutare la loro forma giuridica in società a responsabilità limitata, i quattro club ne furono esentati – perché avrebbero dimostrato buoni livelli di management – e rimasero quindi nella forma privilegiata di organismi non-profit. Considerata l’asserita lunghezza dell’infrazione e gli eventuali interessi da corrispondere, la sanzione potrebbe essere salatissima per le squadre coinvolte, che potrebbero dover rinunciare anche all’assetto societario più favorevole.
– Un’altra procedura riguarda il solo Real Madrid. In pillole, nel 1996 il club ed il comune di Madrid conclusero un accordo per l’utilizzo di terreni adiacenti il “Santiago Bernabeu”. Terreni che nel 1998 vennero valutati per poco più di 400 mila euro, mentre nel 2011 il valore è stato stimato in più di 22 milioni di euro. Il tutto a vantaggio della squadra più titolata del calcio europeo, che riuscì così a “compensare” un inadempimento contrattuale risalente al 1991, sempre inerente ai rapporti con il Comune di Madrid.
– Il terzo caso concerne il Valencia, l’Hercules e l’Elche. Anche qui è coinvolta Bankia, in una fattispecie analoga al caso Bale. Infatti la Commissione sta indagando su tre prestiti, per un valore totale di circa 120 milioni di euro, garantiti dall’Instituto Valenciano de Finanzas, ente pubblico soggetto al controllo della Generalitat Valenciana (istituzioni auto-governative della Comunità Valenziane).
Le decisioni erano attese per l’autunno 2015, ma dovrebbero comunque essere pubblicate entro il 2016.
La procedura, che coinvolge principalmente il Valencia, offre degli spunti molto interessanti per cercare di prevedere se anche il caso Bale possa finire sotto la lente della Commissione. Le condizioni (cumulative) indicate dall’Esecutivo europeo per accertare la presenza di Aiuti di Stato incompatibili con il diritto della concorrenza sono: 1) le misure devono essere concesse attraverso risorse statali; 2) devono comportare un vantaggio per le imprese coinvolte; 3) il vantaggio deve essere selettivo e con effetti distorsivi per la concorrenza; 4) le misure devono avere rilevanza per il mercato europeo.
Da un’analisi preliminare, sembrerebbe in astratto che ci siano i presupporti affinché la Commissione possa quantomeno aprire una procedura di investigazione anche sul caso Bale, considerato che all’epoca dei fatti Bankia era già stata parzialmente nazionalizzata e controllata dal Governo Spagnolo, ma occorrerà accertare con precisione il coinvolgimento dell’Istituto di credito (e di altri Istituti) nell’operazione. Inoltre dovranno essere verificate anche altre condizioni affinché possa parlarsi di Aiuti di Stato illecito (perché non tutti gli Aiuti sono incompatibili con la normativa UE!), come ad esempio la difficoltà dell’impresa (nel caso di specie il Real Madrid), l’ammontare della garanzia (100% o meno), il “costo” della garanzia per l’impresa beneficiaria ed altre condizioni.
Non solo Spagna…
Un’altra procedura riguarda il calcio olandese, in un’indagine che coinvolge cinque squadre, tra cui il PSV Eindhoven, per un importo complessivo di asseriti Aiuti superiore ai 50 milioni di euro.
Anche l’Italia finì qualche tempo fa sotto l’attenzione della Commissione, all’epoca del tristemente celebre “Decreto salva-calcio”. La legge prevedeva vantaggi civilistici e fiscali per le società maggiormente indebitate (all’epoca principalmente Inter, Milan, Roma, Lazio e Parma). Dopo una prima bocciatura preliminare da parte della Commissione (e del commissario Mario Monti), il Governo recepì le indicazioni europee ed eliminò i vantaggi fiscali della misura. Di conseguenza la procedura si chiuse senza alcuna sanzione.
Vedremo nei prossimi mesi se anche la Spagna ci riuscirà.
Twitter @frabruno88