Una crisi telefonata

scritto da il 27 Agosto 2015

Quando tra il 2008 ed il 2009 si fronteggiava la violenta tempesta finanziaria che scaturì dai mutui subprime arrivando a far fallire svariate banche e tracimando in una crisi del debito sovrano in Europa, gli osservatori più pazienti cercando di fare una diagnosi strutturale evidenziarono che il mondo stava vivendo innanzitutto una crisi da eccesso di capacità produttiva: i consumi non erano in grado di assorbire ciò che il mondo, grazie alle evoluzioni tecnologiche e alle economie di scala, era capace di proporre al mercato con sempre maggiore produttività.

Il mantra divenne Servirebbe una nuova lavatrice.

Il senso di questa affermazione era: bisognerebbe che arrivasse sul mercato un prodotto nuovo, che tutti vogliono e che nessuno ha, come fu la lavatrice negli anni ’60. La moderna lavatrice si è rivelata essere lo smartphone. Qualcosa che tutti volevano e nessuno aveva.

Le vendite di smartphone continuano a procedere a decine di milioni al mese (per quest’anno si prevede di arrivare a quasi 1,5 miliardi di telefoni venduti nel mondo) e, per ragioni innanzitutto demografiche, la parte del leone in questa forma di consumi l’ha svolta la Cina, che dal 2011 è il più grande mercato globale per gli smartphone e da sola rappresenta un terzo delle vendite mondiali di questi device.

Nel primo trimestre del 2015 le vendite di smartphone, in Cina, hanno subito per la prima volta una flessione facendo suonare un campanello di allarme. A questo dato va aggiunto il deludente risultato del secondo trimestre, da cui è scaturito l’ultimo rapporto Gartner:

“La Cina ha raggiunto la saturazione, il mercato telefonico interno ormai è sostenuto soltanto dalla sostituzione mentre pochissimi comprano un telefono per la prima volta”

Le stime prevedono che la Cina passerà da una quota pari ad un terzo (32,3%) del mercato globale, ad una quota inferiore ad un quarto (23,1%) nei prossimi quattro anni, assimilando il proprio tasso di vendite ai già modesti numeri ormai presenti in Europa e Stati Uniti da qualche tempo. Sempre che il governo cinese, nella sua indomabile inclinazione a manipolare i mercati, non vieti l’uso di custodie protettive per far crescere le sostituzioni di telefoni…

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Certamente le case produttrici cercheranno di aggredire altri mercati, come l’India, dove esistono ancora “spazi” e potenzialità. Tuttavia man mano che le più importanti aree del mondo raggiungono i livelli di saturazione l’ “effetto lavatrice” dello smartphone , feticcio della lotta alla crisi dei consumi, va riducendosi. E come in ogni battaglia che si rispetti, quando il campione perde forza e brillantezza, il nemico (la crisi dei consumi) appare più forte, più aggressivo, più pericoloso.

Twitter: @AndreaBoda