categoria: Draghi e gnomi
Al ristorante “da Mario” non ci sono pasti gratis (Draghi spiegato riga per riga)
L’Ocse rivede al ribasso stime di crescita del PIL mondiale 2015 e 2016, ma alza quelle sulla €zona nello stesso periodo
— Andrea Boda (@AndreaBoda) 3 Giugno 2015
Iniziamo da ciò che Mario Draghi ha scelto di dire in conferenza stampa:
Il QE sta funzionando e continuerà fino a settembre 2016 o finché l’inflazione non sarà tornata su un sentiero di crescita sostenibile;
La BCE guarda oltre i movimenti di breve termine tanto sull’inflazione quanto sulla crescita
la ripresa economica europea, pur moderata, procede anche nel 2Q15, guidata dalla lenta ripresa della domanda interna sostenuta dal basso prezzo del petrolio;
le stime di crescita sono state lasciate invariate sia per il 2015, sia per il 2016, con solo una leggera limatura della stima per il 2017, abbassata dal 2.1 al 2%; i rischi sulla crescita restano sul “downside“;
l’inflazione ha toccato un punto di minimo all’inizio dell’anno, ma crescerà ancora lentamente nei prossimi mesi.
Sollecitato da una domanda, Draghi ha risposto che i mercati dovranno fare i conti con un aumento della volatilità, soprattutto in questa fase di repricing dei rendimenti. Diamo un’occhiata infatti a cosa sta succedendo:
Qualcuno negli ultimi mesi si era convinto di aver trovato la miniera del denaro facile: compri Bund e dopo poco tempo li rivendi alla BCE o al mercato che tanto anticipa il fatto che c’è la BCE che compra. Fino al -0,2% di rendimento (limite oltre il quale la BCE non avrebbe comprato) non c’è rischio.
Invece, come si vede bene, nonostante il QE sia appena partito e abbia molti mesi davanti, i rendimenti del Bund decennale (nel senso di “persino” del Bund decennale, ché ai rialzi sui titoli periferici eravamo abituati) sono passati dall’essere prossimi a zero ad uno 0,85%. Può sembrare poco a prima vista, ma questo ha comportato un forte calo del prezzo di tutti i titoli governativi europei di medio e di lungo termine.
Chi si fosse illuso che l’allentamento monetario della BCE fosse una sorta di ristorante nel quale pasteggiare gratis si ritrova un bel sasso sullo stomaco, insomma.
Il tema del momento, in Europa, rimane sempre la Grecia. Sulle questioni di Atene Draghi ha espresso l’auspicio che resti nell’Eurozona; ed è una notizia, visto che chi esprime l’auspicio aveva parlato dell’euro come di un processo irreversibile. In qualche modo la scelta di esprimere questo auspicio è la carta che la BCE gioca nella trattativa, a cui ufficialmente non intende prendere parte:
La BCE non avrà parte oggi all’incontro con la Grecia e i creditori perché la BCE non è un organo politico. Con la Grecia deve esserci un accordo forte che conduca alla crescita ma che sia anche sostenibile dal punto di vista fiscale, per ora entrambe le parti coinvolte nelle negoziazioni hanno una proposta di accordo. Un accordo forte deve essere di sostegno alla crescita ma essere allo stesso tempo equo. Con le Istituzioni greche sono state discusse varie misure. Alcune di queste sono già state implementate, altre non ancora. L’economia ellenica può crescere con il giusto set di politiche. Alcuni obiettivi non sostenibili in un dato momento possono diventarlo se si cambiano le regole.