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Perché sarebbe giusto abolire l’Inps (la madre di tutte le riforme)
È di questi giorni l’ennesima discussione sull’innalzamento dell’età pensionabile, un grande classico. Come sempre, due le scuole di pensiero: aumentare la spesa pubblica e non aumentare l’età pensionabile, e aumentare la spesa pubblica ed aumentare l’età pensionabile. Questa volta però il dibattito sui media è centrato su “giovani contro vecchi”.
Assomiglia al titolo di una puntata di Ciao Darwin, ma non c’è nulla da ridere, questa volta.
“È sbagliato nei confronti dei giovani non aumentare l’età pensionabile!” tuonano gli auto dichiarati pro-giovani. “Aumentare l’età pensionabile rallenterà l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro” gli rispondono i difensori dei pensionati.
Il problema è che entrambi gli schieramenti hanno torto marcio.
Prima cosa — trovo profondamente sbagliato dividere il Paese provando ad aizzare giovani contro anziani.
Entrambe le soluzioni poi sono sbagliate su quello morale e politico.
Perché la Politica, prima di discutere di come tenere in piedi l’INPS, dovrebbe discutere se sia o meno il caso di farlo.
Fa paura dirlo — ancor più scriverlo e capirete che, seppure un po’ forte, questa è una provocazione — ma l’INPS è, sul piano finanziario, assimilabile sostanzialmente a uno schema ponzi.
Il nostro sistema pensionistico infatti è “ripartizione”, non “capitalizzazione”. O come direbbero gli inglesi, “unfunded” (potete leggere qui un articolo di Riccardo Puglisi che spiega bene la situazione attuale del nostro sistema pensionistico).
Se domattina non venissero versati più soldi nelle casse dell’INPS, questa, dopo un po’, non sarebbe in grado di ripagare i suoi vecchi investitori — cioè i pensionati, i nostri nonni. Quando Boeri dice “pensioni a 70 anni o saltano i conti”, parla dei conti dell’INPS.
Non è che non si possa andare in pensione a 60 anni per qualche legge della fisica quantistica. Non ci si può andare perché siamo tutti — a prescindere dalla volontà, dalle capacità e dalla nostra storia personale — costretti dallo Stato a mantenere in piedi una macchina monopolistica, burocratica, inefficiente, e in perpetuo tracollo da decenni.
Perché nessuno nel dibattito politico sembra voler superare il monopolio dell’INPS, e passare ad un sistema pensionistico privato, come quello cileno — i cui enormi vantaggi sono ben spiegati in questo bel post di Elisa Serafini?
Al paese serve avere un sistema pensionistico moderno, che funzioni.
All’Italia serve un sistema libero, dove i cittadini possano decidere come e dove investire i loro soldi liberamente.
All’Italia serve creare un mercato dei capitali moderno — e per crearlo è necessario passare da una modifica sostanziale del sistema pensionistico.
Il superamento dell’INPS è la madre di tutte le riforme.
Quella che qualcuno, prima o poi, dovrà avere il coraggio di fare.
Ringraziamenti a: Ludovico Donato, Mattia Montepara e Riccardo Puglisi